Rete per la Parità: il nuovo codice degli appalti: la parità di genere non può diventare un optional
Riceviamo dall’ufficio stampa della Rete per la parità:
La Rete per la Parità, come ha dichiarato durante la Conferenza stampa del 7 febbraio presso la Camera dei deputati, organizzata da Le Contemporanee, condivide le preoccupazioni sorte a seguito dell’invio da parte del Governo al Parlamento dello schema del Nuovo Codice degli Appalti, dove è stato eliminato il cosiddetto “Bollino Rosa”, previsto dall’articolo 41 bis introdotto nel Codice delle Pari Opportunità dalla legge 79/2022.
Si tratta di una premialità alle aziende che riducano il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. C’è da considerare che l’ANAC nel novembre 2022 ha fornito indicazioni alle stazioni appaltanti per favorire l’attuazione di tale misura e ne ha sottolineato l’importanza anche perché in linea con i principi comunitari di parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità.
Già da anni la Rete per la Parità, partendo dai positivi risultati ottenuti in altri Paesi, ha sostenuto l’introduzione: di tale misura anche in Italia: nel 2020 con la Fondazione Ecosistemi ha organizzato per il Festival ASviS dello sviluppo sostenibile l’evento “Parità di genere, responsabilità sociale d’impresa e acquisti pubblici” e nell’ambito del Festival dell’anno successivo l’evento “La certificazione di parità di genere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: come inciderà sul mercato del lavoro e sugli acquisti pubblici?”.
Inoltre le misure introdotte con la Legge 162/2021 e il via libera alle Linee Guida per la previsione del gender procurement nei bandi di gara che riguardano i progetti finanziati dal PNRR, sono state segnalate come azioni innovative positive nel Rapporto ASviS 2022, nella sezione curata dal Gruppo di lavoro 5 “Parità di genere” di cui fanno parte anche le predette due associazioni.
Il Nuovo Codice degli appalti troverà operatività per tutti i nuovi procedimenti a decorrere dal 1° aprile del corrente anno, mentre dal 1° luglio successivo è prevista l’abrogazione del Codice precedente e l’applicazione delle nuove norme anche a tutti i procedimenti già in corso. Con il testo all’esame delle Camere il Governo intende sostituire l’obbligo con la facoltà nella previsione di meccanismi premiali per la parità di genere e le opportunità generazionali e ridurre l’entità delle cauzioni provvisorie, in caso di possesso della certificazione di parità di genere, dal 30% al 20%.
La Rete per la Parità denuncia che la mancata attenzione alla riduzione del gap sociale ed economico di genere disattenderebbe la parità di genere, uno degli obiettivi fondamentali del PNRR che, insieme con la parità territoriale e generazionale, è in linea con i tre “pilastri”, le priorità trasversali del Next Generation EU. Si verificherebbe una modifica rispetto a quanto previsto nell’art. 47 della legge 108/2021 sulla governance del PNRR.
Una misura comunicata a suo tempo all’UE e quindi non modificabile, come è stato evidenziato con il precedente caso della previsione del limite minimo di 30 euro per i pagamenti digitali, poi ritirata dal Governo.
No a passi indietro, il gap di genere nell’occupazione e nelle carriere è ancora un problema persistente in Italia, come ha confermato l’ultimo rapporto ISTAT, e non è accettabile una retromarcia per motivi infondati. Da alcune parti si sostiene che il “Bollino Rosa” complicherebbe le procedure, mentre è una possibilità e non un obbligo. Così come è privo di fondamento sostenere che penalizzerebbe alcune aziende, in quanto impossibilitate a utilizzarlo.
La Rete per la Parità condanna fermamente ogni modifica al ribasso e propone, per superare la problematica in alcuni settori, come quello edile privo quasi totalmente di personale femminile, l’inclusione delle donne attraverso la modifica dei criteri per l’assegnazione degli incarichi che penalizzano le donne delle professioni, quali avvocate, ingegnere, architette e commercialiste e nei contratti di lavoro per mansioni amministrative.
Dalla conferenza stampa in vari interventi è stata proposta l’istituzione di un tavolo tecnico con la partecipazione dell’ANAC, delle parti sociali e delle associazioni. Anche in questo ambito la Rete per la Parità proseguirà nell’impegno per una società che valorizzi il ruolo e le competenze delle donne e non sprechi risorse preziose per l’economia del Paese.
Italia, 8 febbraio 2023