Promossa dalla Casa Internazionale delle Donne e dal Centro per la Riforma dello Stato, prende il via il prossimo ottobre, la Scuola politica femminista intitolata a Bianca Pomeranzi.

Il tema, per l’Anno 2024-2025, è “I movimenti femministi tra gli ultimi decenni del Novecento e il nuovo millennio”

L’intento è di ripercorrere tramite alcuni nodi tematici specifici, con uno sguardo sincronico e diacronico, senza pretesa di esaustività, la storia dei femminismi e transfemminismi in Italia e in paesi e continenti diversi, l’interrelarsi fra loro in una dinamica fatta di incontri e scontri, strategie comuni e conflitti agiti tramite reti nazionali e transnazionali.

 Si vuole analizzare la capacità del movimento delle donne e del femminismo, in varie fasi storiche e tramite differenti punti di vista, di incidere -mantenendo la propria autonomia- nel dibattito pubblico e sulle politiche a favore dei diritti e della libertà delle donne dei singoli paesi, dell’Unione Europea e a livello mondiale (Nazioni Unite).

Il corso intende individuare quali siano le “corrispondenze” tra mondi anche lontani, le reti transnazionali che possono sostenere il conflitto contro le varie forme di patriarcato e l’affermazione della globalizzazione neoliberale. Questo nella convinzione che ancor più oggi, in un mondo in cui è necessario contrastare la logica imperante dei conflitti armati, sia indispensabile interrogarsi sulle forme che può assumere la radicalità femminista nel modo in cui ci si apre al mondo, al vivente in tutta la sua diversità… la sua efficacia per una trasformazione di portata globale.

Il programma della Scuola prende spunto da riflessioni e pratiche politiche di Bianca Pomeranzi -dalle origini del femminismo al movimento lesbico al transfemminismo- per spaziare su temi e problemi del passato e dell’oggi con uno sguardo rivolto al futuro, mantenendo un’attenzione costante al panorama internazionale.

Gli incontri, che si  svolgeranno tra ottobre 2024 e maggio 2025 dalle ore 17.30 alle 20.30, saranno articolati sui seguenti temi:

PROGRAMMA Anno 2024-2025

“I movimenti femministi tra gli ultimi decenni del Novecento e il nuovo millennio”

PRIMO INCONTRO 21 ottobre

presenta Maura Cossutta

La rivoluzione femminista o è mondiale o non è

coordina Monica Di Sisto, con Afaf Jabiri, Gaia Benzi,  Zilan Diyar  

SECONDO INCONTRO 18 novembre

presenta Giulia Rodano

Una lunga storia: prima e dopo la Conferenza di Pechino

TAVOLA ROTONDA coordina Marina Forti, con Gabriella Rossetti, Nicoletta Dentico, Pilar Saravia, Serena Fiorletta,

TERZO INCONTRO 16 dicembre  

presenta Maria Luisa Boccia

L’89: la fine del mondo bipolare nelle visioni femministe

Chiara Bonfiglioli, Ida Dominijanni, Marica Tolomelli, Raffaella Chiodo

QUARTO INCONTRO 20 gennaio 

presenta Isabella Peretti

Pratiche femministe, norme e politiche antidiscriminatorie

Maria Grazia Giammarinaro, Maria Luisa Boccia, Paola Stelliferi

QUINTO INCONTRO 10 febbraio  

presentano Stefania Vulterini/Rosa Mendes

Colonialismo, decolonizzazione, neocolonialismo

TAVOLA ROTONDA, coordina Sueni De Biasi, con Rania Hammad, Tezeta Abraham, Valeria Deplano, Rachele Borghi

SESTO INCONTRO 17 marzo  

presenta Alessandra Mecozzi

Conflitti, guerre, resistenze, reti femministe transnazionali

TAVOLA ROTONDA coordina Carlotta Cossutta con Emanuela Borzacchiello, Maja Issa, Parisa Nazari, Sevgi Dogan

SETTIMO INCONTRO 14 aprile  

presenta Maria Grazia Ruggerini

Femminismi, generi e culture nel Mediterraneo

Cecilia Dalla Negra, Renata Pepicelli, Souad Gharbi

OTTAVO INCONTRO 12  maggio 

presenta Angela Ronga

Femminismi e transfemminismi tra violenza e cura

TAVOLA ROTONDA coordina Carla Cotti con Letizia Paolozzi, Simona Ammerata, Vanessa Bilancetti, Sonia Lima Morais, Stefania Voli

Le relatrici

1 INCONTRO Afaf Jabiri, docenteUniversity of East Londonstudi di genere, teoria e metodologia femminista, Medio Oriente, studi postcoloniali e decoloniali

Gaia Benzi, ricercatrice, traduttrice e attivista femminista, collabora con Jacobin Italia, Nazione Indiana e Che Fare

Monica Di Sisto, giornalista di Askanews, cura l’osservatorio su commercio internazionale e clima Fairwatch, è, tra le coordinatrici dei gruppi di lavoro del G7 della società civile (C7).

Zilan Diyar, giornalista e attivista del movimento delle donne curde

2 INCONTRO Marina Forti, giornalista, ha lavorato per il Manifesto e collabora con Internazionale e Altreconomia.  Si occupa di questioni internazionali e di conflitti ambientali.

Gabriella Rossetti, già docente di antropologia, ha coordinato iniziative di donne in Palestina e Israele e ha scritto sulle politiche transnazionali delle donne

Nicoletta Dentico, esperta di salute globale.” Ricchi e buoni? Le trame oscure del filantrocapitalismo”, Emi, 2020

Pilar Saravia, peruviana, antropologa, ha lavorato nella UIL come referente dell’immigrazione, per 10 anni presidenta dell’associazione di donne immigrate NoDi – I Nostri Diritti

Serena Fiorletta, antropologa, docente per il Master Studi e Politiche di Genere di Roma Tre, lavora per Aidos. Ricerche: femminismi transnazionali, postcoloniali e decoloniali

3 INCONTRO Chiara Bonfiglioli, professoressa associata di Storia contemporanea all’Università di Venezia 

Raffaella Chiodo mediatrice di pace, autrice di ” Voci dall’altra Russia”, collabora con “L’ avvenire”

Ida Dominijanni, giornalista e filosofa

Marica Tolomelli, professoressa associata di Storia contemporanea all’Università di Bologna

4 INCONTRO Maria Grazia Giammarinaro, magistrata, Special Rapporteur ONU sulla tratta 

Maria Luisa Boccia, filosofa politica, Presidente Crs

Paola Stelliferi, storica, autrice con Alessandra Gissi di “Aborto. Una storia”, Carocci, 2023

5 INCONTRO Sueni De Biasi, scrittrice e ricercatrice nata in Brasile e adottata in Italia. “Razzismi, Genere e Corpo nell’Italia colonialista e fascista” ,Gruppo GEDI, 2022

Rania Hammad, scrittrice e attivista

Tezeta Abraham, attrice, autrice di” Nostalgia”, HarperCollins, 2024

Valeria Deplano, docente di storia contemporanea università di Cagliari. Con Alessandro Pes, “Storia del colonialismo italiano, Carocci  2024

Rachele Borghi, docente di Geografia, università Sorbona, Parigi. “Decolonialita’ e previlegio”, Meltemi 2020

6 INCONTRO Maja Issa, Presidente del Movimento degli studenti palestinesi in Italia

Carlotta Cossutta, ricercatrice transfemminista in filosofia politica

Emanuela Borzacchiello, Ricercatrice in studi di genere e giornalista. Lavora presso Universidad Nacional Autónoma di Città del Messico e Universidad Complutense di Madrid

Parisa Nazari, Mediatrice interculturale e attivista del Movimento Donna Vita Libertà

Sevgi Dogan, assegnista di ricerca, Scuola Normale Superiore di Pisa, Dipartimento di Scienze politiche e sociali

7 INCONTRO Cecilia Dalla Negra, giornalista e ricercatrice indipendente. Dirige la sezione italiana di “Orient XXI”. 

Renata Pepicelli, Docente di storia contemporanea e studi Islamici presso l’università di Pisa

Souad Gharbi, Consulente Formatrice Senior in Questioni di genere e in processi di empowerment in ambiti magrebini e medio orientali 

INCONTRO Letizia Paolozzi, giornalista

Simona Ammerata, Casa delle donne Lucha y siesta, attivista femminista e transfemminista, esperta in contrasto alla violenza di genere e in mediazione interculturale.

Sonia Lima Morais, scrittrice, femminista, performer nera, si occupa di donne migranti impiegate nei lavori di cura e di conflitti su corpi razzializzati e sessualizzati 

Stefania Voli, storica e sociologa, con P. Stelliferi ha curato il volume “Anni di Rivolta. Nuovi sguardi sui femminismi degli anni Settanta e Ottanta” , Viella, 2023.

Vanessa Bilancetti, attivista di Non Una di Meno, insegnante, fondatrice e collaboratrice di Dinamo Press, Dottora in Studi Politici.

Nota metodologica

Il termine scuola, accompagnato da politica femminista, sta ad indicare che si intende dar vita ad un luogo in cui si trasmettono conoscenze, creato per apprendere e accrescere consapevolezza.  Un percorso che si vuole realizzare tramite uno scambio relazionale docenti/discenti tale da arricchire, in forme e con modalità differenti, tutte le partecipanti, contribuendo a incrementare un sapere critico, politico, individuale e collettivo. 

Pur nell’unitarietà di intenti saranno adottate metodologie e strumenti didattici di vario tipo: dalla introduzione al tema a più voci e ottiche disciplinari all’utilizzo di documentari e film, così da dar vita a una “tessitura” in cui si affronta un tema da angolature diverse, “in dialogo con pensatrici diverse”, di differenti generazioni, culture, provenienze, esperienze, intrecciando teorie e pratiche politiche. Un dialogo tra donne all’interno di una prospettiva di trasformazione culturale, sociale, politica a partire dal rafforzamento del “conflitto contro le varie forme di patriarcato”, cercando “corrispondenze tra donne di mondi anche lontani” (Bianca Pomeranzi).

In taluni incontri saranno portate anche testimonianze, narrazioni e riflessioni di protagoniste, italiane e provenienti da altri continenti, su esperienze individuali e collettive all’interno dei movimenti delle donne e nelle istituzioni.

Si adotterà una pedagogia della cura e del desiderio. L’educazione come pratica di libertà” – di cui parla bell hooks – dove l’aula dove essere un luogo stimolante, “mai noioso”, facendo dell’insegnamento un “atto performativo” che ci costringe a “coinvolgere il pubblico, a considerare la questione della reciprocità”. L’aula diventa uno “spazio più radicale dell’accademia” dove si pratica “l’insegnamento che rende possibili le trasgressioni -un movimento contro e oltre i confini- per poter pensare, ripensare e creare nuove visioni. È quel movimento che rende l’educazione la pratica della libertà”. (bell hooks)

Per dar vita a questa metodologia si opererà tramite polarità quali: istituzioni e movimenti, teorie e pratiche, femminismo “bianco” e femminismo “nero”, “vecchie” e “giovani” generazioni….

L’adozione, quale uno dei punti centrali, della categoria di intersezionalità – mutuata dalla giurista Kimberlé Chrenshaw (1989), sviluppata nel corso del tempo da numerose studiose in diverse ottiche disciplinari- impone di guardare alla pluralità delle differenze e alla intersecazione fra loro: genere, generazione, classe sociale, “etnia”, religione, orientamento sessuale, cultura. Una collocazione dei soggetti all’interno di un insieme di poteri e dinamiche che danno luogo a differenze, discriminazioni, forme di oppressione che agiscono simultaneamente, in maniera interconnessa potenziandosi fra loro.

Queste categorie analitiche servono anche per leggere le diverse politiche antidiscriminatorie (in Italia, in Europa e più in generale sul piano internazionale) e il dispiegarsi dei movimenti femminili e femministi a livello transnazionale, in particolare a partire dagli anni ’70 del secolo scorso fino al transfemminismo degli anni duemila.

Ogni incontro, della durata di tre ore, in cui si articoleranno i nuclei tematici individuati, dovrà attenersi ad una scansione temporale che permetta di suddividere la lezione in una parte di presentazione del tema di non più di 90 minuti, esposto da una o più relatrici, supportato talvolta dalla proiezione di un documentario o di spezzoni di film, e una seconda parte in cui si apre agli interventi per dar vita a un dialogo tra docenti e “discenti”. Sarà responsabilità delle organizzatrici fornire per tempo, assieme all’agenda degli incontri, anche una appropriata bibliografia concordata con le relatrici. Al termine del corso verrà redatta una dispensa che raccolga i diversi incontri.