Save the Children: 500 bambini morti in Sudan per fame o malattie correlate
In un Comunicato Stampa del 22 agosto, la denuncia di Save the Children: quasi 500 bambini sono morti per fame o malattie correlate alla malnutrizione. Dall’inizio del conflitto, decine di magazzini umanitari sono stati razziati e le scorte di alimenti terapeutici si stanno esaurendo.
Questo il testo del comunicato di Save the Children:
L’Organizzazione chiede alla comunità internazionale di aumentare i finanziamenti e trovare soluzioni collettive per garantire che il cibo e l’assistenza possano arrivare in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie in tutto il Paese.
Almeno 498 bambine e bambini in Sudan, e probabilmente altre centinaia, sono morti per fame, tra cui oltre 20 bambini in un orfanotrofio statale, a causa dell’esaurimento delle scorte di cibo o della chiusura di servizi di assistenza critici. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Dallo scoppio delle violenze in aprile, l’Organizzazione è stata costretta a chiudere 57 delle sue strutture nutrizionali, con 31.000 bambini in tutto il Paese che non hanno potuto ricevere cure per la malnutrizione e le malattie correlate. Nelle 108 strutture di Save the Children ancora attive, le scorte di alimenti terapeutici si stanno esaurendo, e le scorte tampone, o di emergenza, vengono ora utilizzate nei casi più estremi.
Nello stato di Gedaref, nel Sudan orientale, almeno 132 bambini sono morti a causa della malnutrizione tra aprile e luglio, e il 36% di tutti i casi di bambini ricoverati in un ospedale statale con questa condizione sono morti a causa della malnutrizione o di malattie correlate. L’ospedale ha anche riportato un aumento significativo dei casi di malnutrizione, in particolare tra i bambini recentemente sfollati da Khartoum e che vivono nei campi profughi in condizioni di privazione.Il 12 agosto 2023, il direttore generale dell’ospedale pediatrico dello stato di Gedaref, dott. Nisreen Abu Gadder, ha dichiarato che le malattie da malnutrizione hanno causato la morte di 132 bambini, alla luce di un significativo aumento dell’incidenza della malattia nello stato e all’interno dei campi che ospitano gli sfollati in fuga dalla guerra di Khartoum. L’ospedale pediatrico ha registrato 365 casi di malnutrizione dall’inizio di aprile alla fine di luglio 2023. In totale sono stati registrati 33 decessi ad aprile, rispetto ai 41 di maggio, e 24 a giugno, rispetto ai 34 di luglio. La dottoressa ha dichiarato che il tasso di mortalità dei bambini per malnutrizione è pari al 20% dei casi ricevuti dall’ospedale. Ha sottolineato l’alta incidenza della malnutrizione in quattro località dello Stato, che sono le località di Al-Mafaza, Qallabat Al-Sharqiyyah, Rural Qala’ Al-Nahil e Qilabat Al-Gharbiyya.
Nello Stato del Nilo Bianco, almeno 316 bambini, per lo più sotto i cinque anni, sono morti a causa della malnutrizione o di malattie associate tra maggio e luglio e oltre 2.400 casi di bambini con mal-nutrizione acuta grave – la forma più letale di malnutrizione – sono stati ricoverati in strutture nutrizionali dall’inizio dell’anno.
A Khartoum, almeno 50 bambini, tra cui oltre 20 neonati, sono morti di fame o di malattie correlate in un orfanotrofio statale dopo che i combattimenti hanno impedito al personale di accedere all’edificio per poter prendersi cura di loro.
Anche prima dell’inizio del conflitto, la carenza di fondi aveva portato il Sudan a esaurire quasi completamente le scorte di pasta di arachidi ad alto contenuto calorico e di micronutrienti, essenziali per il trattamento della malnutrizione, tra cui “Plumpy’Nut” e “Plumpy’Sup”. A maggio l’unica fabbrica del Sudan per la produzione di “Plumpy’Nut” è stata rasa al suolo. La fabbrica, che riforniva agenzie umanitarie come Save the Children e il Programma Alimentare Mondiale (PAM), produceva circa 10.000 tonnellate di pasta all’anno.
Dall’inizio del conflitto, decine di magazzini che conservavano cibo per il PAM e per organizzazioni umanitarie come Save the Children sono stati razziati; a maggio il PAM ha dichiarato che almeno 14 milioni di dollari di scorte alimentari erano stati saccheggiati, e decine di camion dell’agenzia ONU sono rimasti bloccati ai punti di frontiera, con ritardi che stanno aggravando ulteriormente la crisi.
“Non avremmo mai pensato di vedere così tanti bambini morire di fame in Sudan, ma questo oggi è diventato realtà. I bambini gravemente malati arrivano tra le braccia di madri e padri disperati nei centri di nutrizione di tutto il Paese e il nostro personale ha poche opzioni a disposizione per curarli. Vediamo bambini che muoiono a causa di una fame del tutto evitabile”, ha dichiarato Arif Noor, Direttore di Save the Children in Sudan. “Il saccheggio dei magazzini delle Nazioni Unite, l’incendio della fabbrica di alimenti terapeutici e la mancanza di fondi hanno messo a dura prova le forniture di prodotti nutrizionali terapeutici in tutto il Paese. I nostri appelli sembrano cadere nel vuoto. Gli appelli di finanziamento per il Sudan rimangono finanziati solo al 27%, e i partner in Sudan non sono ancora in grado di accedere ai fondi tanto necessari. Con l’accesso umanitario che si deteriora quotidianamente, la comunità internazionale deve farsi avanti e lavorare non solo per aumentare i finanziamenti, ma anche per trovare soluzioni collettive per garantire che il cibo e l’assistenza tanto necessari possano essere consegnati in sicurezza ai bambini e alle loro famiglie in tutto il Sudan, compresi quelli intrappolati dai combattimenti.”
Save the Children opera in Sudan dal 1983. Nel 2022 l’Organizzazione ha raggiunto direttamente 2,1 milioni di persone, tra cui 1,5 milioni di bambini, con una programmazione incentrata sulla protezione dell’infanzia, l’accesso a un’istruzione di qualità, il sostegno alla salute e alla nutrizione e la risposta alle emergenze.
Per sostenere l’intervento di Save the Children in emergenza: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start