Recensione (senza spoiler) di “La mammana” di Antonella Ossorio
E aveva ragione, l’unico termine degno e compiuto era ancora di là da venire:
bello da scrivere e pronunciare,
con quelle due elle giusto al centro che sembravano sostenersi l’un l’altra.
Quanti inutili rovelli si sarebbe risparmiata,
se solo avessero coniato prima la parola «sorellanza»
(pagina 234)
Parlare di questo libro è un’impresa ardua, bisogna mantenere costante l’attenzione tra quello che si vorrebbe dire e quello che si può dire. Rivelare troppo rispetto a questo romanzo, scritto ottimamente e ottimamente costruito, significa levare gusto al lettore, anticipando aspetti essenziali inseriti nella trama narrativa come colpi di scena, interruzioni momentanee nel tessuto narrativo del romanzo che ne ritessono la trama in modo nuovo e dunque sorprendente.
La protagonista è colei che dà il titolo al libro: la mammana, ovvero una levatrice. Una donna che ha come compito, prima in un entroterra rurale della provincia di Napoli poi nella stessa città partenopea, di far nascere i bambini e talvolta di non farli nascere. Un personaggio eccentrico che per un caso fortuito si trova ad avere una figlia senza averla partorita. Una figlia anch’essa “inconsueta” a causa del suo aspetto, nata sotto il segno di una sfolgorante cometa.
La mammana e la figlia per ragioni diverse cercano di adattarsi alla società di metà Ottocento in cui vivono, una società che non le prevede e che fatica ad accettarle. E questa è la storia di questo percorso, che non è un percorso di rivendicazione ma quanto di adattamento e mimetizzazione, supportato e arricchito dalle numerose relazioni che legano i personaggi del romanzo.
Un ulteriore aspetto che rende questo romanzo meraviglioso è il linguaggio che fa la narrazione ancora più avvincente. Il linguaggio che impiega Antonella Ossorio, dalle sfumature arcaiche e dai poderosi accenti dialettali, è il mezzo che più di ogni altro traduce le emozioni dei personaggi e le conduce direttamente alla sfera emotiva del lettore.
Il testo di Antonella Ossorio è un romanzo familiare, un romanzo per certi versi storico, un romanzo “di donne” e delle varie relazioni d’amore di cui può essere costellata una vita, appunto, di donna: la relazione di amore tra madre e figlia, tra zia e nipote, l’amore inteso come eros, il rapporto di amicizia, quella relazione di apertura e condivisione tra donne che si nominerà solo molti decenni a venire: la sorellanza.
Di tutti questi tipi di amore fa esperienza la protagonista e noi con lei, in una narrazione che parte dall’interiorità delle donne protagoniste, una sorta di partire da sé che rivela una prospettiva non patriarcale e piacevolmente femminista.
Antonella Ossorio, La mammana, Einaudi 2014 – $ 18,50
Tagged: Antonella Ossorio, figlia, La mammana, libri, madre, Napoli, recensione, relazioni fra donne, sorellanza