Ruken, una donna curda testimone della guerra
Ruken potresti presentarti? e raccontarci perché dal Kurdistan Turco ti sei trasferita in Sardegna?
Salve mi chiamo Ruken. Sono una donna del Kurdistan Turco, vivo in Sardegna dal 2006, sono quasi 15 anni: quando ci penso mi rendo conto che non sono pochi, ma grazie a dio ci siamo integrati molto bene nella società.
Perché ti trovi proprio in Sardegna?
Sono venuta in Sardegna per permettere cure mediche migliori a mio figlio thalassemico. All’inizio siamo venuti solo per fare il trapianto del midollo, con la convinzione di tornare in paese entro un anno, ma così non è stato.
Per anni non si trovò nessun donatore compatibile, ma comunque le cure salvavita come le trasfusioni di sangue erano molto più avanzate di quelle turche. Grazie a dio, mio figlio, pur non avendo fatto il trapianto, sta bene, e continua a crescere sano come un pesce.
In Sardegna abbiamo ricominciato una nuova vita, come una rinascita, come un neonato che impara a parlare.
Puoi raccontarci la guerra contro il popolo Curdo da parte del governo della Turchia?
Da piccola ho imparato ad adattarmi alle situazioni, perché la guerra nel mio paese ha spesso destabilizzato la nostra vita. Il governo turco con assalti e bombardamenti ai villaggi ha causato una forte migrazione dal Kurdistan verso la Turchia, e tra questi migranti c’eravamo anche io e la mia famiglia. Dal nostro amato villaggio, arrivammo a Mersin, città del Sud della Turchia.
Come si comporta nei confronti di voi Curdi il governo turco?
In Turchia ci è stato vietato e negato il diritto di coltivare la nostra cultura e la nostra identità kurda, perciò siamo stati indottrinati alla lingua, e alla cultura turca.
E il sistema italiano vi ha aiutato?
Il primo periodo in Italia è stato complicato per via della lingua, molto diversa e articolata rispetto a quella del nostro paese, ma non ci siamo fatti abbattere. Dopo pochi mesi, mi iscrissi alla Scuola Media, per imparare la lingua in un primo momento, e proseguire il percorso scolastico in un secondo.
Quali erano le tue aspettative e i tuoi sogni da ragazzina?
Sin da piccola avevo il desiderio di studiare e diventare una infermiera, ma per via della nostra situazione famigliare molto complessa non sono riuscita ad andare oltre le scuole elementari.
Chi vi ha accolto in Sardegna?
I primi due anni qua in Sardegna siamo stati accolti a braccia aperte da Antonello Pabis (Presidente di ASCE Associazione Sarda Contro Emarginazione). Dopo aver preso la licenza media, è nata in me la voglia di proseguire gli studi a livello superiore, per questo mi iscrissi all’Alberghiero Gramsci al corso serale di Monserrato e dopo 5 anni di lavoro-studio sono riuscita a diplomarmi come cuoca.
Subito dopo il diploma, senza perdere tempo, ho iniziato a lavorare in una gastronomia per un paio di anni, essendo molto brava a cucinare. Dopo un paio di anni il piacere di lavorare in cucina era svanito, per questo ho deciso di iniziare a fare altri lavori come pulizie, colf, badante, babysitter e così via, ma sicuramente non sono mai rimasta a lamentarmi del fatto che non ci fosse lavoro.
Racconta del tuo lavoro attuale
In tutti questi anni mi sono fatta una bella esperienza come badante e provavo felicità nell’aiutare gli anziani. Per questo per via della mia passione per lo studio ho deciso di specializzarmi in questo ambito, e nel 2019 ho iniziato un corso di formazione per Oss (Operatore Socio Sanitario) e anche se solo in parte, ho realizzato il sogno di quando ero una bambina, quello di diventare una infermiera.
Hai nostalgia del tuo Paese?
Anche se la mia vita è molto migliorata in questi anni, e per questo ringrazio sempre Dio, il mio cuore rimane nel mio paese e ogni volta che sento le notizie di violenza, abusi di potere, e discriminazione ci soffro e non poco.
Quali sono le tue denunce contro il governo turco?
Ormai in Turchia regna sovrano Erdogan, che ha il potere in mano e compie ogni tipo di violazione dei diritti umani senza che nessuno faccia o dica qualcosa per fermarlo. Praticamente può essere benissimo messo a livello di dittatori come Hitler e Mussolini.
La cosa che mi rattrista molto è il fatto che la stessa Italia, dove vivo da oramai 15 anni, è una delle prime che fornisce alla Turchia le bombe e gli armamenti per condurre questo massacro nei confronti del popolo Curdo: perciò L’Italia e tutta la Comunità Europea è complice di questo genocidio.
Erdogan, con Il Potere acquisito in questi anni, ha invaso la Siria e ha permesso la distruzione di centinaia di villaggi, monumenti storici e cittadine. Ma questo non ha fermato la voglia di libertà dei Curdi che hanno da soli combattuto da una parte il governo turco e dall’altra l’ISIS, in particolare le donne che in questi anni hanno dimostrato un coraggio e una forza fuori dall’ordinario e a fianco degli uomini hanno combattuto la guerra per la Libertà. È stato istituito addirittura un villaggio, chiamato ‘’Il Villaggio delle Donne’’ che ricorda molto il nome di questo sito “Il paese delle donne”. Spero che il mondo vada per il verso giusto e che un giorno tutta questa situazione termini al meglio.
JIN JIAN AZADI (DONNA VITA LIBERTA’)