Se la cronista svela i segreti dietro il “tutto apparentemente tranquillo”
“Il velo squarciato.Intimidazioni e violenze contro le giornaliste”: la testimonianza di quattro giornaliste minacciate durante il 2012 in un’iniziativa della Commissione pari opportunità della Associazione Stampa romana in collaborazione con “Ossigeno per l’informazione – osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia” (Palazzo Montecitorio- 27 novembre); lanciato un Apello alle istituzioni, al mondo dell’informazione, alla società civile.A due giorni dalla Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per sottolinearne il senso ampio e profondo, {{Nella Condorelli}} e {{Arianna Voto}} della Commissione Pari opportunità dell’Associazione Stampa romana hanno presentato quattro testimonianze di giornaliste, “croniste di periferia”, che per far diventare “storie nazionali” , cioè per portare allo scoperto informazioni, dati nascosti nelle pieghe delle vicende provinciali o per perseguire con tenacia la difesa dei diritti umani, hanno subito intimidazioni e violenze. Ed in queste c’è sempre una componente di genere, soprattutto nel linguaggio.
{{Ester Castano, Marilena Natale e Marilù Mastrogiovanni}} fanno informazione dalla periferia dell’impero mediatico ma il Giornalismo con la G maiuscola, quello delle inchieste portate avanti con tenacia, ricercando dati e facendo approfondimenti, riesce a rendere visibili le colonizzazioni di stampo mafioso che vanno dal Sud al Nord: da qui le intimidazioni, le pressioni, le minacce cui sono state sottoposte.
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Ester Castano}} è una giovane giornalista che fa, fra l’altro, cronaca giudiziaria per il sito stampomafioso.it: è andata a disturbare il “tutto apparentmente tranquillo” della fascia altamente urbanizzata attorno a Milano svelndo aspetti della colonizzazione di stampo mafioso che vi ha preso piede.
Per {{Marilù Mastrogiovanni}}, che dirige il giornale “[Il tacco d’Italia->http://www.iltaccoditalia.info/]” quotidiano online del Salento, “essere giornalisti al Sud” è “una missione laica”, “una scelta di vita e di lavoro”: lei ha deciso di restare nella sua terra dopo gli studi al Nord. Si è spesso occupata delle speculazioni della Sacra corona unita e del giro delle commesse pubbliche. Qualcuna/o direbbe che se l’è andate a cercare le minacce: è questo un paese normale?
{{Marilena Natale}}, giornalista della [Gazzetta di Caserta->http://www.gazzettadicaserta.net/], segue la cronaca nera e giudiziaria di quel territorio che rappresenta – secondo le sue parole -“il suicidio dello Stato”. Ha vinto il premio nazionale Agenda rossa istituito in memoria di Paolo Borsellino.
La quarta giornalista che ha testimoniato di attacchi, ondate di commenti violenti e denigratori, azioni di{ cyber stalking} è Luisa Betti, collaboratrice de “il manifesto”: il suo[ blog antiviolenza ->http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/]secondo la sua definizione è “una finestra sulla violazione dei diritti delle donne e dei minori, un tentativo di dare voce e visibilità a chi nnon riesce a difendersi”,
Le quattro giornaliste che hanno testimoniato nel convegno sono solo una parte degli oltre 300 giornalisti/e (il 16% donne) che nel corso del 2012 sono stati soggetti a minacce ed intimidazioni a causa del loro lavoro. Di altre croniste minacciate si parla nell’ebook [“La donna che morse il cane. Storie di croniste minacciate”->http://inform-ant.com/it/ebook/la-donna-che-morse-il-cane.-storie-di-croniste-minacciate], di {{Gerardo Adinolfi}}
Alla fine dell’incontro, nel corso del quale è stato letto un messaggio di adesione del Presidente della Repubblica, le giornaliste con le promotrici ed i promotori dell’incontro sono state ricevute dal presidente della Camera, a cui hanno presentato l’Appello alle istituzioni, al mondo dell’informazione e alla società civile lanciato durante il convegno.
{{APPELLO}}
Nella ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, celebrata congiuntamente a Roma il 27 novembre 2012, nella sala Aldo Moro del Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, per iniziativa della Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, dell’Associazione Ossigeno per l’Informazione – Osservatorio sui Giornalisti minacciati in Italia promosso da FNSI e ODG, dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio con l’incontro pubblico “ Il Velo Squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste. Le testimonianze, l’Appello”, durante il quale sono state presentate le testimonianze di quattro giornaliste vittime di minacce ed intimidazioni nello svolgimento della loro attività professionale premesso che:
in Italia la violenza contro le donne in quanto donne, continua a generare numerosi e gravi delitti, fra cui oltre cento omicidi l’anno per femminicidio all’origine della violenza contro le donne ci sono in primo luogo le seguenti cause:
_ 1. l’ignoranza del basilare concetto di uguaglianza fra gli esseri umani senza distinzione di genere;
_ 2. il permanere di anacronistici comportamenti discriminatori e di pregiudizi e stereotipi di genere
_ 3. la difficoltà di rendere universalmente accettati i valori della parità;
_ 4. il permanere di condizionamenti culturali e di linguaggi sessisti ampiamente utilizzati anche dai mass media
_ 5. la difficoltà di comunicare con continuità e con la dovuta considerazione (attraverso i mass media) le informazioni sugli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e alle professioni, nonché notizie competenti ed approfondite sul contesto sociale che rende possibili le violenze e le discriminazioni; _ 6. in Italia, secondo i più autorevoli certificatori internazionali, l’informazione giornalistica non è “libera” come negli altri paesi dell’Unione Europea, ma “parzialmente libera” a causa delle seguenti ragioni:
_ a. la concentrazione della proprietà editoriale in poche mani
_ b. l’irrisolto conflitto di interessi fra attività editoriale, attività politico- istituzionale, interesse pubblico
_ c. l’elevato numero di giornalisti sotto scorta, di giornalisti che subiscono minacce, di giornalisti che subiscono intimidazioni per effetto di norme poco garantiste nei loro confronti in materia di diffamazione e di risarcimenti , norme che prevedono esborsi sproporzionati e la pena del carcere, come nei regimi autoritari:
_ 7. sono numerose le donne giornaliste minacciate in Italia a causa della loro attività professionale e alcune di loro sono specificamente impegnate a diffondere informazioni sulle violenze e le discriminazioni subite dalle donne, come è documentato dai Rapporti annuali dell’osservatorio Ossigeno per l’Informazione promosso dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti, che ha censito in sei anni oltre mille fra giornalisti e giornaliste vittime di minacce e gravi abusi;
{{ciò premesso, si fa appello }}
_ alle istituzioni pubbliche, al mondo dell’informazione, alla rete di associazioni impegnate nella promozione dei diritti umani e per la piena affermazione dei valori democratici e del principio di eguaglianza e alla libertà femminile, le forze politiche e parlamentari, affinché:
-sia pienamente e correttamente rappresentata la drammaticità della violenza contro le donne, indicandone le cause articolate e dando spazio al dibattito sul modo di superarla;
-siano utilizzati nella descrizione dei fatti di cronaca e dei femminicidi un linguaggio ed una narrazione coerenti e non sessisti
-si assumano le iniziative legislative e normative più opportune per rimuovere le cause che fanno dell’Italia un paese in cui la libera informazione ha uno spread negativo;
-si contribuisca attivamente alla promozione di iniziative volte a difendere allo stesso tempo i diritti e la libertà delle donne e la libera informazione, in nome dell’eguaglianza, del diritto dei cittadini/cittadine di essere informati, nell’interesse della pace e dello sviluppo.
Roma 27 novembre 2012
_ Palazzo Montecitorio
immagine da articolo21.org
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