Senza fissa dimora
Federica Fabbiani ci propone una traversata del cinema lesbico, dagli anni trenta ad oggi, densa di cultura, passione e competenza. Traversata parziale e documentatissima, “in soggettiva” potremmo dire, concentrata intorno alle storie d’amore e alle sue figure, ma attenta anche a cogliere tutte le implicazioni del linguaggio cinematografico.Dai luoghi chiusi e asfittici delle piccole comunità femminili (carcere e collegio su tutti) alla piena luce della città e del deserto. Dal posto fisso di insegnante , irrigidito in una relazione di fascinazione e dipendenza tra allieva e maestra, alle molteplici tipologie di relazioni e mestieri che occupano la scena contemporanea : impiegate, manager, operaie, artiste, infermiere.
Quanta strada ha fatto la rappresentazione della lesbica al cinema?
E, soprattutto, quali luoghi comuni ha dovuto attraversare e ribaltare?
Domanda affascinante e dal finale quasi scontato. Perché va da sé che, al cinema – potente operatore dell’immaginario sociale – quella della rappresentazione della lesbica è una storia prima di espiazione e poi di redenzione, prima racchiusa nel tragico orizzonte del destino e della colpa e poi affidata al volo leggero delle differenze e della libertà.
Una storia a lieto fine, dunque?
Senza nessuna fretta di giungere immediatamente al finale, lasciamocela raccontare con calma, questa storia, da Federica Fabbiani che ha appena ultimato il suo { {{Visioni lesbiche}} }, edito da 40k. E assaporiamone ogni passaggio. Perché Federica Fabbiani ci propone una traversata del cinema lesbico, dagli anni trenta ad oggi, densa di cultura, passione e competenza. Traversata parziale e documentatissima, “in soggettiva” potremmo dire, concentrata intorno alle storie d’amore e alle sue figure, ma attenta anche a cogliere tutte le implicazioni del linguaggio cinematografico.
E le sue progressive contaminazioni con altri linguaggi e altri media.
Così mentre la trama del libro dipana il progressivo slittamento dal sentimento della vergogna a quello dell’orgoglio, mentre le ragazze lesbiche si tolgono l’uniforme e vanno dappertutto, affiora potente la questione centrale del libro, legata al tema del desiderio lesbico, e implicata con quel particolare tipo di desiderio che al cinema si chiama voyeurismo. E giunge, inevitabile, la scoperta e la domanda finale del libro : scoperta di un nuovo e forse imprevedibile desiderio di conformismo, domanda circa il valore e il ruolo da dare a questo desiderio atipico.
Finale aperto, e, come si conviene, lasciato alla libertà di chi legge e guarda. Ma, resta l’impressione che Federica Fabbiani non veda all’orizzonte nuove uniformi e un’accogliente casa comune ma molteplici individualità. Senza fissa dimora, ma sempre in rete.
Link: scheda libro – [http://40k.it/visioni-lesbiche/->http://40k.it/visioni-lesbiche/]
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