ROMA. Il 18 luglio alla Casa Internazionale delle Donne: Cittadinanza. Parlano le nuove generazioni
18 LUGLIO, ORE 20:30 – CITTADINANZA. PARLANO LE NUOVE GENERAZIONI
L’incontro sulla Cittadinanza fa parte della rassegna “Afrointersezioni”, organizzata dall’associazione Lesconfinate* nel giardino della Casa internazionale delle donne di Roma nell’ambito del programma LA CASA (S)PIAZZA. Le “Afrointersezioni” sono connessioni interculturali già esistenti o possibili per promuovere una società transnazionale e decolonizzata, con uno sguardo femminista e antirazzista sul mondo che costruisca una nuova immagine dell’Africa e degli altri continenti.
Organizzata in collaborazione con l’Archivio delle Memorie Migranti, NIBI (Neri Italiani Black Italians) e Collettivo N, la serata prevede la proiezione di alcuni cortometraggi e un incontro con registe/i, rappresentanti di associazioni che lottano per la cittadinanza e l’interculturalità – Kwanza Musi Dos Santos, Fioralba Duma e Susanna Owusu Twumwah dell’associazione QuestaèRoma; Benedicta Djumpah, Paula Baudet Vivanco e Omar Neffati del Movimento Italiani Senza cittadinanza; rappresentanti della rete G2-Seconde generazioni – e Leonardo De Franceschi, autore del libro La cittadinanza come luogo di lotta.
Saranno proiettati i cortometraggi:
–Indovina chi ti porto a cena di Amin Nour, vincitore del progetto MigrArti 2018, una produzione Goldenart production e Wellsee, durata 11′.
Un giovane di origine somala ma di evidente vissuto romano si prepara ad incontrare i genitori della sua ragazza, russa di origine ma italiana a tutti gli effetti. Il racconto si focalizza sulle ore precedenti l’incontro, ore in cui vediamo la vita del giovane protagonista, Mohamed, 25 anni, scorrere normalmente. Conosciamo meglio le vie di Termini, che ci appaiono come le vie di un film di Spike Lee, popolate solo ed esclusivamente da neri; entriamo in contatto con gli amici di Mohamed: tutti ragazzi di seconda generazione che passano il tempo su una panchina di Piazza dei Cinquecento. Gli amici, per gioco, iniziano a prenderlo in giro sul suo abbigliamento, anche questo tipico dei neri che imperversano nei film.
–Yousef di Mohamed Hossameldin, vincitore del progetto MigrArti 2018, prodotto da Premiere Film, durata 14′. E’ stato in cinquina come miglior corto ai David di Donatello 2019.
Yousef è un cuoco di successo, figlio di immigrati, cresciuto in Italia. Dopo una lunghissima attesa riesce ad ottenere la cittadinanza italiana, pochi giorni dopo l’attentato di Macerata. Le certezze di Yousef iniziano a vacillare, fino a condurlo ad una vera e propria crisi di identità. Quando si troverà di fronte ad una scelta che fino a poco prima sarebbe stata ovvia, non saprà più cosa fare.
–Io sono Rosa Parks di Alessandro Garilli, vincitore del progetto MigrArti e del Premio “Miglior messaggio G2” al Festival del Cinema di Venezia 2018, una produzione Angelika Vision, con la collaborazione di #ItalianiSenzaCittadinanza, durata 14′.
“Io sono Rosa Parks” è ambientato al museo MAXXI di Roma, perché è strutturato come se fosse una grande istallazione fotografica, impreziosita da scatti d’importanti fotoreporter americani. Il racconto si svolge lungo il percorso di questa particolare mostra ed è narrato da 12 protagonisti che hanno origini famigliari diverse (ghanese, ecuadoriana, nigeriana, albanese..), arrivano da differenti città italiane, ma appartengono tutti ad un unico movimento che si chiama #ItalianiSenzaCittadinanza. “Io sono Rosa Parks”, raccontando il legame tra il profondo sud degli Stati uniti (degli anni Cinquanta e Sessanta) e l’odierno Medio Oriente, compie una riflessione sulla segregazione; mostra come essa sia stata in grado di attraversare il tempo e lo spazio e come ancor oggi riesca a dividere non solo i bianchi dai neri, ma soprattutto i diritti…dai civili e i diritti…dagli umani. Così il cortometraggio ci invita ad una riflessione per capire se esiste questa odiosa “linea di separazione” anche vicino a noi e chi possa essere oggi in Italia Rosa Parks.
–Chez Margherita di Hamed Dera, realizzato nell’ambito del progetto Benvenuti in Italia dell’Archivio delle Memorie Migranti, durata 17′.
Le attività e gli ospiti della pensione “chez Margherita”, punto di riferimento della comunità burkinabé a Napoli, prima della sua imminente chiusura.
Il progetto Benvenuti in Italia comprende cinque cortometraggi scritti, girati e diretti da ragazze e ragazzi immigrati in Italia. Un mosaico di piccole storie accomunate dalla ricerca di uno sguardo interno sulla condizione migrante e, insieme, un ritratto composito dell’Italia e del suo sistema di accoglienza riflesso negli occhi di chi arriva.
–Il silenzio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari, prodotto da Kino
Produzioni/RaiCinema/Filmo, durata 16′;. Il corto ha rappresentato l’Italia alla Short Film Competition del festival di Cannes 2016, ha ottenuto il Premio Speciale Nastri d’Argento 2017, ha partecipato a 120 festival internazionali e ha vinto due festival del circuito Academy.
Fatima e sua madre, rifugiate curde in Italia, sono in ospedale, dove la bambina deve fare da interprete tra il medico e la genitrice. Non riuscendovi, la piccola si chiude in un ostinato silenzio.
-Saranno inoltre presentati alcuni episodi della webserie Arabiscus, di Elia Moutamid e Valeria Battaini, una sorta di rubrica dove si affrontano in modo ironico e divertente i fraintendimenti ed i pregiudizi nei confronti degli arabi e della loro lingua..