ROMA – in via Vannina migranti ancora senza assistenza
Dal centro Astalli all’Unicef è duro il commento del mondo del terzo settore dopo lo sgombero di due capannoni su via Tiburtina. Una rete di solidarietà si sta attivando per portare supporto legale e aiuti. “Comune derubrica tema a una questione di ordine pubblico”
Diversi giorni dopo lo sgombero a via Vannina, nella zona est di Roma, sono ancora molte le persone che dormono in strada: qualcuno è riuscito a rientrare in uno dei due stabili sgomberati, altri hanno deciso di rimanere a dormire per terra, per la paura di nuovi interventi delle forze dell’ordine. Intanto ieri sera un gruppo di rappresentanti degli occupati sgomberati e alcuni attivisti dell’associazione Baobab experience si sono riuniti in una assemblea pubblica per capire come intervenire sull’emergenza umanitaria creatasi nell’area industriale di via Tiburtina.
Il caldo di questi giorni non fa che peggiorare le già precarie condizioni dei migranti in strada, che ancora oggi sono senza assistenza. Per questo molti di loro hanno chiesto agli attivisti innanzitutto un aiuto legale: molte delle persone che vivevano a via Vannina hanno un permesso di soggiorno regolare, alcuni hanno ottenuto la protezione umanitaria, altri l’asilo. Ma c’è chi è in attesa da tempo del colloquio in commissione. “L’assemblea del 15 giugno è stata molto partecipata – spiega Roberto Viviani, presidente di Baobab experience – abbiamo cercato di capire insieme quali sono le necessità impellenti. Ci sono persone in attesa di permesso che avrebbero diritto all’accoglienza, altre che sono appena uscite dai percorsi e non hanno alternativa. Tutti sono oggi abbandonati a se stessi”. Viviani ricorda che quello di via Vannina è l’ennesimo sgombero a Roma operato senza pensare a soluzioni per gli occupanti: “è sempre più evidente che a Roma la migrazione è stata derubricata a questione di ordine pubblico. Il Campidoglio non ha intenzione di portare assistenza a queste persone, né di mettere in campo i servizi sociali. Tutto viene lasciato nelle mani della questura e della prefettura. C’è chi si approccia a questo tema con la violenza e gli sgomberi, chi cerca di capire la situazione”. Alcuni dei migranti di via Vannina hanno denunciato anche abusi e violenze da parte delle forze dell’ordine durante i due sgomberi della settimana scorsa: “su questo sarà necessario approfondire, abbiamo visto diverse persone con lividi e contusioni”. Proprio per questo diverse associazioni si stanno attivando per portare assistenza legale, medica e psicologica ai migranti. Tra questi la Campagna LasciateCIEntrare, Alterego, Women International League for Peace and Freedom Italia e Intersos.
Anche il Centro Astalli esprime “grave preoccupazione per le condizioni delle circa 500 persone, tra cui molti titolari di protezione internazionale, sgombrate”. “Siamo seriamente preoccupati di sapere che un numero di migranti non quantificabile con precisione viene messo per strada senza che venga offerta loro un’alternativa progettuale, e che rimangono al di fuori dai circuiti di assistenza presenti in città – sottolinea padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – Tra questi vi sono minorenni e persone con vulnerabilità, che hanno bisogno di una presa in carico immediata per avviare processi di cura, riabilitazione e integrazione volti all’inserimento protetto nel territorio, per garantire anche una maggiore sicurezza sociale. Chiediamo al sindaco di interloquire con gli enti di tutela che da decenni lavorano a Roma al fianco di migranti e rifugiati convogliando le tante energie positive che arrivano dalla società civile per la costruzione del bene comune. Lavoriamo insieme per rendere Roma sempre più accogliente e per questo più sicura”. Secondo il centro Astalli l’esperienza nella Capitaledimostra che ormai lo sgombero è la modalità più rapida per cancellare le situazioni di degrado ma senza un lavoro riprogettazione da parte delle istituzioni per fornire un’alternativa sicura, si fa in modo che le condizioni peggiorino e si creino casi ancora più gravi.
Molto duro anche il commento di Unicef Italia. “Ci sono centinaia di persone accampate lungo le strade romane- sottolinea il portavoce AndreaIacomini- bambini che piangono, che giocano con le poche cose che sono riusciti a prendere prima dello sfratto, prima che la loro casa fosse sigillata col filo spinato. I bimbi in strada sono esposti a mille rischi, inutile negarlo. Ci auguriamo che l’assessora Baldassarre, che sappiamo sensibile su questo tema specifico intervenga al più presto per risolvere questa emergenza dimostrando umanità e lungimiranza. Non possiamo credere ad una sua adesione serena alle recenti affermazioni di Grillo e Raggi sul tema dei migranti.” Amnesty International si chiede se il Comune della capitale di un paese del G8 abbia o meno una politica di accoglienza. “Se questa politica non esiste, è un fatto grave. Se esiste ed è quella che vediamo in atto, ossia una serie di sgomberi cui da ultimo si è aggiunto il lamento, generico e non argomentato, sui ‘troppi migranti’, è ancora più grave. Il Comune di Roma sta portando avanti azioni contrarie ai diritti umani”, dichiara Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. (ec)