Pubblichiamo il testo del documento delle compagne della Sinistra Europea per il 25 novembre, Giornata Mondiale per la eliminazione della violenza sulle donneNell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi a Bogotà nel 1981 si
accettò la richiesta della delegazione della Repubblica Dominicana di rendere
omaggio alle sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana,
brutalmente assassinate nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo proclamando il 25
novembre data internazionale della lotta contro la violenza sulle donne.

Il 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25
novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione delle Violenza sulle Donne,
invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed
eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema.

Da allora i movimenti delle donne e femministi in tutto il mondo hanno fatto di
questa giornata occasione di lotta, di denuncia di divulgazione di dati e di
contrasto a questo fenomeno che rivela nel suo manifestarsi globale la persistenza
nelle varie società della oppressione patriarcale e del continuo costituirsi nel
cuore della modernità capitalista di culture maschiliste e misogine, anche là dove
si riconoscono formalmente democrazia e diritti universali, nel cuore della
modernità capitalista:

– La violenza contro le donne è diffusa e non appare affatto in
diminuzione. Nel mondo una donna su tre e in Europa una su 4 è stata sottoposta a
violenza.

– Le donne subiscono violenza dagli uomini. Non tutti gli uomini
naturalmente usano violenza contro le donne ma si tratta comunque di {Violenza di
genere} cioè violenza di uomini contro donne e bambine. Gli uomini usano per lo più
la violenza per mantenere o rafforzare il loro potere nei riguardi delle donne o per
riconquistare questo potere perduto.

– La violenza di genere é rimasta a lungo invisibile: avveniva nell’ombra e
nella insignificanza penale, perché coincideva con i valori dominanti, le
tradizioni e le leggi a tal punto da rendere il fenomeno un fatto naturale e
normale! Ora è giudicata un crimine ma continua ad essere considerata dagli
individui, dalle istituzioni sociali e dagli Stati come una questione circoscritta
alla sfera privata, non un crimine di valenza pubblica.

– Le donne sono vittime di diverse forme di violenza soprattutto nella
quotidianità, e nella vita domestica. La violenza contro le donne spesso è agita
dal partner o da una persona famigliare, e questo fenomeno accade in tutti i gruppi
sociali.

– La violenza contro le donne ha più facce: violazione del diritto
all’autodeterminazione, matrimonio forzato, molestia fisica o psicologica,
sfruttamento, umiliazione, discriminazione. E’ molto alta la violenza contro le
donne immigrate, che aggiunge una sofferenza in più agli ostacoli per abitare con
pieni diritti nei confini d’Europa.

– Gli statuti e le regole delle religioni, in specie di quelle monoteiste,
sono basati sul predominio maschile e, spesso, sulla violenza. Le donne sono
considerate soggetti minori o, talvolta, oggetto del piacere e della volontà
maschile. O sottoposte ai vari codici della famiglia. Subiscono la violenza e il
potere del sacro e di leggi, tradizioni, pratiche costruite sulla sottomissione al
genere maschile. Spesso tale sottomissione è presentata come naturale o voluta da
Dio.

– Nelle le guerre moderne il 70%-80% di vittime sono civili, la maggior
parte donne. Loro vengono torturate ed umiliate nei campi profughi e nelle prigioni.
Loro sono sistematicamente stuprate con una pratica deliberatamente usata come arma
in molti conflitti. Questo è il legame profondo fra militarismo ed oppressione
patriarcale.

Per questo, come Partito della SE pretendiamo:

– La laicità come il fondamento di ogni stato e di ogni comunità sociale e
politica. Ciò significa difendere i diritti di autodeterminazione della donna,
contraccezione e libero aborto. In particolare lottiamo contro la pretesa del
Vaticano di determinare le condizioni delle donne, di decidere sulla loro libertà,
sulla loro sessualità e sulle libertà sessuali di gay, lesbiche e trans.

– La messa fuori legge e la punizione delle mutilazioni sessuali e del
matrimonio forzato.

– L’approvazione e il perfezionamento in tutta Europa di leggi per porre
fine alla violenza sulle donne e i loro bambini. Queste leggi devono avere al centro
la prevenzione e la individuazione dei prodromi della violenza, insieme con un
budget adeguato per aiutare le vittime della violenza di genere e garantire diritti
pieni alle donne migranti senza riferimento al loro stato giuridico-amministrativo
in Europa.

– Una limitazione e un controllo del possesso individuale delle armi, che
spesso vengono usate contro le donne.

– I diritti delle donne non possono legittimare nuove guerre o leggi più
restrittive sull’immigrazione.

– L’immediata conversione in legge nella UE di linee guida per il diritto
alla cittadinanza di residenza per le vittime di traffico, da recepire nelle
legislazioni nazionali.

Il Partito della Sinistra europea considera fondamentale non solo battersi per
modificare le relazioni fra le classi, abolendo sfruttamento ed oppressione, ma ha
come obiettivo la lotta contro la struttura patriarcale delle società e le
conseguenze sociali e culturali che ne derivano. Nel fallimento del capitalismo
neoliberista che si manifesta nella crisi economica sociale e culturale che
aggredisce l’Europa si rinnova la occasione e la speranza che al posto della
barbarie del profitto e del capitale ci sia l’impegno per la costruzione di una
società socialista, rispettosa della natura e capace di determinare le condizioni
per il compimento della rivoluzione delle donne. Il Partito della SE combatte la
violenza sessista che origina dal machismo e dalla dominazione patriarcale.

Scopo della campagna è quindi l’eliminazione di tutte le forme di violenza sulle
donne attraverso:

– il riconoscimento a livello internazionale, regionale e locale della violenza di
genere come violazione dei diritti umani;

– il rafforzamento delle attività a livello locale ed internazionale contro questo
tipo di violenza;

– la creazione di spazi internazionali di discussione per l’adozione di strategie
condivise ed efficaci in materia;

– dimostrazioni di solidarietà con le vittime di queste violenze in tutto il mondo;

– il ricorso a governi affinché adottino provvedimenti concreti per
l’eliminazione di questo tipo di violenze.