Stalking, quando la relazione diventa persecuzione e violenza
Il 22 ottobre scorso a Mantova si è parlato di stalking (dall’inglese to stalk, “fare la posta”), termine con cui vengono indicate le azioni persecutorie di un uomo nei confronti di una donna, oppure – sebbene più raramente – l’inverso o tra persone dello stesso sesso, che per vari motivi “si fanno la posta” e si perseguitano a vicenda.Di solito dunque si tratta di uomini, che fanno la posta alle donne. Ma perché il termine prescelto deve essere ancora una volta legato a uno stereotipo? Quello dell’uomo cacciatore e della donna preda… La posta infatti si fa alla cacciagione, il cacciatore è maschio e la preda è femmina.
Io sono felice ovviamente dell’esistenza di questa legge, anche se nessuna legge ci potrà far sentire al riparo da potenziali persecutori. Mi chiedo perché il legislatore non sia riuscito a fare {{uno sforzo in più}} per modificare anche gli schemi mentali più ricorrenti e stereotipati.
Questa è la prima domanda a cui non so dare risposta né ho suggerimenti per trovare soluzioni al problema della limitatezza del linguaggio.
L’opinione di {{Roland Barthes}}, a proposito del potere del linguaggio e della lingua, è che “la lingua non è né reazionaria né progressista: essa è semplicemente fascista; il fascismo infatti, non è impedire di dire, ma obbligare a dire” (citato da{{ Vincenzo Consolo}}, il quale: “Non capisco questo radicalismo linguistico di Barthes” [[AA.VV., La parola scritta e pronunciata, Manni 2006]] e io vorrei essere d’accordo con lui…)
Poi mi pongo un’altra domanda,{{ l’ennesimo rovello}}…
Le relatrici (un’avvocata, una criminologa, una giornalista), le quali confermano il fatto che le vittime prescelte siano donne (e ovviamente lo stalker è uomo), mi inducono a soffermarmi su questo dato di fatto: è quasi sempre l’uomo che perseguita la donna. La donna, che si sente perseguitata e a rischio, invoca la legge, che per fortuna ora esiste e non richiede più di dimostrare che sono state uccise per avere giustizia.
Mi chiedo: {{perché l’uomo quasi mai è vittima?}} E quand’è che si denuncia come tale? Perché gli uomini non si “sentono” perseguitati dalle donne, ma, anzi, un’eventuale posta la annoverano tra i loro successi ormonali?
Sono talmente forti gli uomini, da non lasciarsi perseguitare? O riescono a farsi giustizia da soli (sempre in virtù della predetta forza)? Oppure, anche in questo caso, dobbiamo rassegnarci ad attribuire la forza maschile al potere economico e culturale che ancora detengono rispetto alla gran parte delle donne? Probabilmente questa è una delle chiavi di lettura, perché il problema principale che denunciano le donne è l’indebolimento economico cui sono costrette in alcuni casi, per restare in uno stato di sottomissione.
Neanche in questo caso ho risposte, ma non riesco ad immaginare un uomo che abbia paura dello squillo di un telefono (al massimo ne ha fastidio), o che inizi a tremare se si vede recapitare una cravatta-regalo non gradita. Sarà che anch’io sono infarcita di stereotipi?
Eppure non mi risulta che – statisticamente – le donne siano meno morbose nei legami affettivi. Anche le donne, più o meno consapevolmente, vorrebbero legare a sé l’uomo che hanno amato, anche se la carica d’amore reciproca si è esaurita; anche le donne dicono spesso “o mio o di nessuno” e sono molte le donne che hanno sottolineato le parole di Pavese: “Dovendo perdere una persona carissima, chi non preferirebbe che costei muoia piuttosto che semplicemente se ne vada e riviva altrove? Si può tollerare che quella, che era tutta la vita, cessi di essere tale per noi e cominci ad esserlo per altri o per sé sola?” . Dove va a finire la carica distruttiva di una donna quando perde l’oggetto del proprio amore? Forse nei sintomi psicosomatici, forse nella maternità, chissà…; magari una maternità che rischia di diventare morbosa e di generare futuri potenziali stalkers…
Un’ultima domanda, forse anche questa orfana di risposte: {{cosa ne sarà delle relazioni che spontaneamente accadono tra uomini e donne?}} Relazioni che nascono in modi disparati, da un regalo inaspettato o da un gesto gratuito di attenzione nei confronti dell’altro, dal farsi trovare in un posto dove l’altro potrebbe passare… Sorgerà subito un sospetto di reato di stalking? Mi sto inoltrando in un terreno spinoso e a rischio di penosi malintesi, cui non sarei in grado di dare spiegazioni.
La presenza della legge è una garanzia importante per la sicurezza delle persone, che non deve però far perdere la libertà di godere un amore improvviso, bensì {{dare la capacità per discernere amori sani e amori malati, o potenzialmente tali}}, capacità che s’insegna e si apprende.
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