ROMA – “Non ho l’età. I matrimoni precoci nelle baraccopoli della città” un incontro organizzato dall’Associazione 21 luglio
In vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la ricerca verrà presentata venerdì 24 novembre alle ore 15 presso la Sala Parlamentino della Presidenza del Consiglio dei Ministri in via della Ferratella in Laterano 51, Roma.
ATTENZIONE: Per partecipare è necessario l’accredito. È possibile accreditarsi fino alle ore 14 di mercoledì 22 novembre inviando il proprio NOME, COGNOME e DATA DI NASCITA all’indirizzo stampa@21luglio.org
Intervengono: Alessandro Pistecchia, rappresentante UNAR – Angela Tullio Cataldo, ricercatrice e autrice della presente pubblicazione – Marco Guadagnino, Direttore Campagne di Amnesty International Italia
La presenza in Italia di rom e sinti è stimata dal Consiglio d’Europa tra 120.000 e 180.000 persone, costituendo circa lo 0,25% della popolazione italiana, ovvero tra le percentuali più basse registrate nel Continente europeo. Circa il 50% ha la cittadinanza italiana e, secondo recenti stime, il 60% del totale ha meno di 18 anni. Sono circa 35.000/40.000 i rom in emergenza abitativa presenti sul territorio nazionale.
La condizione di vita dei circa 20.000 minori rom che in Italia vivono in condizioni di povertà in un insediamento formale (progettato e gestito dalle istituzioni) o informale (creato spontaneamente) , segna fortemente il loro presente e compromette irrimediabilmente il loro futuro. Sono i numeri a condannare un’esistenza segnata dalla nascita.Un minore rom che nasce oggi in un insediamento avrà possibilità prossime allo zero di accedere ad un percorso universitario mentre le possibilità di frequentare le scuole superiori non supereranno l’1%. In 1 caso su 5 non inizierà mai il percorso scolastico.
La sua aspettativa di vita risulterà mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione, mentre da adulto avrà 7 possibilità su 10 di sentirsi discriminato a causa della propria etnia.
La vita di un minore rom che in Italia vivono in emergenza abitativa, il 20%, ovvero circa 7500 vivono nel territorio del Comune di Roma; al suo interno si stima una presenza di circa 4100 minori: 1350 di età compresa tra gli 0 e i 6 anni e 2750 di età compresa tra i 7 e i 18 anni. La loro vita è segnata dalla povertà, dall’esclusione sociale, dalla precarietà delle condizioni abitative, dallo scarso accesso ai servizi sanitari, dal mancato accesso alla scuola dell’infanzia e dalla scarsa frequenza alla scuola dell’obbligo.
Tutto ciò impedisce il pieno godimento dei diritti dell’infanzia sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con la Legge n. 176 del 5 settembre 1991.
Oggi, nella città di Roma, 4100 bambini rom, di differenti nazionalità, nascono e crescono tra cumuli di rifiuti, conducono la loro esistenza in condizioni igienico-sanitarie allarmanti, non dispongono di uno spazio per lo studio e per il gioco, sono privati di un luogo dove sia lecito poter pensare di costruire un futuro fondato sui diritti. Perché, come ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, «L’unica cosa che tutti i bambini hanno in comune sono i loro diritti. Ogni bambino e bambina ha il diritto di sopravvivere e di prosperare, di essere educat*, di essere liber* da violenze e abusi, di partecipare e di essere ascoltat*».
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Elena Risi Ufficio stampa e comunicazione Associazione 21 luglio Tel. 06.64815620 – 388.4867611 Email: stampa@21luglio.org