ROMA – alla Sala Umberto torna “La bastarda di Istanbul”.
Dopo il grande successo della scorsa stagione, torna a grande richiesta lo “La bastarda di Istanbul”. Un’affascinante saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti e da segreti indicibili che legano Istanbul all’America e la Turchia all’Armenia.
In scena uno dei romanzi più famosi di Elif Shafak, indiscussa protagonista della letteratura turca, grande conoscitrice del passato e profonda osservatrice del presente del suo Paese. “La bastarda di Istanbul” è campione di vendite in tutto il mondo, tradotto in più di trenta lingue, il cui tema centrale e ancora scottante è quel buco nero nella coscienza della Turchia, cioè la “questione armena”, ovvero l’eccidio degli armeni a opera dei turchi nel 1915. Simbolo di quella parte della Turchia che ha il coraggio di guardarsi dentro e di raccontare le proprie contraddizioni, Elif Shafak intreccia con luminosa maestria le mille storie che fanno pulsare il cuore della sua terra dove le tradizioni occidentali e orientali si confondono e mettono in evidenza le voci delle donne, delle minoranze, degli immigrati, di tutto un mondo di etnie che hanno formato il patrimonio culturale turco e di cui sembra che la Turchia attuale voglia dimenticare.
In una Istanbul animata e reale -più che una metropoli una grande nave dalla rotta incerta su cui da secoli si alternano passeggeri di ogni provenienza, colore e religione- sbarca segretamente Armanoush, giovane e tranquilla americana che, in cerca delle proprie radici armene, arriva nella famiglia matriarcale del suo patrigno turco Mustafa. Lì incontrerà Asya la bastarda, sua coetanea, adolescente turca ribelle e nichilista, con una grande e colorata famiglia di donne alle spalle, e un vuoto al posto del padre. Frequentando Asya, la sua famiglia e i suoi amici, Armanoush si rende conto di non odiare affatto i Turchi e riconosce che, malgrado tutti i tentativi di negarsi gli uni agli altri, Turchi e Armeni sono legati, mescolati all’immagine stessa di Istanbul impaginata sulla scena nelle immaginifiche video-scenografie di Giuseppe Ragazzini. Angelo Savelli porta sulla scena questa straordinaria saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti e segreti indicibili. Un segreto lega la Turchia all’Armenia, i turchi agli armeni, Asya ad Armanousch.
Un segreto che forse non verrà mai svelato. Un segreto che ha l’aspetto di un’antica spilla di rubini a forma di melagrana.
Durata spettacolo: 135′ compreso intervallo
Gianna Casini scriveva due anni fa: L’attrice-feticcio di Ferzan Ozpetek, la caratterista di “Le fate ignoranti”, “Saturno contro” e “La finestra di fronte” Serra Yilmaz apre la scena di questo lungo e fascinoso racconto corale di una famiglia di Istanbul… “La bastarda di Isatanbul” … ad ogni data una sala gremita pronta a farsi affascinare da una storia che ha il sapore di altri tempi, da un cast affiatato e composito, da una drammaturgia assai particolare dove i personaggi si raccontano in terza persona e a cui fanno da sfondo le video-scenografie di Giuseppe Ragazzini, grazie alle quali si aprono le finestre di una Istanbul animata e ironica, affascinante e istrionica, un porto di mare ricco di pirati, avventurieri, storie d’amore e di coltello. Particolarmente spassosa la descrizione del caffè Kundera a Istanbul, dove gli intellettuali si ritrovano per poter confrontare liberamente le loro idee e dove si trovano personaggi quali il “Poeta Eccezionalmente Privo di Talento” o lo “Sceneggiatore Non-nazionalista di Film Ultranazionalisti” sempre grazie al supporto del visual artist Giuseppe Ragazzini, il quale crea divertentissimi spazi virtuali con le sue espressive video-scenografie….