mczdaoapgdevdpz-800x450-nopad#iocimettolafaccia partiamo dall’educAZIONE per una nuova generazione. Violenza sulle donne: nessuna assuefazione!

stefaniaMi chiamo Stefania Catallo e sono la fondatrice del centro antiviolenza ‘Marie Anne Erize’ di Tor Bella Monaca e Ambasciatrice del ‘Telefono Rosa’. Operiamo in questa estrema periferia di Roma per arginare il fenomeno della violenza di genere, accogliendo ogni giorno le donne che si rivolgono a noi cercando un aiuto per se stesse e per i loro figli, nonostante le tante difficoltà, soprattutto economiche, che affrontiamo in quanto non abbiamo mai avuto fondi né dalle istituzioni, né dai servizi sociali.

Dalla nostra riapertura, nel febbraio 2015, abbiamo creato una Biblioteca di circa ottomila volumi, registrata nell’Archivio delle Biblioteche Nazionali e una sartoria solidale dove, attraverso il lavoro, queste donne possono iniziare ad affrancarsi dalla sudditanza economica che le lega ai loro compagni violenti, impedendo loro di rendersi autosufficienti. Abbiamo inoltre sviluppato percorsi di autostima che, partendo dalla cura della propria immagine, favoriscano la consapevolezza del proprio valore. Tutto questo perché crediamo nella cultura come base del cambiamento.

A volte, però, non sono solo le donne a volersi raccontare a noi: capita che anche gli uomini violenti sentano la necessità di cambiare e inizino un percorso di riabilitazione, bussando alla nostra porta. “La violenza era la mia passione. La violenza era mitizzata: ne ero innamorato. Per me, l’amore era solo sopraffazione”. Queste le parole con le quali un ex utente del nostro centro antiviolenza ha descritto il suo passato di maltrattante. “Ma”, ha continuato, “la grande rivoluzione umana è cambiare se stessi, poiché il nemico è dentro di noi”, sintetizzando la portata del proprio cambiamento personale.
Quest’uomo, che ha deciso di mostrarsi e raccontare il suo vissuto in prima persona, rappresenta un esempio di come sia possibile realizzare un recupero: cambiare si può e, soprattutto, si deve. A cominciare dall‘educazione familiare e, in seguito, attraverso la scuola e l’impegno personale.
E’ giunto il momento in cui anche gli uomini prendano posizione sul fenomeno: è ora che s’interroghino e trovino la volontà di allontanarsi dagli schematismi, maschilisti e patriarcali, che sono alla base di un comportamento violento. E’ ora che anche loro facciano sentire la loro voce, che ci mettano la faccia. Ed è quanto mai necessario un impegno istituzionale serio e concreto, per favorire il cambiamento e interrompere questa ‘mattanza’ quasi giornaliera, che ha per vittime donne di tutte le età e condizione sociale. Invitiamo quindi tutti, soprattutto gli uomini, a firmare la petizione e a inviare una foto con l’hashtag #iocimettolafaccia sulla nostra pagina Facebook omonima, al fine di manifestare la presa di posizione contro la violenza di genere. La politica del nostro centro è quella di favorire un punto d’incontro tra i sessi, non di erigere muri. Solo con la reciproca collaborazione si può giungere a un risultato concreto e reale.
E’ necessario, infine, che nei programmi scolastici, già a partire dalle scuole elementari, venga introdotta l’educazione all’affettività. Chiediamo che essa venga inserita come materia di studio: per questo motivo, la petizione viene indirizzata anche al ministro dell’Istruzione pubblica, sen. Valeria Fedeli.

La conferenza stampa di apertura della petizione si terrà venerdì 13 gennaio 2017, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna del Liceo scientifico statale ‘E. Amaldi’, alla via Domenico Parasacchi 21 in Roma.

Per gli accrediti scrivere a: segreteriacespp@libero.it entro mercoledì 11 gennaio 2017.

Mettiamoci la faccia e lavoriamo affinché la cultura possa diventare l’arma mediante la quale si possa sconfiggere la violenza contro le donne.