“#staizitta giornalista! Dall’hate speech allo zoombombing, quando le parole imbavagliano” di Garambois e Rizzi – Segnalazione di merito nella sezione SAGGISTICA al XXII Premio Il Paese delle Donne
✽ Silvia Garambois e Paola Rizzi, #staizitta giornalista! Dall’hate speech allo zoombombing, quando le parole imbavagliano, All Around, Roma, 2021.
Le giornaliste Silvia Garambois e Paola Rizzi, presidente e componente del direttivo di GiULiA–Giornaliste Libere Unite Autonome, in collaborazione con Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di “Vox osservatorio diritti”, firmano un libro che, nel panorama editoriale, si segnala sia per l’originalità dell’impostazione che per la stringente attualità.
È innanzitutto libro d’inchiesta sul fenomeno dell’odio social; sette giornaliste, vittime del fenomeno, ne raccontano l’esperienza: Angela Caponnetto, Nunzia Vallini, Monica Napoli, Marianna Aprile, Marilù Mastrogiovanni, Antonella Napoli, Elisabetta Esposito. Raccontano di come abbiano vissuto le offese giunte, in qualche caso, alla minaccia di morte e descrivono le strategie adottate per difendersi.
È anche libro informativo che presenta una fenomenologia dell’hate speech e dello zoombombing (la forma di attacco che nella pandemia ha visto aggressive incursioni di odiatori negli incontri svolti in videoconferenza) e spiega le strategie messe a punto, da noi e nel mondo, per contrastare questo tipo di violenza.
Il libro si avvale della prefazione di Vittorio Roidi, presidente della Fondazione “Murialdi”, e delle introduzioni di Laura Boldrini, ex presidente della Camera e vittima di hate speech; Elisa Giomi, commissaria dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom); Federico Faloppa, coordinatore della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio.
Infine, #staizitta giornalista! È un libro “militante”: nasce nel cuore di GiULiA che, dal 2011, opera a tutti i livelli per affermare, nel lavoro e sulla scena sociale, la libertà e la dignità della professione giornalistica e per difendere la libertà costituzionale di informare ed essere informate. Quando le parole d’odio siano rivolte a una giornalista, sono sempre sessiste e maschiliste, e sono parole che imbavagliano.