“Si fa presto a dire famiglia” libro di Melita Cavallo – Laterza Editore
Giovedì 20 Ottobre 201 alle ore 16,30 alla Camera dei Deputati nella Sala Aldo Moro a Montecitorio la Fondazione Nilde Iotti presenta il libro -SI FA PRESTO A DIRE FAMIGLIA interverranno: -ON. FERRANTI DONATELLA Presidente Commissione Giustizia Camera Deputati – pROF. MARISA MALAGOLI TOGLIATTI – Prof. Ordinario in Psicologia Università la Sapienza, Roma – ON. LIVIA TURCO Presidente Fondazione Nilde Iotti
Questa la recensione del libro di Marianna Giungati dal blog diritto di famiglia e poi…
Le leggi non impongono nulla dall’alto ma regolano ex post fenomeni già in atto, che non possono restare privi di tutela.
La famiglia, da trent’anni a questa parte, è cambiata. Dovremmo pur farcene una ragione e come racconta Melita Cavallo, presidente del Tribunale dei minori di Roma ormai in pensione, nel suo ultimo libro, “Si fa presto a dire famiglia” , dovremmo imparare a prendere atto di tutti gli scenari in cui oggi interagiscono genitori e figli.
Specialmente se pensiamo che è il benessere dei bambini che va tutelato, prima di tutto, e di fronte alla realtà sociale dei nostri tempi bendarsi gli occhi è inutile.
Così, dall’ esperienza quarantennale di uno dei giudici minorili più conosciuti, sono nate quindici storie vere che delineano il nuovo quadro dei rapporti affettivi. Dalle famiglie tradizionali a quelle ricomposte, monoparentali o omosessuali, l’autrice ci racconta e ci testimonia le vite di “genitori” e di bambini che si sono affacciati nelle aule del Tribunale per i minorenni, con l’obiettivo di fare luce sulle profonde trasformazioni della “famiglia” in questi anni.
L’hanno denominata “la giudice coraggio” criticata e lodata allo stesso tempo per le sue ultime sentenze, considerate da qualcuno “fuori mores” per aver aperto le porte all’adozione gay. Ma non tutti sanno che in realtà in Italia una legge che regoli questo tipo di adozione esiste già e, da questo punto di vista, la famosa e tanto discussa “stepchild adoption” non aveva inventato nulla di nuovo, a parte l’anglicismo alquanto fuori luogo.
Nel nostro ordinamento esiste l’adozione piena a cui possono accedere solo le coppie coniugate con dei precisi limiti di età, ma esiste anche l’adozione così detta in casi particolari, consentita anche ai single o a coppie dello stesso sesso. In questi casi non vengono adottati dei bambini estranei alla famiglia ma vi è il riconoscimento di vincoli affettivi già esistenti, dopo aver accertato che la situazione è positiva per il minore.
L’adozione in casi particolari, prevista dall’art. 44 lettera d della Legge 184/1983 è una porta aperta che trentatre anni fa il legislatore ha lasciato per tutelare l’interesse superiore del bambino nei casi in cui non è possibile fare un’adozione piena.
Pensiamo al figlio minore di una donna malata da tempo che è sempre stato accudito dalla vicina di casa e che lei ha adottato perché il padre aveva altri figli da accudire.Ma questo è solo uno dei tanti esempi.
“Se i genitori sono persone serene ed equilibrate, i bambini crescono bene anche nelle famiglie separate o ricomposte, non c’entra nulla la diversità, conta l’empatia che un genitore ha con suo figlio”
Li chiama “resilienti” la Cavallo, quei bambini che sono riusciti a superare le avversità costruendo un rapporto significativo con un adulto, fosse anche il vicino di casa o l’educatore della casa famiglia.
E noi non possiamo né cambiare né cancellare queste realtà in nome di pregiudizi, condizionamenti e adesioni stereotipate a false verità.