ROMA – Accademie della Maestria femminile propone un momento di riflessione sul FARE SCUOLA
La Scuola e l’educazione sono il fulcro dell’ottavo ciclo di incontri delle Accademie della Maestria femminile, un progetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e della Fondazione Scuola Alta Formazione Donne di Governo, in collaborazione con Aspasia di Mileto Associazione per la Consulenza Filosofica di Trasformazione. Lunedì 26 novembre 11,00-13,00 e 15,00-17,00 Martedì 27 novembre 15,00-17,00 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Viale delle Belle Arti 131 –
Condurranno l : Maria Cristina Mecenero, Mariella Pasinati e Anna Maria Piussi.
L’Accademia Del Fare Scuola assume il termine scuola in senso ampio, per indicare contesti e situazioni in cui avvengono scambi significativi e apprendimenti intesi come movimenti trasformativi di sé e della realtà di cui si è parte. L’Accademia si pone come momento di riflessione, confronto e ricerca sulla e nella scuola, per far emergere pratiche innovative, per riconoscere competenze, autorità e maestrie, in controtendenza rispetto agli scenari e ai linguaggi dominanti. Questo ciclo di incontri si propone di rinnovare la passione dell’insegnare e dell’apprendere, e scommette su un altro ordine di senso, sull’irradiazione di esperienze e pratiche quotidiane, valorizzando il sapere dell’esperienza e l’agire in fedeltà a sé, al senso libero della differenza sessuale, per una scuola (e una civiltà) pensante, libera e sapiente.
Temi e laboratori: Partire da sé come movimento trasformativo di sé e del mondo Soggettività, desiderio e saperi dell’esperienza Pratica delle relazioni Libertà, autorità, autorizzazione Leggere la realtà (dentro e fuori di sé) con competenza simbolica e materiale Linguaggi falsificanti e lingua generativa
Maria Cristina Mecenero, laureata in Pedagogia, con un Dottorato in Scienze della Formazione, ha scelto di continuare a fare la maestra di scuola primaria. È una delle protagoniste del docufilm L’amore che non scordo, del Movimento di autoriforma e del Gruppo Maestre in ricerca e in movimento. Tre sono le leve che uso per tenere un filo teso col mio essere una donna che insegna. Le ho apprese durante gli anni in cui molte iniziative furono organizzate facendo riferimento al campo di esperienza, ricerca e studio chiamato Pedagogia della differenza sessuale. Più tardi, ho continuato nel Movimento di Autoriforma a dare seguito a ciò che sempre più si andava definendo come una pratica fertile ed efficace. La prima leva è fatta da una scelta: mettere al centro lo stare in relazione con le altre nel contesto in cui lavoro. Tenendo fede a ciò che ho sperimentato soggettivamente: essere riconosciuta e sostenuta da alcune donne e grazie a questo aver guadagnato in consistenza e capacità di agire nel mondo. Con un lavorio continuo su due fronti: il riconoscimento del valore delle altre (madri, bambine, colleghe, dirigenti, tirocinanti) e la necessità di confrontarsi e intrecciarsi con le differenze soggettive che le donne portano sempre più sulla scena pubblica, tra cui la scuola. Conflitti, alleanze, contrapposizioni, esperimenti di nuovi legami tra donne. La seconda: molto si può fare a partire da una possibilità che abbiamo a disposizione, e cioè l’attivazione locale/contestuale di gruppi per una ricerca libera intorno a un bisogno/desiderio. Ricordando con Elinor Ostrom che le istituzioni pubbliche possono essere gestite con successo senza regolamentazioni provenienti dalle autorità centrali e che vi è una difficoltà ancora molto diffusa a riconoscere l’esistenza e l’importanza della diversità istituzionale, nella scuola determinata anche dal fatto che a lavorarci siamo soprattutto donne, accanto e oltre la diversità biologica e quella culturale. La terza: è la narrazione la forma di comunicazione che scelgo come strumento per il cambiamento. Per restituire esperienza a chi la vive, per prestare attenzione alle cose, per mantenere il contatto con il reale.
Mariella Pasinati è docente di Storia dell’Arte e scrittrice. È impegnata nella ricerca e nella pratica pedagogica, ha curato progetti educativi sperimentali nell’ambito della differenza sessuale. Durante l’incontro punterò l’attenzione sui presupposti comuni, trasversali, che stanno alla base di esperienze formative maturate in molti anni di lavoro in relazione politica con insegnanti di Palermo attive nel femminismo e impegnate a ripensare insieme radicalmente la pratica educativa (l’uso sessuato della lingua, la falsa neutralità della cultura e la sua decostruzione, la ridefinizione dei saperi alla luce della differenza sessuale, la necessità di costruire genealogie femminili, la ricerca di modi e forme dell’insegnare in ascolto e continuità con l’esperienza viva…). Ne sono scaturiti pensieri ed esperienze in grado di cambiare in meglio la scuola, contrastando la pretesa di controllare, indirizzare ed affidare ad un sapere predeterminato tutti i processi complessi che vi si determinano. Si tratta di pratiche ed esperienze che mostrano che è ancora possibile il piacere di insegnare/imparare, anche in condizioni non favorevoli come quelle in cui viviamo oggi. Una particolare attenzione sarà riservata all’esemplificazione di un percorso educativo e didattico di Storia dell’arte, ambito della mia docenza: dalla decostruzione dell’impianto falsamente neutro della disciplina all’adozione di uno sguardo sessuato per indagarla e ripensarla liberamente, un approccio costruito nell’assunzione consapevole della mia responsabilità magistrale di donna nei confronti delle/degli studenti.
Anna Maria Piussi, già ordinaria di Pedagogia all’Università di Verona, ha contribuito alla pedagogia della differenza sessuale in Italia e all’estero e al Movimento di autoriforma. Fa parte della Comunità Diotima ed è Presidente onoraria della Fondazione Scuola di Alta Formazione per Donne di Governo. Cercherò di esplicitare la posta in gioco politica di questa Accademia, proposta in un tempo particolarmente disorientante, fonte di sofferenza e di contraddizioni e certo non solo per la scuola. Ma anche un tempo di protagonismo femminile, da vivere e agire con la necessaria libertà e autorità se vuol essere interprete di una nuova civiltà di rapporti. Di una rinnovata energia di donne (e di uomini) consapevoli di sé e pensanti fuori dagli schemi dominanti, dai ripiegamenti individualistici e dalle tentazioni di accomodamento, ha bisogno la scuola, ancora prezioso luogo di incontro e di fecondazione reciproca tra generazioni, culture, storie differenti. La cancellazione del senso libero di essere donna o uomo nell’insegnamento-apprendimento e nella formazione, rafforzata dal paradigma della finta neutralità-oggettività dei soggetti e dei processi a sostegno della logica della governance che ha investito anche i luoghi dell’educare e del conoscere, rappresenta una perdita di realtà e di civiltà per tutti. Desidero mostrare come la presa di coscienza radicale del valore di essere donna, guadagnabile nelle relazioni politiche tra donne, possa provocare uno spostamento mentale e simbolico necessario per aprire i contesti orientandoli a un altro ordine di senso, per mettere in movimento verso il meglio la realtà, anche la realtà della scuola, e trasformare relazioni umane, contesti e saperi con mediazioni, invenzioni e pratiche originali. Pratiche che consentono di pensare, parlare e agire con voce propria, che autorizzano ad ascoltare l’esperienza soggettiva e a farne un sapere, una verità da condividere e da mettere in gioco nella vita pubblica, anche scolastica, per trasformarla. Invenzioni che aiutano a prendere le distanze dagli specialismi, dalle astrazioni, dalla voce degli esperti, ed esporsi con coraggio all’imprevisto, al divenire, alla ricerca continua di un di più, in relazione con altre, altri e a partire da sé, per far circolare autorità femminile come misura di un diverso fare scuola e stare nel mondo, e liberare desideri e differenze singolari dando valore a ciò che realmente conta.
PRENOTAZIONI – CONTATTI
Come per le altre occasioni, si richiede gentilmente la prenotazione entro il 23 novembre, contattando direttamente i riferimenti delle Accademie della Maestria femminile all’indirizzo: accademie.maestria@gmail.com.
Gli incontri sono aperti a chiunque a partire dai 14 anni di età
Le Accademie della Maestria femminile rientrano nei corsi di aggiornamento per il personale della scuola in quanto promosse dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Ente di Formazione (direttiva 170/2016). Le/i docenti e il personale scolastico, previa registrazione sulla piattaforma S.O.F.I.A. del MIUR e partecipazione agli appuntamenti in programma, otterranno i crediti formativi.
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