Nell’ambito della XVIII edizione  dei TEATRI DI PIETRA –  2017 –  a VILLA DI LIVIA    Venerdì 7 luglio alle 18,30 va in scena lo spettacolo LABIRINTO/LABIRINTI  una metafora dell’amore “L’innamorato si esprime con vaghi presagi quasi divinando  da un fondo enigmatico e buio” (Platone)

Valeria Moretti scrive:

Sulla porta dell’antro della Notte c’è strepitio di cimbali. La Notte ci guarda con i suoi occhi di luna piena. La Notte è sacra e sola e sacri e soli siamo noi al centro del Labirinto.

Il Labirinto ci permette di riflettere sulle relazioni tra l’uomo e il cosmo, tra l’uomo e il destino, tra l’uomo e il tempo, tra l’uomo e l’amore.

Non è un caso che, al centro del viaggio nel Labirinto, spesso ci sia proprio uno specchio. Esso ci rimanda la nostra stessa immagine, non tanto esteriore quanto interiore. Ma il Labirinto è, soprattutto, metafora dell’amore, del nostro spaesamento, del nostro vaneggiamento, del nostro smarrimento… E’ tra i suoi fili e grovigli che ci troviamo impigliati, talvolta senza via d’uscita, talvolta felici che non ci sia.

Eros ha la sua freccia da scoccare e la sua benda davanti agli occhi. Imprevedibile il suo percorso. Si procede barcollando. L’amore, come il Labirinto, è visionario. Nasce da un incantesimo della fantasia.

Ad introdurci nei meandri del Labirinto è Teseo, che lo attraversò uscendone grazie al filo di Arianna. L’amore è un Labirinto e il mio letto è in fiore in fiore in fiore – singhiozza la ninfa Eco – perdutamente innamorata di Narciso eternamente ripiegato su di sé e sordo ad ogni sua invocazione. L’amore è un Labirinto – urla la maga Circe – e gli uomini sono solo dei porci. L’amore è un Labirinto e la Notte non mi avrà – sentenzia perentoria Aurora dalle larghe braccia. L’amore è un Labirinto – si lamenta Calipso – che, pur di non essere abbandonata, offre in cambio perfino l’immortalità. Così, in tanta labirintica sperdutezza, riecheggiano nelle nostre orecchie le parole di Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: “Io desidero il mio desiderio”. L’essere amato, dunque, non è altro che il suo accattivante accessorio.

Lo spettacolo si tiene alla Villa di Livia in Via della Villa di Livia a Roma Prima Porta-  alle ore 18,30 visita alla Villa – alle 19 lo spettacolo

 

La villa di Livia, sito archeologico di Roma, era la villa di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto.

Le  pareti interne sono dipinte a giardino con una tecnica pittorica superiore a quella di tanti dipinti pompeiani.  Questi giardini affrescati avevano lo scopo di rallegrare gli invitati con un paesaggio sereno e luminoso.

Esiste anche una leggenda poetica, secondo la quale un’aquila avrebbe fatto cadere sul ventre di Livia una gallina con un rametto di alloro nel becco. Consigliata dagli aruspici Livia allevò la prole del volatile e piantò il rametto generando un bosco, dal quale gli imperatori coglievano i ramoscelli da tenere in mano durante le battaglie.

Ingresso 8 euro