Senza speranza, senza se e senza ma
Il premier non si è inventato nulla. Su altri corpi nei giorni scorsi si è consumato il ricatto, stavolta su corpi che producono. Che accettano condizioni ricattatorie: o questo o chiudiamo. Non importa se i corpi si rompono, essi sono parti della produzione, annessi alle macchine, è il prezzo da pagare se vuoi lavorare. Ho visto anni fa il controverso film di Pasolini, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” e me lo sono ricordato in relazione ad alcuni particolari terribili legati all’abiezione dei comportamenti, all’umiliazione dei corpi leggendo le cronache di questi giorni.
_ Vero è che come i cortigiani si affrettano a dire, il premier è perseguitato, tutto ancora è da provare (e questo, ovvio, lo dico anch’io che ora voglio sapere, ho il diritto di sapere).
Ma non mi unisco al coro di coloro che se la prendono con la magistratura rossa; l’ho sentito spiegare molto bene l’altra sera in tv: sono tali e tanti i magistrati che hanno aperto inchieste sul signor Berlusconi che è fantasioso parlare di complotto comunista, è qualcosa che ha a che fare con scuse raffazzonate, di chi non sa più cosa dire.
Sono questi garantisti gli stessi che poi quando viene commesso un reato o quando vogliono mostrare e dimostrare il loro impegno contro la criminalità chiedono che si indaghi, si intercetti, esigono fermezza e rigore.
Del resto, la signora Lario, che si è tentato di far passare per ex soubrette moglie gelosa, ce lo aveva detto “sono stanca di vedere vergini che si consegnano al drago per avere in cambio denaro o notorietà”.
Ora da quello che si sta sapendo in queste ore, quella frase riecheggia con maggior forza e il potere appare in tutta la sua orrenda parodia; con il suo mercato dei corpi, nella insolenza e nella totale mancanza di vergogna.
Con un uso del corpo delle donne che vengono preparate, esibite nella loro nudità, donne che chiedono e sperano e il drago acconsente, consiglia, invita a tacere, “fingi di essere pazza, inventa quello che vuoi ma non dire che io sapevo che eri minorenne”.
E intorno i cortigiani che preparano le ragazze, le istruiscono, le pagano “ti sistemi per tutta la vita”, “paghi il mutuo”,”fai venire tua figlia dal Brasile a vivere con te”. Basta
È orrore. Con il denaro compri i corpi, divieni un dio che esaudisce i desideri di donne domate, rivali tra loro, in attesa di essere scelte.
Perché le donne in questo mondo che ci si è dischiuso sono o merci da acquistare, corpi di cui usare e abusare o merci da esibire, garanti le prime della virilità, le seconde, le fidanzate, le mogli, utili a tacitare dubbi, a dare un’immagine di normalità.
Ma il premier non si è inventato nulla. Su altri corpi nei giorni scorsi si è consumato il ricatto, stavolta su corpi che producono. Che accettano condizioni ricattatorie: o questo o chiudiamo.
_ Non importa se i corpi si rompono, essi sono parti della produzione, annessi alle macchine, è il prezzo da pagare se vuoi lavorare.
Donne e uomini ricattati, privati di diritti conquistati con lotte importanti da altri che prima di loro avevano sognato un mondo di uguali. Che hanno osato dire no in numero inaspettato ad un referendum incostituzionale. Per ritrovare la dignità, per sperare ancora.
Il tutto nel silenzio del governo, o meglio, con il governo connivente, mentre il premier tenta di incantare ancora imprenditori, elettori, benpensanti e intanto organizza i festini cui, si sa, un uomo che lavora tanto, ha diritto di fare a casa sua.
Peccato che quando l’altra/l’altro diventano lo strumento per realizzarsi e per imporsi, quando si calpesta la sua umanità entriamo a Sodoma.
Senza speranza, senza se e senza ma.
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