No agli slogan degli atei sui bus genovesi. La concessionaria Igp Decaux, che
gestisce gli spazi pubblicitari per Amt, ha respinto la campagna commissionata
dall’Uaar, l’unione degli Atei e degli Agnostici.Gasparri: “La Vincenzi preghi e
sarà perdonata”“La pubblicità all’ateismo non apparirà sugli autobus di Genova per decisione della
concessionaria pubblicitaria, che è stata più saggia della scadente sindaco
Vincenzi, che ha perso una buona occasione per tacere»: parole di Maurizio Gasparri,
presidente del Pdl al Senato. Che ha proseguito: «Ora avrà tempo per occuparsi degli
scandali che minano la credibilità della sinistra ligure. L’esito della vicenda
dimostra che avevo ragione io, dalla parte del buonsenso, e torto lei, dalla parte
dell’arroganza. La prossima volta eviti aggressioni verbali nei miei confronti
all’insegna dell’intolleranza. Una preghiera le sarà utile per farsi
perdonare”.

{{Polemiche anche sul Gay Pride}}, il corteo degli omosessuali previsto a
Genova il 13 giugno: il sindaco, Marta Vincenzi, ha rinviato la decisione sul
patrocinio del corteo e ha chiesto agli organizzatori di spostare la data per non farla coincidere con la processione del Corpus Domini.

“Dio non esiste”, scatta la censura
pubblicità rifiutata, vince la Curia-

Gli autobus dell’Amt non porteranno in giro per Genova lo slogan “La cattiva notizia
è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”.
_ Il segretario
dell´associazione che ha promosso la campagna “La biancheria intima va bene, ma noi
no…”
di Michela Bompani.

Nessun ateo-bus, a Genova. Ieri Fabrizio Du Chene, amministratore delegato di Igp Decaux, agenzia concessionaria della pubblicità sui mezzi Amt, ha annunciato di avere rifiutato la campagna pubblicitaria dellUaar (l´Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) in base al codice di autodisciplina pubblicitaria e dopo aver consultato i propri legali.
_ “Questa è censura”, accusa l´Uaar.

“Riteniamo che il messaggio pubblicitario possa essere lesivo delle convinzioni
morali, civili, religiose delle persone”, spiegano dall’agenzia milanese Igp, e
sottolineano come alla base della decisione ci siano gli articoli 10 e 46 del
codice.
_ Biancheria intima e villaggi vacanze sì, ma guai a chiedere uno spazio
pubblicitario e a usarlo per dire che Dio non esiste – sbotta Raffaele Carcano,
segretario generale dell´Uaar – sembra che in questo Paese non ci sia spazio per dichiararsi atei, che sia qualcosa di cui parlare con vergogna, o non parlare affatto, pena la censura. L´Igp direbbe davvero no a uno slogan che sostiene che Dio
esiste?.

Campagne analoghe sono già partite, proprio sui bus, a Londra, Washington,
Barcellona e ovunque hanno scatenato polemiche, ma solo in Australia la pubblicità
atea è stata bloccata prima di partire, come è successo a Genova.
_ La decisione è arrivata, tempestivamente, ieri: “Abbiamo ricevuto il bozzetto della campagna proposta dall´Uaar giovedì pomeriggio – spiega la portavoce di Igp -fino a quel momento non potevamo esprimere valutazioni, avevamo informazioni soltanto dai media”.

Giovedì Fabrizio Du Chene ha interpellato i propri legali, mostrando il bozzetto, così come avviene per ogni progetto, è una prassi interna: il responso è quello che conoscete.
_ All´Igp minimizzano la decisione, indicano che per l´agenzia
sia pane quotidiano verificare la legittimità, in base al codice pubblicitario, di
un messaggio promozionale: “Così accade per la pornografia”, citano ad esempio.

La
Curia preferisce ancora il basso profilo: “Così come non abbiamo commentato
l´annuncio della campagna, non ne commentiamo la fine”, sanciscono da via
dell´Arcivescovado, in attesa del rientro da un pellegrinaggio Fatima del cardinale
Angelo Bagnasco. Anche se un articolo piuttosto critico, sul giornale della Curia,
“Il Cittadino” aveva aumentato la tensione.

Monsignor Marco Granara, rettore del Santuario di N. S. della Guardia, che era però
intervenuto invitando alla pacatezza, sembra sollevato: “Mi pare che abbia vinto il
buon senso.
_ Tutti i problemi di questo tipo, l´ateismo, l´omosessualità non vanno
mai affrontati con battaglie, va sempre cercato lo spazio del dialogo. Si può poi
discutere sul fatto che una minoranza di quaranta persone tenga sveglio l´intera
nazione su un tema che, in fondo, non è loro”.

Più allineato con le dichiarazioni della Curia, don Gianfranco Calabrese, direttore
dell´Ufficio catechistico della Diocesi di Genova, che aveva esortato ad evitare le
contrapposizioni: “Non voglio entrare in polemiche, così come ha scelto di fare la
mia Curia – dice – per evitare ogni radicalizzazione”.

La scelta di Igp pare irrevocabile: “Noi siamo i concessionari degli spazi
pubblicitari dei autobus in tutte le città italiane, l´azienda ha deciso così e
questo, anzi, costituirà un precedente, se si dovessero presentare situazioni
analoghe”.
_ Riflettono pure, da pubblicitari navigati: “L´Uaar ha ottenuto più
visibilità con tutte queste polemiche che se avessero cominciato a viaggiare i
messaggi sugli autobus”.

Aveva immediatamente suscitato polemiche l´annuncio della
campagna: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno” dell´Uaar, che avrebbe dovuto comparire sulle fiancate degli autobus genovesi dal prossimo 4 febbraio. Culminate con il coinvolgimento del Garante Antonio Catricalà, che si sarebbe dovuto pronunciare sulla questione.
_ Anche alcuni
autisti Amt avevano annunciato di rifiutarsi di guidare i mezzi su cui sarebbe
comparso il messaggio pubblicitario dell´Uaar. E ieri la Sinistra europea-Prc ha
chiesto al sindaco e all´Amt di revocare il contratto all´Igp, nel caso in cui venga
appurato si tratti di censura, mentre An applaude, “Decisione responsabile”.

Per un attimo ci eravamo illuse di poter respirare una boccata di aria fresca,
frizzantina, dal sapore di laicita’, cultura, pace , ma è durata poco: i miasmi
nell’ aria sono tornati repentini.
_ Quindi in Italia non è possibile dirsi atei, essi offendono la morale e le coscienze. Noi donne lo sappiamo bene quanto ci nuoce uno stato fondamentalista (ma i nostri uomini non vanno a fare le guerre in giro
per il mondo per portare democrazia in luoghi dove governa una “feroce religione fondamentalista” e per poter togliere il velo alle donne?).

Lo sappiamo bene quanto l’ipocrisia e la falsa morale tolgono ogni potere sui nostri corpi (clamorose sono le obiezioni di coscienza – presunte o reali – a una legge dello stato italiano).
_ Il problema naturalmente non è se dio esiste o meno, (credere non è un
atto di fede vista l’impossibilità di una prova inconfutabile?).
_ Il punto è che se
devii dal pensiero religioso semplicemente non devi vivere, sei un’entita’ da
negare, offendi.
_ A noi non interessa se una persona sia credente o meno, ognuno
vive la propiria vita come meglio puo’ e sa.
_ A noi preoccupa la profonda violenza
inferta a tanti e a tante genovesi con la negazione della campagna della UAAR, la
profonda arroganza e ignoranza che si cela dietro a questa scelta.

Guardando le campagne pubblicitarie che la concessionaria dell’azienda municipalizzata trasporti genovese fa in giro per l’Italia c’è di che stupirsi (si fa per dire): ci sono le piu’ grandi multinazionali che affamano sempre piu ‘ il sud del mondo e, nel nostro piccolo, che sfruttano e tagliano il futuro per tanti lavoratrici e lavoratori.
_ Gli autisti di bus genovesi dalla morale cosi’ sensibile non hanno
nulla da dire?

Se avete del tempo da perdere, andate sul sito della IGP Decaux, selezionate Liguria – affissione – grandi formati: tra le prime pubblicita’ vedrete la solita
bellissima ragazzina in mutande e reggiseno, solita posizione lasciva, gambe
leggermente divaricate, sguardo supplicante da astinenza di sesso brutal-machista
… La motivazione dell’agenza di pubblicita’ al rifiuto della proposta della
UAAR è che “lede la dignita’ della persona” …dire sono ateo offende, fare
apparire le donne su tutti i muri d’Italia come prede sessuali invece nobilita gli animi (e le tasche).
_ Ci ha fatto piacere sentire le parole della Sindaca, per nulla contraria agli
autobus “atei”.

Il pensiero in fondo in fondo non è cosi’ complicato: al mondo c’è posto per tutti,
ma quando si tratta di riconoscere diritti, reali e simbolici, di cittadinanza di
serie A o B quel posto per tutti deve essere reale e garantito. Nel magma
dell’intolleranza e della non laicita’ noi donne perderemo sempre: ci stuprano in
famiglia e danno contro allo straniero, chiediamo dignita’ e potere sulle nostre
scelte di vita ma ci viene negato, (abbiamo sempre bisogno di un tutor, di una
zona rosa, di un braccialetto), si nascondono alla vista dei benpensanti le
prostitute perche’ offendono la morale pubblica, ma si tace sulla tratta delle
schiave, ne’ ci si sofferma sul perche’ ci sia cosi’ tanta domanda maschile di
prestazioni sessuali a pagamento.
_ Chiediamo norme che tutelino la nostra salute
(dalla pillola del giorno dopo alla prevenzione dell’aborto) ma sempre in nome di un
supposto unico dio, maschio, onnipotente e vendicativo ( ma non era misericordioso
tanto da perdonare la Maddalena ?) queste ci vengono negate .
_ Non parliamo delle
persone omosessuali e transgender, alle quali i signori della fede non
riconoscono il diritto alla vita, come dimostrato dall’opposizione vaticana alla
depenalizzazione dell’omosessualità e che vengono invece impunemete additate dai
pulpiti mediatici e non come il maggior pericolo per la sopravvivenza umana insiema
alla distruzione della foresta pluviale.

Perchè di queste prediche all’odio non ci si scandalizza fino a pretenderne la censura?

Per favore forse noi siamo poca cosa, ma queste aberrazioni non fatele in Suo nome.

Associazione Usciamo dal silenzio