ROMA – STORIE AMERICANE- Una mostra di Stephanie Williams, Naoko Wowsugi, Elizabeth Acevedo alla Sala1
Sabato 23 marzo 2019, alle ore 16,30 alla Sala 1 a Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma in collaborazione con International Arts & Artists, presenta Storie americane: Stephanie Williams, Naoko Wowsugi, Elizabeth Acevedo, a cura di Allison Nance, con il supporto della DC Commission on the Arts and Humanities ‘Sister Cities Grant Program e con il patrocinio United States Embassy to Italy.
Con installazioni video, fotografia e poesia, la mostra presenta il lavoro di tre artiste donne di Washington, DC le cui culture di diversa provenienza si confrontano con la società americana. La mostra sarà visitabile da mercoledì 20 marzo fino a lunedì 15 aprile 2019. La curatrice Allison Nance e le artiste Stephanie Williams e Naoko Wowsugi saranno presenti per un’apertura eccezionale al pubblico sabato 23 marzo, dalle ore 16 alle 20 per parlare dei propri lavori con i visitatori.
Stephanie Williams ha intervistato negli ultimi anni i membri della sua famiglia americana e filippina per colmare le lacune del suo passato e per ritrovare le proprie radici, in opposizione alle già note polemiche sull’immigrazione e sul nazionalismo tornate oggi alla ribalta. La ricerca non ha reso Stephanie capace di colmare questo vuoto, ma le ha reso evidente come queste lacune si allarghino e lascino intendere quanto sia “americana” la sua esperienza del mondo. L’installazione video, Lingering Survival of the Unfit, è un’animazione in stop motion realizzata con pupazzi che ha cucito a mano. Queste figure si muovono secondo una sequenza di passi ispirata alla marcia della morte di Bataan, alla quale aveva partecipato suo nonno filippino durante l’occupazione giapponese nella seconda guerra mondiale (un fatto storico che Stephanie non ha mai studiato sui libri della scuola americana).
Stephanie Williams è affascinata dagli Stati Uniti e dalle sue tante storie, intrecci e lacune di memoria che si perpetuano nella moltitudine di influenze sul mondo. Nello studiare le storie degli altri, Stephanie riflette sulla propria. Williams ha conseguito un MFA in scultura presso Rhode Island School of Design (Providence, RI). Ha esposto a livello nazionale e internazionale, tra questi: ACRE Projects, The Wassaic Project, The Delaware Contemporary, Washington Project for the Arts, IA & A Hillyer, Grizzly Grizzly e Wriston Art Center di Lawrence University. Il suo lavoro è stato recensito da Village Voice, Huffington Post e The Washington Post. Ha ricevuto borse di studio da Yaddo, VCCA, Elsewhere Collective, Vermont Studio Center e Toby Devan Lewis Foundation. Williams attualmente insegna al dipartimento di animazione presso il Maryland Institute College of Art di Baltimora, MD. Vive a Washington, DC.
Naoko Wowsugi, è un’artista coreana cresciuta in Giappone. Arrivata negli Stati Uniti nel 2001, sapeva solamente la parola “yes”, da quel momento la sua crescita è stata rapida e sorprendente. Nella sua installazione fotografica Thank You for Teaching Me English, Wowsugi ricorda tutte le persone che hanno contribuito alla formazione del suo vocabolario. Sono fotografie di uno stile goffamente formale, i soggetti sono i ritratti di coloro che le hanno insegnato parole inglesi “sediziose, burocratiche, simbiotiche” e che anni dopo sono in posa davanti a lei nel momento in cui articolano la stessa parola del passato.
Naoko Wowsugi vive e lavora a Washington, DC. Attraverso una pratica multidisciplinare che include arte visiva, cultura locale, orticoltura e lavori collettivi, celebra le connessioni umane giocando con le norme interpersonali e sociopolitiche. Usando l’arte come forma di comunicazione, il suo lavoro descrive l’individuo nelle economie culturali e sfida le abitudini di auto-percezione. Wowsugi ha ricevuto il suo MFA dalla Virginia Commonwealth University (Richmond, Virginia) e il suo BFA dal Kansas City Art Institute (Kansas City, MO) e dall’Università delle Arti di Osaka in Giappone. Tra le mostre e conferenze recenti a cui ha partecipato:”Open Engagement” al Queens Museum, Queens, NY (2018), “Ae Kai: Un laboratorio di cultura su Convergence”, presentato dallo Smithsonian Asian Pacific American Center di Honolulu, HI (2017) e “The Outwin: American Portraiture Today “alla Smithsonian National Portrait Gallery (2016).
Wowsugi è attualmente Halcyon Arts Lab Fellow e insegna alla American University di Washington, DC.
Elizabeth Acevedo, nata e cresciuta negli Stati Uniti, parla nella sua poesia Afro-Latina della sua vita come figlia di immigrati dominicani: “La lingua dei miei genitori era un dono che ho subito dimenticato dopo aver realizzato che i miei coetanei non lo capivano. Non mi capivano”.
Acevedo descrive l’apprendimento delle prime parole di un’altra lingua e delle tensioni che esistono nei modi in cui i Latinos si identificano negli Stati Uniti. Divisa tra la cultura dominicana in cui era cresciuta a casa e il desiderio di sembrare ciò che percepiva come la maggioranza della popolazione dei suoi coetanei nella scuola di New York City, Elizabeth ha lottato duramente con se stessa nel momento della maturazione.
Lo studio della storia della Repubblica Dominicana, del colonialismo, dello schiavismo e del post schiavismo in America Latina è stato cruciale per una diversa conoscenza e comprensione di se stessa. Più imparava, più era orgogliosa di come ognuna delle sfaccettature del suo retaggio fosse sopravvissuta negli Stati Uniti. Le letture dell’autrice delle poesie Afro-Latina e Hair saranno riprodotte in dei video installati nel percorso della mostra.
Elizabeth Acevedo con il suo romanzo pluripremiato THE POET X, è fra gli autori bestseller del New York Times. Nel 2018 è vincitrice del National Book Award per la letteratura giovanile e del Boston-Globe Hornbook Award per il miglior film per ragazzi. Ha conseguito una laurea in arti dello spettacolo presso la George Washington University e un master in scrittura creativa presso l’Università del Maryland. Acevedo è un campione nazionale di poesia slam. Vive a Washington, DC.
Allison Nance dirige IA&A di Hillyer, un programma di International Arts & Artists (IA & A), un’organizzazione di servizi artistici senza fini di lucro dedicata alla promozione, alla comprensione interculturale e all’organizzazione mostre d’arte a livello internazionale. Nell’ambito dello scambio culturale, l’IA&A presenterà a maggio una mostra personale dell’artista romano Pietro Ruffo presso il centro di arte contemporanea IA&A at Hillyer di Washington.
Sala 1, è un’associazione no-profit fondata nel 1970 dall’artista Tito Amodei. Uno spazio dedito alla ricerca artistica sperimentale nell’arte contemporanea, nell’architettura e nelle arti performative. Situata nel Complesso pontificio della Scala Santa a Roma, Sala 1 è internazionalmente riconosciuta per la sua attività e i suoi spazi suggestivi.
Sala 1 è diretta da Mary Angela Schroth e curata da Sara Esposito insieme a un team di specialisti e tirocinanti da diverse università internazionali.
Fino al 15 aprile , 2019 dal martedì al sabato dalle ore 16.30 alle ore 19.30