Un volume illustra i cambiamenti avvenuti in Italia nel corso degli ultimi trent’anni nella biologia della riproduzione e in tutti quei comportamenti che hanno un impatto diretto sulla fecondità e sul numero complessivo di figli: vita di coppia, sessualità, contraccezione, ricorso all’aborto, fecondazione assistita e adozione.ta spartiacque nei comportamenti della popolazione italiana circa la sessualità e la riproduzione umana.Anni Settanta spartiacque nei comportamenti della popolazione italiana circa la sessualità e la riproduzione umana: questo è quanto è emerso dai dati del Rapporto dell’Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione (AISP) presentati il cinque Giugno presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, alla presenza degli autori e con gli interventi di Irene Figà Talamanca della Sapienza di Roma e Michele Grandolfo, dell’ Istituto Superiore di Sanità, introdotti da Chiara Valentini, editorialista dell’Espresso.

Ciò non ci meraviglia. Il femminismo di quegli anni infatti, in un contesto socio- economico senz’altro più ricettivo dell’attuale, ha sollecitato e diffuso un vero e proprio processo rivoluzionario in questo campo.

Il prezioso volumetto presentato ce ne fornisce la conferma raccogliendo, oltre ai dati dei fattori biologici e comportamentali a cui è riconducibile la riproduzione umana, anche quelli circa i fattori determinati dal contesto sociale, economico, istituzionale, cioè le cosiddette variabili intermedie “che hanno un effetto diretto sui livelli di fecondità di una popolazione, nel senso che una loro variazione produce immediatamente una modifica sul numero dei concepimenti e delle nascite o sulla possibilità per una donna di avere figli.”

Le variabili intermedie qui esaminate sono:
Biologia della riproduzione-sessualità-vita di coppia-contraccezione-aborto volontario.
Il capitolo conclusivo si occupa di Procreazione medicalmente assistita e adozione.
I dati raccolti, presentati per ciascun argomento in tabelle accurate, vanno dal 1980 al 2010.

Trenta anni consentono, attraverso due possibili generazioni di donne/madri, di cogliere i cambiamenti nei comportamenti riproduttivi e sessuali.
Ogni capitolo ha un breve paragrafo contenente riflessioni conclusive, un’ ampia nota sulle fonti e accurate note circa gli argomenti troppo tecnici, consentendo una facile lettura del testo anche a chi non è demografo.

I dati raccolti, di tipo quantitativo, infatti danno risposte significative a questioni che emergono nel dibattito pubblico :” è diminuita la capacità riproduttiva degli italiani?” ”la legge 194 su interruzione volontaria di gravidanza ha raggiunto i sui scopi?” ”il declino dei matrimoni ha inciso sul declino delle nascite?” ”la procreazione medicalmente assistita risolve i problemi della bassa natalità?”

A proposito della prima questione, circa la capacità riproduttiva, i dati dicono che” la biologia della riproduzione è rimasta sostanzialmente immutata ”, sono invece cambiati i comportamenti: le madri con meno di 30 anni sono passate dal 70% al 40%, i padri con meno di 35 anni dal 78% al 42%” ma è aumentata la frequenza dei rapporti sessuali, le donne hanno anticipato l’età del primo rapporto sessuale e danno sempre più importanza al piacere, e poi la contraccezione, la diminuzione degli aborti volontari, l’aumento di quelli spontanei, dovuto all’aumento dell’età della donna.

Gli argomenti sono tanti e l’esame delle tabelle e dei dati in rapporto agli anni fanno emergere un quadro di profonde e forse irreversibili trasformazioni dei comportamenti, spesso in contrapposizione ai luoghi comuni, senz’altro legate alle diverse scelte delle donne, alla loro emancipazione, alla loro richiesta di libertà sessuale, al diverso approccio alla vita di coppia, sia maschile che femminile.
Ciò è stato sottolineato da relatrici e relatori.
Sia Irene Figà Talamanca che Michele Grandolfo hanno poi notato che l’analisi dei dati mette ben in evidenza quali dovrebbero essere le priorità della politica sanitaria.
Grandolfo ha anche sottolineato che proprio i dati riguardanti la diminuzione degli aborti confermano la validità della rivolta delle donne degli anni ‘70 contro l’atteggiamento autoritario in tutti i campi, infatti la legge 194, consentendo la legalizzazione dell’aborto, ha offerto l’opportunità di maturare la consapevolezza delle scelte in campo procreativo e la competenza delle donne sulla loro salute.
I consultori sono stati al centro di questo processo ed ora li stanno distruggendo.

{ {{Rapporto sulla popolazione
Sessualità e riproduzione nell’Italia contemporanea}} }
A cura di Alessandra De Rose e Giampiero Dalla Zuanna.
Il Mulino €13,00