ROMA – una manifestazione per Marielle Franco. –
La Casa Internazionale delle Donne condivide e partecipa al presidio per continuare a dare voce alle lotte di Marielle Franco che si terrà Domenica 25 marzo dalle ore 16,00 alle ore 18,00 a Piazza Madonna di Loreto. Vi invitiamo tutte a partecipare, per chi volesse preparare dei cartelli o striscioni domenica mattina qui alla Casa. Ci sarà Maria Brighi
da Avvenire – quattro giorni dopo l’omicidio di Marielle Franco, la figlia 19enne Luyara Santos, ha preso carta e penna e scritto «una lettera affettuosa» a papa Francesco. «Si trattava di una missiva molto corta e molto semplice, in cui Luyara gli raccontava lo “strappo” che aveva sentito nell’animo per la morte della madre, impegnata nella denuncia degli abusi della polizia contro i residenti nelle favelas. E gli chiedeva di pregare per lei, perché il Signore le desse la forza di andare avanti», racconta ad Avvenire Lucas Scherer, della Fondazione argentina Alameda che ha fatto da tramite tra Rio e il Vaticano. Il suo presidente, Gustavo Vera, proprio come Scherer, attivisti contro la tratta, sono delle vecchie conoscenze di Jorge Mario Bergoglio. È stato Vera, dunque a far arrivare la lettera all’“amico Papa”. Ventiquattro ore dopo, Francesco ha chiamato a casa della consigliera comunale di Rio de Janeiro, massacrata insieme all’autista il 14 marzo.
La ragazza non c’era. Ha, però, trovato la madre di Marielle, Marinette. A cui ha «espresso la sua solidarietà e il suo affetto», prosegue Scherer. L’assassinio di Franco ha commosso il Brasile e l’intera America Latina. In tutto il Continente sono state organizzate manifestazioni per chiedere giustizia. Una recente inchiesta ha svelato che i proiettili usati per uccidere Franco appartenevano a una partita nelle mani della polizia. A un mese dalla polemica decisione di schierare l’esercito nella città carioca in funzione anti-crimine, il governo comincia a fare marcia indietro. I militari hanno annunciato il ritiro dalla favela di Vila Kennedy, occupata il 23 febbraio scorso da oltre 3mila uomini e definita il “laboratorio” della nuova strategia. Al contempo, il presidente Michel Temer ha deciso di stanziare solo un terzo degli 800mila euro inizialmente previsti per il dispiegamento dell’esercito