Sopravvissuta, non vittima
Raccomandazioni della Federazione internazionale dei giornalisti – Ifj –
per l’informazione sulla violenza contro le donne- {{Identificare la violenza inflitta alle donne in maniera esatta}} attraverso la definizione internazionale inclusa nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1993 circa l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne.
– {{Utilizzare un linguaggio esatto e libero da pregiudizi}}. Ad esempio, uno stupro o un tentato stupro non possono venire assimilati ad una normale relazione sessuale; inoltre il{{ traffico di donne non va confuso con la prostituzione}}. I giornalisti dovranno riflettere sul grado di dettagli che desiderano rivelare. L’eccesso di dettagli rischia di far precipitare il reportage nel sensazionalismo. Così come l’assenza di dettagli rischia di ridurre o banalizzare la gravità della situazione. Evitare di colpevolizzare in qualche modo la persona sopravvissuta alla violenza (“se l’è cercata”) o di far intendere che è responsabile degli attacchi o degli atti di violenza subiti.
– {{Le persone colpite da questo genere di trauma non sempre desiderano venir definite “vittime”}}, a meno che non utilizzino esse stesse questa parola. Venir etichettati può infatti far molto male. Un termine più appropriato potrebbe essere “sopravvissuta”.
– {{Un reportage responsabile implica l’assunzione dei bisogni della sopravvissuta}} anche al di là dell’intervista. E’ opportuno che l’intervistatrice sia una donna. Il luogo dell’intervista dev’essere sicuro e riservato, nella consapevolezza che può innescare un dramma sociale. Sta ai media evitare di esporre la persona intervistata ad ulteriori abusi: certi comportamenti ne possono mettere a rischio la qualità della vita e la posizione in seno alla comunità d’appartenenza.
– {{Trattare la sopravvissuta con rispetto}}. Informandola cioè, in maniera completa e dettagliata, circa i soggetti citati nel corso dell’intervista e le modalità d’utilizzazione dell’intervista stessa. Le sopravvissute hanno il diritto di rifiutarsi sia di rispondere alle domande sia di divulgare informazioni ulteriori rispetto a quelle che desiderano rivelare. Il giornalista deve lasciare alla persona intervistata le proprie coordinate, per permetterle di ritornare in contatto se lo desidera o ne ha necessità.
– L’uso di statistiche e informazioni sull’ambito sociale permette di {{collocare la violenza nel proprio contesto}}, entro una comunità o un conflitto. I lettori e gli spettatori hanno bisogno di un’informazione su larga scala. Utilizzare l’opinione di esperti, come quelli dei DART (Centri post-traumatici), amplifica la comprensione del pubblico e fornisce informazioni precise ed utili, contribuendo a sconfiggere l’idea che la violenza contro le donne sia una tragedia inesplicabile e irrisolvibile.
– {{Raccontare la vicenda per intero}}: spesso i media isolano degli incidenti specifici e si concentrano sul loro aspetto tragico. Sarebbe invece conveniente mostrare anche come la violenza s’iscriva in un problema sociale ricorrente, proprio d’una guerra o della storia d’una comunità.
– {{Difendere la riservatezza}}: fra i doveri etici dei giornalisti c’è la responsabilità di non citare i nomi o identificare i luoghi la cui identificazione potrebbe mettere a rischio la sicurezza e la serenità delle sopravvissute e dei loro testimoni. Una posta particolarmente importante allorché i responsabili della violenza sono forze dell’ordine, forze armate impegnate in un conflitto, funzionari di uno stato o d’un governo o infine membri di organizzazioni potenti.
– {{Utilizzare le fonti locali}}: i media che assumono informazioni da esperti, organizzazioni di donne o territoriali su quali possano essere le migliori tecniche d’intervista, le domande opportune e le regole del posto otterranno buoni risultati ed eviteranno situazioni imbarazzanti o ostili; come ad esempio che un cameraman o un giornalista s’introducano in spazi appartati. Da qui l’utilità d’informarsi precedentemente su costumi e contesti culturali locali.
– {{Fornire informazioni utili}}: un reportage che citi recapiti e coordinate degli intermediari, delle organizzazioni e dei servizi d’assistenza svolge una funzione utile e spesso vitale nei confronti delle sopravvissute, di testimoni e loro familiari, ma anche di tutte le altre persone che potranno venire colpite da un’analoga violenza.
-{{ Per contatti}}:
_Contatto Ifj (Gender Council) +32.2.2352200;
_ Contatto Fnsi nel Gender Council (Marina Cosi) +39.06.680081
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