ROMA. “Festa di San Giovanni al Municipio VII
Le erbe di San Giovanni e i riti della vigilia
di Lucia Corbo
Un tempo la festa di San Giovanni iniziava a Roma con i vespri della vigilia, quando la gente accorreva nella Basilica in Laterano: un’ora prima la folla riempiva la Basilica, anche se in pochi riuscivano ad entrare nella sagrestia e nella sua aula maggiore per vedere per terra il tappeto colorato di frutti, erbe e fiori di tutti i tipi.
Sull’altare maggiore c’era un tronetto di cristallo di rocca con sopra la statua d’argento del Santo e sotto chiodi di garofano, chiusi in sacchetti di seta bianca, che venivano benedetti da cardinali e vescovi in pompa magna e distribuiti ai porporati e al popolo “per la loro salute spirituale e corporale e affinchè venissero amministrati agli infermi per ottenerne la guarigione, nonché alle donne in stato interessante per un parto felice”(cit.Manlio Berberito)
Davanti alla Basilica, nella piazza, veniva allestito un mercato delle erbe dove se ne potevano comprare di ogni di ogni tipo e per ogni funzione.
Mettece san Giovanni ,”Faccia fresca”, la spighetta, er garofolo co’ l’ajo, er bacetto, le streghe, quarche sbajo, e fai la canzonetta romanesca. (Trilussa)
Dal Medioevo, la religiosità popolare mescolava riti cristiani e miti pagani, superstizione e culto e le pratiche magiche si confondevano con quelle cristiane.
Queste commistioni sono rimaste nella cultura popolare fino quasi ai giorni nostri.
Dalle feste dei solstizi alle feste dei S. Giovanni
L a festa di S. Giovanni del 24 giugno cade nei giorni della antica festa del Solstizio d’Estate, quando il Sole raggiunge la sua massima altezza sull’orizzonte, a Nord dell’equatore celeste, e le popolazioni agricole festeggiavano il giorno più lungo dell’anno, con falò rituali per tenere lontana la notte.
Ma la sua origine porta molto indietro nel tempo.
Omero nell’Odissea descrive una misteriosa caverna nell’isola di Itaca, quella delle Ninfe Naiadi dove ci sono due porte: una volta a Borea, a Nord, la porta degli uomini mortali, che possono entrare ed uscire; l’altra volta a Noto, a Sud, la porta degli dei e degli immortali, che l’uomo può varcare solo senza ritorno. Le due porte corrispondono ai due solstizi, estivo e invernale, simboli del passaggio nella Caverna cosmica, dal mondo soggetto al tempo a quello dell’eternità.
La festa del Solstizio estivo è stata per i primi popoli la festa della stagione feconda e dell’ingresso nella Caverna Cosmica.
Nel mondo latino il guardiano delle due porte (januae) era il Giano bifronte, lo janitor, colui che le apriva e chiudeva con le chiavi una d’oro e l’altra d’argento. Le feste di Giano erano celebrate a Roma in coincidenza con i due solstizi, corrispondenti ai punti più basso (inverno) e più alto (estate) delle due metà del percorso apparente del sole sull’orizzonte nel corso dell’anno, sotto e sopra l’Equatore celeste.
Nella tradizione cristiana, le due feste pagane solstiziali in onore di Giano, sono diventatele giornate di festa dedicate a S. Giovanni Battista (24 giugno) e a S. Giovanni Evangelista (27 dicembre).
Il nome Jahanan, che deriva dalla radice ebraica hanan ha il doppio significato di “misericordia di Dio” e “lode a Dio”.
Non a caso se il primo significato, “misericordia di Dio”, si addice a San Giovanni Battista, il secondo “lode a Dio” a S. Giovanni Evangelista.
Ma anche si ritrova che il primo “discendente” e il secondo “ascendente” riportano al Sole nelle due posizioni solstiziali e alle porte della Caverna cosmica.
Streghe e diavoli
Tante sono le credenze popolari legate alla festa di S. Giovanni, dove streghe e diavoli popolavano l’immaginario collettivo e maghi e riti propiziatori erano la risposta irrazionale ai misteri connessi alla vita dell’uomo ed al divenire del cosmo.
Nel Medioevo nacque la leggenda della noce di Benevento, secondo cui nella notte di San Giovanni le streghe, con a capo Diana, volavano a migliaia nei cieli, recandosi al gran Sabba annuale sotto un noce molto antico a Benevento. Nel VII secolo, il vescovo Barbato lo fece sradicare per troncare questi riti. Ma dopo la sua morte un altro noce spuntò nello stesso posto e i convegni delle streghe ripresero. Nel XVII secolo anche quell’albero morì; ma le streghe continuarono a convergere verso Benevento.
Le erbe e i riti di San Giovanni
Le usanze e i riti popolari connessi alla festa di S. Giovanni avevano la funzione di proteggere il creato, la casa, gli amori.
A simbolo della fecondità erano posti l’acqua e il fuoco: il fuoco coi falò, l’acqua attraverso la rugiada della notte del santo, la guazza romana, considerata curativa e profetica.
Associati alla stagione del solstizio estivo e al fiorire e al rigoglio delle erbe tanti i riti con i vari tipi di piante, molti da preparare nella notte della vigilia.
Eccone alcuni…
La leggenda del Sabba del streghe era diffusa in tutta Italia e ovunque si facevano riti per scacciarle insieme ai diavoli. Per cui nella notte della vigilia si consigliava di portare l’aglio sotto la camicia, insieme ad altre erbe come l’iperico, la ruta e l’artemisia per difendersi dalle streghe che passavano numerose nel cielo quando si recavano al gran sabba annuale.
A Roma si preparava l’acqua di S. Giovanni per la buona salute: Era un’acqua profumata e purificatrice con cui ci si lavava la mattina della festa di S. Giovanni. Si otteneva mettendo a bagno per tutta la notte della vigilia le erbe aromatiche, come rosmarino, salvia, iperico e ruta.
P er le ragazze che cercano marito: Nella notte della vigilia la ragazza da marito gettava nella strada un garofano: sarebbe stata sposa del primo che la mattina seguente toccava il garofano con la mano o il piede.
Per conquistare la donna ritrosa: Si credeva che per vincere la resistenza di una donna ritrosa, l’innamorato doveva lanciare in direzione dell’abitazione dell’amata una polvere composta di foglie secche di maggiorana, valeriana, salvia e verbena, raccolte nella notte del 24 Giugno prima dell’alba.
e altri ancora…
La scienza coi suoi progressi ha squarciato tanti veli e dato tante risposte a fenomeni, inspiegabili quando poco si conosceva delle leggi naturali, fisiche e chimiche della natura e la medicina muoveva i suoi primi passi; ma certo mnon arriverà mai a dare risposte esaurienti su tutto il mistero della vita dell’uomo e del cosmo.
L’indefinito della vita rimane come compagno di cammino degli uomini e va vissuto come tale, senza pretendere di trovare spiegazioni razionali a tutto o di dominarlo secondo i propri bisogni.
Affidarsi ai riti contro gli spiriti maligni o alle credulonerie di maghi e fattucchiere, poteva essere comprensibile in epoche passate.
Oggi non ha senso. Purtuttavia, nonostante i progressi scientifici e tecnologici, sono ancora tante le persone che si affidano a maghi e fattucchiere, anche grazie ai media che strumentalmente li diffondono, consentendo loro floridi mercimoni a discapito dei più creduloni.
Alla Festa di S. Giovanni 2023 a Roma andremo alla riscoperta delle tante erbe di S.Giovanni e degli antichi riti ad esse collegati.
Ma sarà come un gioco che ci riporterà indietro, ai tempi in cui la immaginazione galoppava e riempiva le notti e il cielo di personaggi fantastici, che in tutti i modi si cercava di rendere propizi e disponibili a realizzare i propri sogni e desideri.