Siamo tutte con Marinella
Nella settimana simbolo della lotta contro la violenza sulle donne una significativa, determinata e combattiva manifestazione di femministe e lesbiche si è tenuta a Montalto di Castro.Provenienti da
varie città d’Italia abbiamo denunciato con forza l’humus maschilista e
reazionario di colpevolizzazione nei confronti delle donne che subiscono
violenza, la legittimazione istituzionale dello stupro che arriva a sottrarre
soldi pubblici per difendere gli stupratori, come è accaduto nella vicenda di
Marinella, una giovane donna violentata 2 anni fa in quel luogo, da un branco
di ragazzi minorenni, l’uso “privato” delle istituzioni e dei ruoli
istituzionali a difesa della propria “famiglia” e dei suoi rampolli – il
sindaco del paese, Caria, zio di uno degli stupratori, mise a disposizione dei
“bravi ragazzi” 40.000 euro per la loro difesa col risultato vergognoso che il
giudice decise, nonostante l’ammissione delle violenze, di sospendere il
processo e affidare i violentatori ai servizi sociali e l’alimentarsi di un
clima di ostilità da parte del paese nei confronti della ragazza violentata e
di sostegno agli stupratori.
Con tanti cartelli di denuncia, striscioni e
slogans abbiamo attraversato le strade di un paese quasi deserto, in cui
palpabile era l’avversione per questa manifestazione.
“Per ogni donna stuprata
e offesa siamo tutte parte lesa”, “siamo tutte con Marinella”, “sono bravi ragazzi e
di famiglia buona, chi stupra le donne non si perdona” “guai a chi ci tocca, ci
difenderemo con la lotta”.
Questi ed altri slogans scanditi ripetutamente da
tutte, la lettura di una lettera in solidarietà a Marinella, hanno costretto
gli abitanti del paese a guardare da dietro le finestre e se da un lato
qualcuno ha lanciato degli insulti, dall’altro alcune donne hanno applaudito.
Giunte davanti al Comune, disposte in cerchio con tutti gli striscioni e i
pannelli, abbiamo chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco ed è stata
letta una lettera di protesta e denuncia all’A.N.C.I.
– {Foto di Cristina Papa alla manifestazione del 28 novembre contro la violenza sulle donne}
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