Oggi 1 marzo alla Casa Internazionale delle Donne alle ore 18 vine presentato il libro CHIAROCURI DELLA RAGIONE KANT E LE FILOSOFE DEL NOVECENTO  di STEFANIA ARANTINO edito da Guida Editori.  Ne parlano con l’autrice Maria Luisa Boccia, Francesca Brezzi e Alessandra Pigliaru.

In questo libro uno dei presupposti della analisi argomentativa e interpretativa dell’autrice è ​ la scelta, di spostare il confronto con Kant dal piano logico e gnoseologico a quello dell’antropologia, della politica e della concezione della storia.  La Tarantino identifica “il collocarsi delle quattro filosofe lungo un comune percorso che sposta l’idea di sommo bene dal terreno metafisico alla «fondazione di una nuova cultura dei diritti e della politica»”.

Stefania Tarantino

Stefania Tarantino è una filosofa e una musicista napoletana. Ricercatrice presso il dipartimento di scienze umane e sociali dell’Università di Napoli l’Orientale e suona con una band tutta al femminile: Ardesia.

I suoi studi si concentrano soprattutto sulle filosofe del XX secolo e sulla problematizzazione della differenza sessuale all’interno della storia della filosofia e del pensiero politico occidentale.

 

“Sono nata sotto le pendici del Vesuvio da una famiglia proveniente dal nord nonostante mio padre sia di origini pugliesi. Questa condizione di non sapere mai cosa dire circa le mie radici mi ha portata sin da piccola a riflettere sul senso dell’appartenenza a un luogo preciso e al bisogno profondo di radicamento che ho poi scoperto essere una delle riflessioni più belle della filosofa francese Simone Weil. Così ho deciso di fare del Sud, del Mediterraneo la mia terra e il mio mare d’elezione. In questo ha giocato molto la consapevolezza di me e di come potevo stare nel mondo, secondo una misura mia, attraverso quella che considero la mia “seconda nascita” che coincide con l’incontro con una donna eccezionale che è stata per molti anni la mia maestra di pianoforte e che oggi è una mia carissima amica. Femminista, studiosa di filosofia, è stata per me come un faro nella notte soprattutto in quell’età dell’adolescenza in cui l’inquietudine è vissuta in maniera profonda e destabilizzante, in cui non si è ancora adulte ma neanche più bambine. Con lei ho vissuto personalmente ciò che la filosofa Hannah Arendt intendeva con l’importanza delle figure “esemplari” che agiscono nelle nostre vite e ci riportano a noi stessi trasformandoci. Se fino a quel momento mi ero regolata prendendo le distanze da ciò che non volevo essere, con lei invece ho capito “chi” volevo essere e quale direzione dare alla mia vita. Poi ci sono stati altri incontri altrettanto significativi, ma posso dire che è soprattutto da questa relazione che oggi sono quella che sono.”