Se consideriamo le affrettate dichiarazioni dei neo governatori di
Veneto e Piemonte Luca Zaia e Roberto Cota, poi ridimensionate, circa il divieto della
somministrazione della RU 486 negli ospedali delle loro regioni, percepiamo
il muro di gomma dell’ideologia. Non c’è legge, non c’è scienza, non c’è
conoscenza della realtà umana, dell’esperienza sanitaria già fatta e di
quella in corso nelle loro parole. Ogni giorno noi donne ci confrontiamo con l’impossibilità
all’autodeterminazione nelle scelte riguardanti il nostro corpo, con la
cancellazione della sofferenza psico fisica che ne deriva, con il corrente
e spudorato discorso pubblico che lo evoca a fini propagandistici ed
ideologici.
_ Si è ripetuto il discorso scontato, furbescamente motivato, sia sull’aborto
nella ultima campagna elettorale, sia sulla RU 486 in fase post elettorale.

Se infatti consideriamo le affrettate dichiarazioni dei neo governatori di
Veneto e Piemonte Luca Zaia e Roberto Cota, circa il divieto della
somministrazione della RU 486 negli ospedali delle loro regioni, percepiamo
il muro di gomma dell’ideologia. Non c’è legge, non c’è scienza, non c’è
conoscenza della realtà umana, dell’esperienza sanitaria già fatta e di
quella in corso nelle loro parole.

Circa la RU 486 ”Se ne è parlato tanto che potrebbe apparire superfluo fare il punto della
situazione. Tuttavia proprio per il fatto che la discussione è avvenuta, in
larga misura attraverso considerazione che prescindevano dai dati
scientifici, può essere utile effettuare una sintesi della evidenza
disponibile…..” dichiarano gli epidemiologi {{Giuseppe Traversa}} e {{Serena
Donati}}, nella premessa all’[articolo da loro curato per il periodico
“Dialogo sui farmaci”->http://www.dialogosuifarmaci.it/documents/004-009%20Dossier.pdf](n1/2010), pubblicato in previsione della sua
entrata in commercio.
_ Ed è veramente utile per l’impostazione sia
scientifica che divulgativa e necessaria ora, vista la reazione che la
disponibilità del mifepristone (RU 486) negli ospedali italiani per
l’interruzione farmacologica di gravidanza ha determinato.

Gli argomenti trattati con dati aggiornati riguardano: l’{{efficacia}} del
mifepristone nell’ottenere un’interruzione di gravidanza; i {{rischi}} per le
donne che lo utilizzano; i {{dati comparativi}}, in termini di profilo beneficio
rischio e di esperienza complessiva delle donne che l’hanno utilizzato,
rispetto all’interruzione chirurgica della gravidanza.

Inoltre invitiamo a leggere, per fare il massimo di chiarezza, il [verbale del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità
nella seduta del18 marzo 2010->http://www.ordinedeimedici.agrigento.it/sites/default/files/Parere_Consiglio_Superiore_Sanit%C3%A0_su_RU_486_18_marzo_2010%5B1%5D.pdf], parere richiesto dal Ministro il 24 febbraio
2010, dopo l’autorizzazione all’ammissione in commercio della RU da parte
dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
_ Sono qui elencati i motivi per cui
il Consiglio “ritiene necessario al fine di garantire il rispetto della
legge 194/78 su tutto il territorio nazionale, che il percorso
dell’interruzione volontaria di gravidanza medica avvenga in regime di
ricovero ordinario fino alla verifica della completa espulsione del prodotto
del concepimento”.

{{La successiva circolare agli Assessorati alla Sanità, alla Federazione
Nazionale degli Ordini dei medici, alla Federazione degli ordini dei
farmacisti, alla Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche}}, prevede
che nell’utilizzo del farmaco RU486 ”le strutture ospedaliere operanti sul
territorio di rispettiva competenza adegueranno la propria prassi
assistenziale all’indirizzo tecnico scientifico espresso dal Consiglio
Superiore di Sanità.”

Per concludere: la contemporanea lettura degli argomenti forniti dagli
epidemiologi e delle motivazioni addotte dal Consiglio sull’obbligo della
ospedalizzazione per l’uso della RU, al contrario di quanto già avviene
nella Comunità europea, colpisce.
_ Ma il blocco dell’uso del farmaco nelle
loro regioni da parte dei due governatori neoeletti, immotivato e illegale,
fa paura per il vuoto di senso e per la presuntuosa arroganza.