Il mondo della sanità è con i cittadini. Manifesti in strade e negli studi
Manifesti nelle strade, negli studi medici, nelle farmacie ed Asl e negli ospedali per dire basta al razzismo. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) scende in campo contro gli episodi di intolleranza e lancia l’idea di una grande campagna, che chiami a raccolta i camici bianchi ma anche tutti gli altri professionisti del mondo sanitario e le associazioni dei cittadini. A lanciare l’idea è il presidente Fnomceo, Filippo Anelli, dopo un ultimo episodio razzista reso noto da una dottoressa di Cagliari, Maria Cristina Deidda. Sul suo proprio profilo Fb, ha denunciato il comportamento di vari pazienti lamentatisi per il protrarsi dell’attesa “per colpa di un negro” nell’ambulatorio di cure palliative dell’ospedale San Giovanni di Dio.
“Lancio un’idea – ha annunciato Anelli all’ANSA – che spero possa essere accolta e condivisa dalle altre federazioni degli Ordini delle professioni sanitarie: mettere in piedi, tutti insieme, una campagna per mettere al bando il razzismo e l’intolleranza dal nostro Servizio sanitario nazionale“. L’obiettivo è, dunque, sensibilizzare l’opinione pubblica puntando ad un messaggio contro il razzismo ed a favore della tolleranza. Proprio a partire da un luogo centrale per i cittadini, che è lo studio del proprio medico. “Un Sistema Sanitario, e un Paese, che perde il senso dell’umanità, della solidarietà – commenta Anelli riferendosi all’episodio verificatosi a Cagliari – è destinato a impoverirsi sempre più, a depauperarsi di quei valori che sono il suo fondamento e la sua forza”.
Infatti, avverte il presidente Fnomceo, “questa escalation di intolleranza che si respira nella società, anche in luoghi dove ancor più si dovrebbe comprendere ed essere solidali con il dolore dell’altro, al di là di ogni possibile diversità, non ci porta da nessuna parte, solo a un aumento dell’odio e del disagio”. Per questo, afferma, “la collega Deidda, con la sua denuncia ferma e lucida ma al contempo pacata nei toni, ha testimoniato in maniera encomiabile quelli che sono i valori fondanti della nostra professione e della nostra società, dinanzi alle quali tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalle opinioni, dal censo”. Da qui l’appello di Anelli: “Proviamo, tutti insieme, a invertire questa rotta suicida; i medici diano l’esempio, con in mano il Codice deontologico e la Costituzione, per riaffermare e diffondere i valori che hanno reso grandi il Paese e il nostro Servizio sanitario nazionale”. (Da fonte ANSA)
TRA LE PRIME ADESIONI QUELLA DELL’AMSI E DELLA U.M.E.M.
l’Associazione medici di origine straniera in italia(Amsi) e la confederazione internazionale-Unione Medica Euro-Meditteranea (U.M.E.M) ringraziano la Fnomceo ( ndr. ordine dei medici chirurgici e degli odontoiatri) ed annunciano di aderire alla grande campagna di sensibilizzazione per “mettere al bando il razzismo e l’intolleranza dal nostro Servizio sanitario nazionale”. L’obiettivo è coinvolgere l’opinione pubblica, puntando ad un messaggio contro il razzismo ed in favore della tolleranza, con l’affissione di manifesti nelle farmacie e nelle Asl. E’ la proposta lanciata dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, dopo l’episodio di razzismo denunciato da una dottoressa di Cagliari. L’idea, annuncia Anelli, “é coinvolgere anche gli altri professionisti sanitari e le associazioni dei cittadini”. Altri manifesti saranno affissi per le strade, negli studi e negli ospedali.
“Lancio un’idea – spiega Anelli – che spero possa essere accolta e condivisa anche dalle altre federazioni degli Ordini delle professioni sanitarie e dalle associazioni dei cittadini: mettere in piedi, tutti insieme, una grande campagna contro il razzismo”.
“La collega Maria Cristina Deidda, con la sua denuncia – afferma Foad Aodi ,Fondatore dell’Amsi e dell’UMEM, riferendosi alla dottoressa che ha denunciato l’episodio di razzismo in cui vari pazienti si sono lamentati per aver atteso “per colpa di un negro” – ha testimoniato in maniera encomiabile la grande sensibilità dei professionisti italiani verso i diritti umani e l’uguaglianza, mettendo in evidenza quelli che sono i valori fondanti della nostra professione e della nostra società, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalle opinioni o tra chi, nella situazione amministrativa, è regolare o irregolare “.
Siamo indignati e preoccupati per l’aumento crescente degli episodi di razzismo e di discriminazione nei confronti dei professionisti della sanità e dei cittadini di origine straniera. Molte segnalazioni giungono allo sportello AMSI , il quale ha registrato un aumento del 35 per cento, negli ultimi tre anni in particolare, di episodi di discriminazione nei confronti dei cittadini di origine straniera . Le donne lo sono per motivi legati al velo, gli uomini per la barba lunga . Spesso si viene discriminati per il colore della pelle o per i soli vestiti religiosi e tradizionali. Le segnalazioni provengono maggiormente dalle regione Lombardia , dal Veneto , dal Trentino Alto Adige ,dalle Marche e Sardegna. Gli episodi si verificano spesso al pronto soccorso , nelle Asl, al Cup,nei centri di fisioterapia ed analisi.
I professionisti della sanità di origine straniera sono spesso vittime di episodi di razzismo e discriminazione – continua Aodi- che é anche consigliere dell’Omceo di Roma con delega ai rapporti con i Comuni e agli Affari Esteri dello stesso Ordine . Si registra anche un aumento dello sfruttamento dei professionisti della sanità di origine straniera nel mondo del lavoro con personale sottopagato ,con ritardi nei pagamenti e licenziamenti continui senza giusta causa, come ci viene raccontato allo sportello Amsi, dove le segnalazioni provengono da tutte le regioni italiane, in particolare dal centro sud in questo caso dove c’e’ maggiore disoccupazione e povertà.
Noi continuiamo a combattere la “guerra tra poveri” , gli episodi di razzismo e le discriminazioni utilizzando la “terapia del dialogo” , la conoscenza ed il principio dei diritti e doveri ,l’uguaglianza e la solidarietà -conclude Aodi
Con l’ufficio di Presidenza dell’AMSI e dell’U.M.E.M aderiscono all’iniziativa anche il Movimento internazionale Uniti per Unire e le associazioni e le comunità aderenti comprese le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) ,Emergenza Sorrisi-Ong e la Confederazione Internazionale Laica Interreligiosa –(Cili-Italia)