SARDEGNA – ARKEOTREKKING in primavera SUI SENTIERI DELLE MADRI ANTICHE con Michela Zucca
Per il fine settimana che va dal 28 al 30 di aprile, si aprono le attività di Sherwood in Sardegna con Michela Zucca per un trekking archeologico in Trexenta, una delle zone più ricche di reperti archeologici antichi legati a vari stadi della civiltà umana fin dai tempi più remoti, e luogo di rinvenimento della più grande e bella Dea Madre del Mediterraneo (per non dire d’Europa), e il bronzetto del miles conrnutus. D’altra parte, la Sardegna è sicuramente il luogo più interessante del continente a livello archeologico, e uno dei più importanti giacimenti di patrimonio immateriale nel mondo.
I luoghi scelti, sono quasi tutti su antichi percorsi i cui tracciati si perdono nella notte dei tempi, piste dei pastori ma anche sentieri sacri, che univano chiese di campagna costruite su luoghi sacri arcaici, in contesti ambientali di grande valore paesaggistico. Si tratta di sentieri e strade di campagna asfaltate per lo più che possono essere percorsi tranquillamente a piedi, nell’ottica del turismo sostenibile, e che di fatto catapultano chi li visita in un’altra dimensione, per la bellezza del paesaggio, l’assenza di rumore, l’arcaicità degli elementi di valore.
Per cercare di ritrovare i segni della Grande Madre sul territorio, la prima cosa da fare è analizzare il sito in cui si sospetta una presenza della Dea, simbolica, archeologica, mitica, leggendaria o cristianizzata. Perché anticamente, non era tanto l’immagine ad essere adorata e caricata di significati, ma il luogo, che era dotato di particolari proprietà o era pervaso da una presenza numinosa (spesso una sorgente, a significare le acqua della vita e del parto), che veniva poi sacralizzato e identificato con il posizionamento di un segno (una pietra incisa, una stele, una testa scolpita), talvolta ai piedi dell’albero sacro (a simbologia fallica) e poi recintato, in modo da creare una radura sgombra nel profondo della foresta.
Tracce del culto reso alla trinità pietra-albero-sorgente si possono scorgere nel più remoto passato, e sono ancora presenti in moltissime chiese e santuari cristiani.
In moltissime chiese legate alle Madonne, si troveranno leggende e tradizioni collegate alla riacquisizione della vista e della salute. L’acqua inoltre, è elemento atavicamente femminile, simboleggia fecondità e purificazione (due categorie che sono diventate antitetiche solo con il cristianesimo, ma non lo erano affatto nelle religioni arcaiche).
Forse non esiste simbologia più antica, e più universale, di quella legata all’acqua: acqua del cielo, che rende possibile, ogni anno, il rifiorire della vegetazione, quindi la produzione del cibo per gli animali e per gli uomini, ovvero la sopravvivenza; acqua del parto, acqua di vita, che nutre il bambino nel ventre della madre, che, generazione dopo generazione, perpetua nel tempo la razza umana; acqua dalle viscere della terra, acqua di sorgente, che disseta la gente e le bestie, che proviene, come quella del parto, dal corpo della Madre; acqua che cura, di buona salute, prima medicina della storia dell’umanità assieme all’imposizione delle mani e al canto.
Le fonti sono state sacralizzate fin dai primordi: il luogo di fede celtico per eccellenza è in una radura in cima ad una montagna, con un albero sacro al centro, una stele di pietra simbolo della divinità (le rocce sono le ossa della terra….), e una sorgente. Cesare e gli autori latini testimoniano lo stupore degli abitanti delle sconfinate foreste europee nel vedere che i romani “rinchiudevano Dio fra quattro mura”.
Il culto dei pozzi e delle fonti termali, specialmente se alla sorgente di grandi correnti d’acqua o di fiumi, non può essere separato dal culto della Dea, singola o tripla, nella sua forma di dispensatrice di vita e protettrice della salute. Spesso i fiumi hanno nomi di Dea o le Dee locali hanno nomi di fiume: e comunque, anche quando si è perduto il ricordo della divinità, conservano appellativi femminili.
Nei siti magdaleniani francesi di Montespan (Alta Garonna) e Tuc d’Audobert (Ariège) un corso d’acqua scorre dall’imboccatura della grotta in cui furono rinvenuti alcuni fra i più meravigliosi reperti dell’arte preistorica. Molti santuari di grotta precristiani contengono laghi e fiumi sotterranei, ed esiste una marcata corrispondenza fra i santuari di grotta decorati del Paleolitico Superiore e le fonti minerali e termali[1].
Millenni dopo, con la scoperta dei metalli, nelle sorgenti e nei pozzi sacri si gettavano offerte in ferro: il più delle volte, si tratta di armi, lance, coltelli, punte di frecce: perché la Dea della salute era anche la Dea della guerra. Oggi significativamente, se ci si ricorda di lasciare qualcosa alla fontana, è una moneta che viene regalata allo spirito del luogo….
E mentre l’albero e la stele si sono perse nei secoli, in seguito a condanne e persecuzioni (il Concilio di Arles già nel V secolo condanna “la religione degli alberi, delle pietre e delle sorgenti”), la credenza nella sacralità e nei poteri terapeutici delle acqua magiche sono tuttora vivissimi.
La posizione di gran parte dei santuari di cura e di speranza della ritualità cristiana, legati alla Madonna, e la presenza dell’acqua che viene dalle profondità della terra, tramandano un’origine molto più antica di quella cristiana: ricordano un luogo sede di una spiritualità legata alla natura e alla maternità, al nutrimento e alla protezione, a riti che fanno sparire la paura davanti alle avversità e ai dispiaceri che nel corso dell’esistenza bisogna affrontare.
[1]MarijaGimbutas, Il linguaggio della Dea, Venexia, Roma, 2008, p. 43
Ma chi è Michela Zucca? E’ un’ antropologa, ha svolto il suo lavoro di campo in Sud America, fra gli sciamani amazzonici, in Perù e Colombia. E’ specializzata in cultura popolare, storia delle donne, analisi dell’immaginario. Da più di dieci anni si occupa di formazione, europrogettazione e sviluppo sostenibile in comunità rurali marginali, soprattutto alpine, come consulente di amministrazioni comunali e regionali, enti pubblici e privati, enti di formazione. Ha fondato la Rete delle donne della montagna. Ha fondato il gruppo di ricerca di Ecologia umana e di Economia identitaria al Centro di ecologia alpina di Trento. Ha diretto i progetti europei Recite II “Learning Sustainability” e l’Interreg III C “Rete dei villaggi sostenibili d’Europa”.Questi progetti hanno coinvolto il Trentino in Italia, la Lapponia in Finlandia, l’Alentejo in Portogallo, l’Arad in Romania, e la Lomza in Polonia. Ha diretto il master in sviluppo locale di Formambiente – Ministero dell’Ambiente “Progetto integrato formazione ambiente – Area sviluppo sostenibile ASL02”. Ha insegnato Didattica della storia e Storia del Territorio all’Alta Scuola Pedagogica di Locarno (Ch). Ha insegnato Storia all’Università di Torino, e Valutazione della qualità territoriale all’Università della Valle d’Aosta. Attualmente sta lavorando col Ministero della Pubblica Istruzione sulla scuola di montagna. Tiene seminari di antropologia all’Università della Svizzera Italiana, ai corsi per operatori sociali.
La storia del trekking archeologico – All’arkeotrekking ci siamo arrivati –dice Michela Zucca – grazie ad un caro amico archeologo, che già dagli anni ’80 invece di chiudersi in un museo ha fatto ciò che in Italia non è ancora riconosciuto: ha fatto dell’archeologia sperimentale. Assieme alla sua associazione, Archeoland Lupo Azzurro, ha acquistato un pezzo di terra in Lessinia, l’altopiano sopra Verona in cui sono stati rinvenuti alcuni dei resti più importanti ed antichi in arco alpino, e ci ha costruito sopra il villaggio neolitico, aprendolo alle scuole e a chiunque voglia fare dell’archeologia esperienziale. Lui ad un certo punto mi ha chiesto di predisporre un itinerario in Trentino, legato all’acqua. Le Madri Antiche le ho aggiunte io, che mi occupo ormai da più di vent’anni di storia delle donne e di culture matrifocali… così ho fatto il primo trekking archeologico , in Trentino: talmente tanta gente che l’ho dovuto ripetere; poi me l’hanno chiesto in Liguria, adesso lo facciamo in Sardegna e poi ancora a giugno in Trentino, su un itinerario diverso……
Per conoscere tutto il programma fare riferimento al sito: www.facebook.com/Associazione-Sherwood