Si è da poco  conclusa l’assemblea cittadina convocata alla Casa Internazionale delle Donne dopo l’azione provocatoria messa in atto  contro uno dei luoghi della politica delle donne. Un luogo dove decine di associazioni da decenni portano avanti obbiettivi per l’autodeterminazione e la libertà femminile. Erano presenti più di duecento persone,  quasi tutte donne.

In molti interventi è stato sottolineato che  chi ha attaccato striscioni e manifesti contro la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza ha voluto, con una azione provocatoria, colpire una parte per il tutto. Cercano – è stato detto-  di indebolire il movimento delle donne in un momento in cui è emerso con tutta la sua forza  in una dimensione internazionale.   Un movimento politico con  obbiettivi precisi: le condizioni di vita, il lavoro, l’abitare, la salute, l’educazione, l’ambiente… Insomma, un movimento che può fare paura perché  fa politica, cultura, costruisce relazioni e decodifica i poteri.  

E’  per questo che questi fascisti della seconda ora  hanno  pensato bene di tornare ad infierire  attaccando la 194. Una delle conquiste che 40 anni fa le donne ottennero con una mobilitazione capillare e di massa. Decine le manifestazioni, i seetin, le assemblee,  in molte si autodenunciarono  quando abortire era un reato, organizzarono viaggi in Paesi dove era possibile abortire,  misero in piedi consultori autogestiti quando ancora la legge non li prevedeva. E tutto questo veniva fatto ben sapendo che abortire non era un giro di valzer. Far uscire dalla clandestinità l’aborto significava salvare dalla morte centinaia di donne. Questo, e non solo questo, fecero  e continuano a fare le femministe per migliorare la propria vita e quella di altre che non conoscono ma che a loro volta agiranno per la libertà  propria e di altre ancora in una catena che ha portato a dire che la rivoluzione femminista, l’unica non violenta, vive nel concatenarsi delle generazioni.

Dunque, attaccare la 194 è colpire un simbolo che rappresenta  tutte quelle conquiste che negli anni Settanta segnaro un grande passo in avanti sul tema dei diritti, dell’autodeterminazione e delle libertà. Pensiamo al divorzio, al diritto di famiglia, alla parità salariale, alla riforma sanitaria… il rischio di politiche reazionarie, repressive, illiberali, antidemocratiche, fasciste oggi è molto forte e per questo – è stato detto in più interventi – altrettanto forte deve essere la risposta che i movimenti femministi in tutte le loro articolazioni devono dare.  Si è prlato anche di preparare una mobilitazione nazionale.

 

L’ASSEMBLEA SI E’ CHIUSA CON QUESTO COMUNICATO :

La libertà delle donne torna a essere oggi un obiettivo da colpire nel momento in cui la forza e il peso di un nuovo movimento femminista attraversano il paese e il mondo.  Il blitz fascista di sabato scorso alla Casa Internazionale delle Donne ne è la dimostrazione e si colloca in unclima più generale di attacco alla libertà e all’autodeterminazione delle donne e di chiusura degli spazidemocratici. La partita per l’autodeterminazione è sempre aperta. Insieme alle donne in lotta in Argentina, in Polonia, InIrlanda, in Brasile, negli Stati Uniti rilanciamo la mobilitazione. Il 22 maggio, 40esimo anniversario dell’approvazione della legge 194, saremo di nuovo in piazza per affermare il nostro diritto alla salute e alla libertà di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite.

Assemblea riunita alla casa internazionale delle donne il 10 aprile 2018