SCUOLA- Chi ci rappresenta -“L’ascesa al potere delle politiche di estrema destra non riguarda solo gli Stati Uniti, ma fa parte di un fenomeno globale con un nemico comune.”
Subito dopo è andato in scena Alessio, lasciando la classe esterrefatta. “Adesso basta, è ora di cambiare, tutti a casa”, ha esordito con voce tonante. “I vecchi rappresentanti hanno pensato finora soltanto ai loro interessi, non hanno fatto nulla per gli studenti, questa scuola è uno schifo, il bagno fa acqua da tutte le parti, l’intonaco crolla a pezzi, i banchi sono degli inizi del secolo scorso, le sedie sono arrugginite…Votatemi e io vi prometto libri e quaderni a costo zero, taxi gratuiti entrata e uscita per chi abita lontano, sedie con sedile morbido e schienale ergonomico, computer portatili per ogni studente, cellulare libero in classe e bagno con vasca idromassaggio…da Comuneinfo
Storia ripresa da Storie e Notizie di Alessandro Ghebreigziabiher
Mi chiamo Laura e ho sedici anni.
Okay, d’accordo, va bene così.
In una parola, scialla.
So perfettamente che per molti la seppur breve premessa sia sufficiente a cambiar strada e navigare oltre. Poco più di una decina d’anni vuol dire molte cose, ingenuità e conseguente facilità a illudersi, tra esse.
Non lo nego, ma più che mai in questo momento della mia vita sto iniziando a domandarmi: siamo sicuri che tali prerogative siano unicamente tipiche di noi altri, cosiddetti adolescenti?
Non so, eh? La butto lì, e chi la vuol prendere lo faccia pure.
Sono qui per condividere e, forse, lo siamo tutti, anche quando non ce ne rendiamo conto.
A ogni modo, dicevo, sono Laura e di anni ne ho compiuti sedici ad agosto.
D’accordo, va bene, okay, che iella. Niente compleanno con i compagni tutti in vacanza, ma scialla comunque.
Col tempo fai l’abitudine a tutto, anche al perenne genetliaco rigorosamente in famiglia.
C’è di peggio, lo so.
Come quello che deve passare nella testa e soprattutto la pancia di gente come Alessio Ferrara.
Il nostro è in classe con me e quel che ha detto nell’autunno dell’anno scorso mi è tornato spesso in mente quest’estate.
Ho rivisto più volte la scena nella mia memoria a tre dimensioni naturali, ovvero immaginazione ancora ad alto regime, predilezione spontanea per i colori forti e spiccato gusto per gli accostamenti straordinari.
Come quello tra il suddetto e Daniela Martini detta Dani.
I due si sono affrontati a singolar tenzone sulla pubblica aula in occasione dell’elezione del rappresentante degli studenti precisamente il sedici di ottobre scorso.
Eppure Ferrara aveva cominciato bene, sapete?
“Malgrado l’ordine alfabetico mi favorisca, do la precedenza a Martini”, ha dichiarato innanzi a noi altri riuniti in un accorato e attento ascolto. “Il gentil sesso ha subito fin troppi soprusi dalla mia categoria, una sincera cavalleria è solo il minimo.”
Si è beccato pure l’applauso, il tipo.
Daniela ha quindi preso la parola un po’ esitante, tutt’altro che convinta che si trattasse di effettiva cortesia.
Non è che sia stato un discorso da illuminata statista, sia chiaro.
Va bene, okay, d’accordo, ma stiamo parlando di un’elezione scolastica, e neanche di tutto l’istituto, ma solo una classe, quindi scialla.
Dani è simpatica ed è una affidabile, una brava ragazza, insomma, oserei pure dire del tutto onesta, sebbene ci sia sempre il fino a prova a contraria che su tutti pende.
In ogni caso, a noi, ovvero a me, bastava saper questo, le parole dette valgono poco alla prova dei fatti, no?
No?
Subito dopo è invece andato in scena Alessio, lasciando la classe esterrefatta.
“Adesso basta, è ora di cambiare, tutti a casa”, ha esordito con voce tonante, prima di proseguire in un’assordante monologo con tanto di palesante schiuma alla bocca.
“I vecchi rappresentanti hanno pensato finora soltanto ai loro interessi, non hanno fatto nulla per gli studenti, questa scuola è uno schifo, il bagno fa acqua da tutte le parti, l’intonaco crolla a pezzi, i banchi sono degli inizi del secolo scorso, le sedie sono arrugginite e la palestra ha i soffitti troppo bassi. Come fai a giocare a pallavolo e soprattutto a pallacanestro con i soffitti modello Hobbit? Votatemi e io vi prometto libri e quaderni a costo zero, taxi gratuiti entrata e uscita per chi abita lontano, sedie con sedile morbido e schienale ergonomico, computer portatili per ogni studente, cellulare libero in classe e bagno con vasca idromassaggio.”
Malgrado il disgustoso affacciarsi della bava, il pubblico sembrava gradire il calore e le esagerazioni di Ferrara.
Il succo del problema è ciò che ha aggiunto di seguito.
“La colpa di questo sfacelo è dei miei predecessori – dando ormai per scontata la sua elezione – e soprattutto degli immigrati che stanno invadendo la nostra classe.”
Tutti quanti noi non abbiamo potuto fare a meno di spostare il comune sguardo su Zhang e Said.
Federico Zhang è nato qui da genitori cinesi, i quali hanno uno di quei negozi che vendono un po’ di tutto, avete presente, no?
Said è invece è davvero nato fuori, per l’esattezza in Marocco, ma è stato adottato.
Quindi, a essere precisi, nessuno dei due è come dire… migrato nel nostro paese.
Tuttavia, si comprese immediatamente che l’evidenza delle cose non fosse il primo tra i requisiti dell’arringa di Alessio, il quale con un cenno del capo ha fatto accendere la LIM dal suo inseparabile compare, Dario Morganti.
“Questa gente è qui per sporcare e danneggiare l’istituto, per vendere droga nei bagni e all’ingresso della scuola, per fare violenza sui ragazzi e soprattutto le ragazze, per imporci la loro religione e cancellare la nostra cultura. Eccovi le prove…”
Il Morganti premette un tasto del pc e i contributi di immagini e video scottanti si sono succeduti sullo schermo.
In ognuno di essi i nostri due compagni dalle origini esotiche apparivano di volta in volta nelle vesti di spacciatori e stupratori, vandali e fanatici integralisti pronti a sterminare l’intera scolaresca, il tutto con effetti digitali e montaggi fasulli a dir poco patetici.
Al ritorno della luce siamo scoppiati tutti a ridere e man mano che ci rendevamo conto che Ferrara e il suo scudiero non stessero affatto scherzando, ma sembravano credere sul serio a ciò che pretendevano di propinarci, la risate si sono fate ulteriormente rumorose.
Ovviamente, l’esito delle elezioni è stato scontato e Dani ha vinto con la quasi unanimità, cioè tutti i voti a favore meno due, voi sapete chi, figuriamoci io.
Tuttavia, torno all’inizio e ribadisco.
Il mio nome è Laura e ho compiuto da poco sedici anni.
Sono ancora molto giovane.
Innanzi a ogni riduttiva considerazione ribatto subito con scialla, per esteso okay, d’accordo, va bene così. Ciò non toglie che sia abbastanza grande da rendermi conto di ciò che avviene al di fuori dei confini della mia scuola.
Ecco perché da quel giorno d’autunno dell’anno scorso non faccio altro che chiedermi: come si fa a scegliere di farsi rappresentare da uno come Alessio Ferrara?
E se ciò dovesse succedere, come si può restar seduti al banco come non fosse accaduto nulla di strano?
O pericoloso?