Martedì 30 settembre alle ore 11, presso la sala del Consiglio comunale di Pesaro, sarà presentato un evento molto atteso in città: la visita al capoluogo marchigiano di Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la pace e attivista per i diritti dei popoli indigeni, prevista per i primi di ottobre. L’attivista e scrittrice incontrerà alcune personalità cittadine e presenterà {{la sua nuova campagna per i diritti dei popoli discriminati}}.

{{I numerosi episodi di razzismo e xenofobia avvenuti nella città di Pesaro}} non sono mai stati stigmatizzati dalle autorità locali; al contrario, un assessore di sinistra ha affermato, recentemente, riferendosi ai Rom: ”Qui a Pesaro i nomadi non attecchiranno mai. Non c’è acqua per quei pesci, perché qui la gente lavora. Qui il nomade se ne va in fretta o viene allontanato. Gli amici spagnoli secondo me non hanno sbagliato del tutto a definirci razzisti”.

Nello scorso luglio il sindaco di Pesaro si impegnò pubblicamente, anche in alcune interviste pubblicate sui giornali locali, ad {{avviare un progetto di integrazione, in linea con le Direttive Ue e le leggi internazionali contro il razzismo e a tutela dei popoli.}} Il progetto avrebbe dovuto comprendere assistenza sociale per le persone Rom gravemente ammalate (vi sono casi di tumori maligni in fase avanzata, cardiopatie gravi, mutilazioni e handicap), la possibilità di accedere a un alloggio decoroso (il sindaco propose di consentire alla comunità Rom di riattare edifici fatiscenti nell’area cittadina), il ricongiungimento nelle famiglie di alcuni minori e un piano di inserimento professionale per le persone valide.

Purtroppo, nonostante il Gruppo EveryOne avesse proposto di contribuire, con sacrificio personale dei suoi membri, al progetto, {{ogni promessa è stata disattesa, con conseguenze drammatiche per le famiglie Rom,}} già provate da anni di indigenza, emarginazione e incuria a parte delle Istituzioni.

{{Ciprian Danila}}, il giovanissimo Rom che viveva a Sesto San Giovanni in condizioni di indigenza intollerabili ed è morto bruciato vivo nel rogo scatenato da una candela all’interno dell’edificio fatiscente in cui viveva: avrebbe dovuto ricongiungersi alla famiglia della sua fidanzata, che vive a Pesaro. {{Soltir Danila}}, 55 anni. Malato di cancro, avrebbe dovuto ricongiungersi alla sua famiglia ed essere curato presso l’Ospedale San Salvatore (ospedale che, una volta compresa la condizione sanitaria spaventosa in cui versano i Rom, ha scelto di curarli, secondo il codice deontologico). E’ morto in Romania, senza poter accedere ai farmaci che avrebbero potuto salvarlo.

{{A Pesaro vivono altre persone Rom a rischio di vita, senza cure, in luoghi freddi e malsani}}. Solo lo spirito umanitario di alcuni cittadini – fra i quali spiccano per impegno e generosità Mariateresa, Maria, Elisa e il sacerdote don Roberto – ha impedito altri drammi irreparabili. Ma per l’amministrazione della città, non c’è posto per i Rom. Il tempo stringe, l’inverno è alle porte e nonostante le rassicurazioni del sindaco per i Rom di Pesaro non è stato fatto nulla.

{{Di fronte al rischio di tragedie umanitarie come quelle che stanno colpendo i Rom in molte città italiane}}, I membri del Gruppo EveryOne, con le sole proprie risorse, hanno senza clamori iniziato ad organizzare piani si emergenza per la salvaguardia delle famiglie Rom presenti a Pesaro. La piccola Annamaria, malata di polmonite (una delle prime cause di morte infantile nel mondo) è stata curata e trasferita insieme alla sua famiglia al sicuro, al sud, lontano da Pesaro, in un Paese che ha scelto di accoglierla, di darle un alloggio e un’occasione di lavoro. Annamaria frequenterà le scuole locali e la sua brutta tosse, grazie al riscaldamento, alle cure mediche e a un’alimentazione adeguata, guarirà presto.

Un’altra famiglia è in procinto di partire, verso il sud, dove è attesa da alcuni uomini di buona volontà, fra cui l’eroico parroco don Michele, un uomo che non verrà dimenticato, quando la persecuzione dei Rom avrà termine. In questi giorni, {{il Gruppo EveryOne presenterà a Rigoberta}} – con cui ha una fraterna affinità nell’impegno per i diritti degli emarginati – {{un documento in cui è dettagliata la condizione di emarginazione e negazione di ogni diritto umano in cui si trovano i Rom}} {{di Pesaro}}, chiedendole di aggiungere la sua voce al coro delle proteste e di chiedere con voce ferma alle autorità locali di rispettare le Direttive Ue e le convenzioni internazionali che combattono il razzismo e promuovono la tolleranza fra i popoli. Prossimamente, inoltre, l’organizzazione presenterà il cortometraggio {{“Pesaro Zigeunerfrei”}}, una denuncia della repressione delle famiglie Rom che cercano di sopravvivere nella città di Rossini (compositore che, peraltro, amava la cultura “zingara”).

Mentre le organizzazioni per i diritti umani e i cittadini Pesaro assolvono i compiti per cui l’amministrazione è stata eletta, il comune di Pesaro ha l’ardire di parlare di Diritti Umani e accogliere una donna che si batte contro gli abusi e le violenze perpetrati da governi e istituzioni locali contro le minoranze etniche. {{Circa un anno fa Rigoberta, scambiata per una nomade, fu espulsa da un hotel di Cancun, in Messico}}. Ci auguriamo che l’amministrazione pesarese, che non può certo essere definita accogliente o tollerante nei confronti delle minoranze poiché attua una politica pesantemente discriminatoria contro le famiglie Rom che vivono in città, non riservi per sbaglio al premio nobel Rigoberta Menchù lo stesso trattamento che ha riservato alle persone di etnia Rom che si sono rifugiate a Pesaro e che a malapena sono lasciate camminare per le strade della città.

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