RIACE – il sindaco come Antigone –
Così, far sposare una donna migrante con un italiano per sottrarla alla tratta, affidare la pulizia del paese ad una cooperativa di richiedenti asilo, aprire laboratori e negozi per dar lavoro a chi non ce l’ha, far rivivere un paese che si andava spopolando affidando le case abbandonate a persone che non sapevano dove andare a dormire, è reato punibile con l’arresto.
Una situazione che ci riporta al 442 aC, insomma, ai tempi di Sofocle quando il drammaturgo greco scrisse l’Antigone. L’opera racconta la storia di una donna, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice come la sua coscienza e gli dei le suggeriscono, contro la volontà del re di Tebe. Scoperta, Antigone viene condannata a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. Una scelta che porterà solo morte e dolore.
Un parallelo che oggi è stato ricordato da Augias nella sua trasmissione Quante storie che aveva come ospite il magistrato Nino Di Matteo. Alla domanda: Domenico Lucano come Antigone? Il magistrato ha risposto che le leggi dello stato vanno rispettate e se non sono giuste è la politica e il Parlamento che le deve cambiare. Un discorso formalmente corretto ma che cosa significa che è la politica che deve sollecitare il cambiamento?
E qui non posso non pensare a tutte le forme di lotta che il movimento delle donne, il femminismo, hanno intrapreso per convincere il Parlamento a cambiare quelle norme che punivano l’aborto. Vennero organizzati, per abortire, viaggi a Londra, nacquero consultori autogestiti dove si praticava, in clandestinità, l’interruzione volontaria di gravidanza, ci furono donne che si autodenunciarono e furono arrestate come Adele Faccio.
Centinaia di collettivi, gruppi, associazioni femministe per avere luoghi dove fare politica occuparono e occupano edifici con il continuo rischio di essere sgombrati. A quando una legge che garantisca luoghi dove le donne si possono incontrare per fare attività sociale, culturale, promuovere iniziative politiche? E di esempi ne possiamo fare a decine. Per cambiare le cose e suggerire agli organi competenti quali leggi emanare per migliorare le condizioni di vita in questo Paese purtroppo è necessario, molte volte, forzare la mano, con azioni positive, spesso illegali. .
Bisogna tenere anche presente che leggi emanate con la spinta di movimenti democratici e progressisti spesso, come sta succedendo in questo momento storico, corrono il rischio di essere smantellate da forze politiche contrarie. Ad esempio, la legge 194 è minacciata di continuo.
L’ordine di arresto del sindaco di Riace ci disorienta come ogni atto che riteniamo ingiusto per chi dà ad una coscienza umanitaria e alla disobbedienza civile, un valore portante.
Un arresto che però trova sicuramente il plauso di chi porta avanti una politica xenofoba e di paura contro il diverso e di quei trafficanti che traggono solo benefici nel poter ricattare gente allo sbando che non trova altra sponda se non la loro criminale illegalità.
E’ per questo che una buona politica, come quella portata avanti dal sindaco Domenico Lucano, non può che essere sostenuta.