Fino a quando? In Italia -Nel 2018 tre casi (solo tre casi) di ragazze esposte al rischio di matrimonio forzato sono stati descritti largamente dai media a livello nazionale, a Firenze, Torino e Palermo. Nella realtà del lavoro quotidiano di associazioni e volontari che si occupano di minori a rischio emergono decine di casi, anche se “il conto delle spose bambine è un conto che non ci sappiamo ancora fare”.

Le stime parlano di più di duemila bambine nate in Italia e costrette a sposarsi nei paesi d’origine, le destinazioni sono in gran parte le poverissime comunità di provenienza (Kosovo, Albania, Romania, Bangladesh, Rajastan).

È una vera e propria tratta, nascosta da inaccettabili riferimenti/coperture culturali ed etniche. E come per tutte le tratte, molti sono gli interessi e i soldi che girano. Dalle associazioni che ci svelano situazioni spesso drammatiche emerge che l’azione di contrasto agli abusi camuffati da matrimonio è una battaglia difficile, perché difficile è arrivare a toccare il sommerso. La denuncia è vissuta dalla minore in molti casi come un tradimento contro la famiglia d’origine.

“Spezza un legame di sangue e insieme è violazione di una legge antica. Per le bambine quando non è impossibile, è certamente dolorosissimo riconoscere che i carnefici siano i genitori”. Resta fermo un punto: la tutela delle minori è un principio irrinunciabile, non c’è cultura, etnia, appartenenza religiosa che tenga.

In Italia il matrimonio precoce è vitato dall’art.84 del Codice Civile: “i minori di età non possono contrarre matrimonio”, ma è prevista una deroga sotto i 18 anni: il minore che ha compiuto 16 anni può essere autorizzato al matrimonio dal Tribunale dei Minori. Quindi la norma è chiara nell’ordinamento giuridico, dovrebbe esserlo in comportamenti coerenti e tempestivi delle strutture pubbliche di tutela dei minori: l’attenzione deve tornare alla realtà di diffuse situazioni di disagio economico, dispersione scolastica, lavoro minorile, ghettizzazione. Questo fanno molte associazioni di volontariato, vogliamo ricordare

“Trame di Terre”, di cui abbiamo usato testi e foto.

IN EUROPA

Dal punto di vista legislativo per tutti gli Stati membri l’età fissata per il consenso al matrimonio è la maggiore età, 18 anni.

Le situazioni nazionali sono diversificate: è stato introdotto il reato di matrimonio forzato in Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Spagna, Norvegia, Ungheria, Lussemburgo, Portogallo, Svezia, Slovenia e anche in Gran Bretagna.

In Francia, Malta e Cipro i matrimoni di convenienza sono perseguiti penalmente. In Germania la costrizione al matrimonio è un’aggravante della violenza privata. In Italia non esiste il reato di matrimonio forzato, si applicano norme generali senza uno specifico strumento legislativo.

Dal 2015 l’Unione Europea pone l’attenzione sull’abolizione dei “matrimoni infantili, precoci e forzati”come priorità della sua azione esterna

MEDITERRANEA newsletter UDI Catania 22 dicembre 2018