“Siamo una DIFFERENZA, non siamo una “questione”
Pubblichiamo il contributo di Gina Di Francesco (Affi), all’assemblea della Magnolia del 24 febbraio.
Una denuncia e una richiesta forte, emblematica della voce di tante, alle quali ci uniamo.
Carissime tutte,
sento la necessità di dire due parole sull’ennesimo ultimo femminicidio.
Parlo della donna di Genova ammazzata con 103 coltellate dall’ex compagno.
I media riparlano di raptus…”non si capiscono le motivazioni”. Aveva denunciato, ma è stata lasciata sola. Noi eravamo movimento di liberazione delle donne, ora movimento femminista.
Credo e spero fermamente che la liberazione delle donne dalle catene del patriarcato e del maschilismo, sia sempre la nostra carta valoriale.
Sappiamo che femminicidio è anche quotidiana violenza sulle donne; è tentativo,quasi sempre riuscito, di annientare l’identità, l’autonomia e la libertà, il loro/nostro sorriso e la vita. Forse un comunicato come assemblea, come Casa internazionale delle donne andrebbe fatto, con parole e richieste forti, sia giuridiche, che come nuova formazione culturale.
Tutta questa premessa per riaffermare che è proprio ucciderci e violentarci quotidianamente relegandoci in ruoli definiti fra le mura domestiche, il vero discrimine di genere.
Noi siamo “le altre”, le diverse che lottano per essere libere, per essere persone, per non essere uguali a nessuno e lottano per i diritti di tutti, non solo per i propri.
Siamo una DIFFERENZA, non siamo una “questione”, parola che ritorna, da tempo, nella politica e non solo. Perché non chiamiamo omicidio, ma femminicidio l’uccisione di una donna? Facciamoci la domanda e diamoci una risposta, alla Marzullo.
Le politiche di genere, se portate avanti, saranno quella forza motrice di un vero cambiamento, sennò mi chiedo: perché non stare solo nei partiti e lottare lì dentro, invece di aver creato un movimento, di aver creato Case delle donne?
Come dice sempre Edda Billi: la rivoluzione femminista, culturale e politica, è la storia più grande di trasformazione della società ed è permanente.
Un caro saluto, Gina Di Francesco