Scrivere e dirsi
“La scrittura cosciente è un disegno inconscio, un disegno di sé, un autoritratto” scriveva Maria Luisa Ferrea nel suo libro “Segni come disegni” (2004), in cui esplorava la comunicazione per immagini, le qualità della stessa, le questioni di stile e l’iconismo mimico-gestuale della scrittura, affrontando poi la metodologia grafologica, fatta di segni, d’indagine e di sintesi.Argomenti tutti approfonditi nella prima parte della sua nuova opera, {La scrittura parla. Conoscersi con la grafologia}, in collaborazione con Jeanne Rossi Lecerf.
_ Nella seconda parte, dedicata agli infiniti modi di essere se stessi, si esplorano i tratti della personalità, gli stili di vita, i cambiamenti e le continuità, le identità interiori ed esteriori ed anche il come crescere e diventare adulti in un percorso in cui vitalità, attività, sicurezza, rigidità/adattabilità s’incrociano e si plasmano.
“Interpretare una scrittura non è cosa facile, come non lo è qualsiasi tentativo di tradurre in termini obiettivi un atto squisitamente soggettivo che, in quanto tale, riflette la complessità e l’unicità di chi lo compie”, esordiscono le Autrici nell’Introduzione di un’opera che differentemente dai moltissimi manuali sull’argomento con la volontà di rivolgersi a un pubblico non specializzato, cui spiegare e da coinvolgere persino in questa forma di ricerca e d’arte; altro scopo dichiarato, aprire la strada “con un linguaggio accessibile, con una chiave di lettura aggregante e non dispersiva, al dialogo fra scuole di orientamenti diversi e che nel contempo incoraggi i neofiti”.
Il testo è ricco di esemplificazioni, per esempio quelle sull’impaginazione, sulla disposizione del testo sulla pagina, che, se ordinata, dimostra buon orientamento nella vita e nei rapporti con gli/le altri/e e se disordinata una carenza di metodo e di organizzazione, istintività, iperemotività, sovreccitazione.
_ Altro esempio, in relazione agli atteggiamenti del proprio vissuto, alle figure genitoriali, ai progetti futuri, una scrittura che, se con ampio margine a destra dimostra distacco dal vissuto, dall’educazione ricevuta, slancio, intraprendenza fino all’imprudenza e se con ampio margine a sinistra, attaccamento al passato, a non lanciarsi verso il nuovo, molta apprensione fino alla troppa cautela.
_ Le tante, tantissime scritture esaminate dicono l’unicità delle persone in più di 150 esempi, naturalmente protetti alla fonte, perché “il grafismo”, come disse Ania Teillard, “parla direttamente a colui che lo osserva, non diversamente da un sorriso o dalla forma di una mano”.
– Ferrea Maria Luisa, Rossi Lecerf Jeanne,
_ {La scrittura parla. Conoscersi con la grafologia}
_ Roma, Edizioni Magi, 2007
– Ferea Maria Luisa,
_ {Segni come disegni. Un approccio alla grafologia attraverso le immagini dell’arte}
_ Roma, Edizioni Magi, 2004
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