Stupri di Guerra e Violenza di genere, esce un libro da non perdere in Ediesse
La guerra non è neutra, divora e sceglie i corpi che diventano terreno di dinamiche che attraversano il tempo, toccando diverse latitudini. Sovente, questi corpi sono i corpi delle donne, ‘reificati’, usati come vera e proprio strumento di guerra. Gli stupri di massa sono una costante della storia, una strategia atta ad annientare e prostrare il nemico o l’etnia considerata nemica, terrorizzando e umiliando le cosiddette ‘donne del nemico’ e la comunità di appartenenza.
Gli stupri di massa sono stati riconosciuti e definiti ‘crimini contro l’umanità’ solo negli anni Novanta, dopo le sanguinose guerre nella ex Jugoslavia e in Rwanda.
Di questo si parla in Stupri di Guerra e Violenza di Genere, curato da Simona La Rocca per la collana Sessismorazzismo di Ediesse. Introduzione di Isabella Peretti e prefazione di Annamaria Rivera.
L’approccio al tema è approfondito, interdisciplinare e di genere, sotto la responsabilità scientifica di La Rocca. Nel capitolo “Lungo la Linea Gustav: le vittime della violenza e dell’oblio” sono riassunti gli esiti di anno di progetto, patrocinato dai Comuni di Amaseno, Vallecorsa e Villa Santo Stefano, che ha coinvolto i/le studenti.
Nel volume si parla di un evento, terribile quanto emblematico: gli stupri di guerra nel basso Lazio le “marocchinate”, simili a quelli compiuti nelle Valli Liguri e nell’Oltrepò pavese, le “mongolate”, dei quali si dice poco e spesso niente. Nelle pagine, la ricostruzione degli eventi storici fino alla nostra spaventosa attualità: dalle dominazioni coloniali al genocidio armeno, alla ex Jugoslavia, al Rwanda e così via: Palestina, Somalia, Nigeria, India, Birmania, Darfur, America Latina e le terre curde occupate dall’Isis.
É analizzata la giurisprudenza dei Tribunali penali internazionali e l’esperienza della Corte penale Internazionale. Si analizza il doloroso ossimoro “stupri di pace” a opera delle cosiddette forze di peacekeeping.
Il volume è stato presentato lo scorso 30 marzo, presso la Camera dei Deputati, dal Centro riforma dello Stato, presenti autrici e autori. Presente Pia Locatelli (presidente della Commissione diritti umani della Camera dei Deputati), Maria Luisa Boccia (presidente CRS).
Vittoria Tola, Responsabile nazionale dell’Udi e coautrice, al suo intervento ha unito la lettura del contributo di Rosa Maria Villecco Calipari Vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati, impossibilitata a intervenire.
In occasione dell’audizione di febbraio, presso la Commissione Diritti Umani della Camera, sulle tematiche in oggetto, Simona La Rocca aveva avanzato proposte programmatiche per concretizzare azioni di contrasto al fenomeno (planetario). Isabella Peretti, anche lei co-autrice, ha posto l’accento sulla necessità di rompere il silenzio che pesa sugli stupri di massa e su ciò che significano per le vittime, soprattutto di donne e bambini, sottolineando la fondamentale importanza della ricostruzione storica e come sia importante un confronto anche per le nuove generazioni.
Pia Locatelli ha ribadito che il fenomeno si pone tra le espressioni del dominio, del patriarcato nella sua forma più violenta. Di omertà e silenzi ha parlato Maria Luisa Boccia dichiarando la difficoltà di una lettura tanto dolorosa anche se così bene affrontata: una sofferenza necessaria. La filosofa e femminista, ha evidenziato come il silenzio, quello delle istituzioni e della società, degli stupratori e delle vittime, costruisca barriere che cercano di ridimensionare i fatti e impedirne alle vittime la necessaria elaborazione.
Il rapporto non è mai banale tra il passato e il presente e Boccia ha sostenuto che la memoria non serve senza un atto politico quale questa pubblicazione può essere. Toccando il tema della giustizia e dell’impunità, Boccia ha citato il Tribunale delle Donne di Sarajevo, l’esperienza di quelle donne.
Stupri di guerra e violenze di genere offre degli strumenti per reagire al senso d’impotenza, scritto dal punto di vista di donne consapevoli, rifuggendo la vittimizzazione. Giornata intensa chiusa da Simona La Rocca con la sottolineatura che in quello stesso momento in troppi posti del mondo si consumano violenze inenarrabili nei confronti delle donne e dell’infanzia, con un rimando alla situazione delle migrazioni in atto. La parola di un libro può aiutare a rompere il silenzio perciò questo volume intende essere una RicercAzione. Valentina Muià
La guerra non è neutra, divora e sceglie i corpi che diventano terreno di dinamiche che attraversano il tempo, toccando diverse latitudini. Sovente, questi corpi sono i corpi delle donne, ‘reificati’, usati come vera e proprio strumento di guerra. Gli stupri di massa sono una costante della storia, una strategia atta ad annientare e prostrare il nemico o l’etnia considerata nemica, terrorizzando e umiliando le cosiddette ‘donne del nemico’ e la comunità di appartenenza.
Gli stupri di massa sono stati riconosciuti e definiti ‘crimini contro l’umanità’ solo negli anni Novanta, dopo le sanguinose guerre nella ex Jugoslavia e in Rwanda.
Di questo si parla in Stupri di Guerra e Violenza di Genere, curato da Simona La Rocca per la collana Sessismorazzismo di Ediesse. Introduzione di Isabella Peretti e prefazione di Annamaria Rivera.
L’approccio al tema è approfondito, interdisciplinare e di genere, sotto la responsabilità scientifica di La Rocca. Nel capitolo “Lungo la Linea Gustav: le vittime della violenza e dell’oblio” sono riassunti gli esiti di anno di progetto, patrocinato dai Comuni di Amaseno, Vallecorsa e Villa Santo Stefano, che ha coinvolto i/le studenti.
Nel volume si parla di un evento, terribile quanto emblematico: gli stupri di guerra nel basso Lazio le “marocchinate”, simili a quelli compiuti nelle Valli Liguri e nell’Oltrepò pavese, le “mongolate”, dei quali si dice poco e spesso niente. Nelle pagine, la ricostruzione degli eventi storici fino alla nostra spaventosa attualità: dalle dominazioni coloniali al genocidio armeno, alla ex Jugoslavia, al Rwanda e così via: Palestina, Somalia, Nigeria, India, Birmania, Darfur, America Latina e le terre curde occupate dall’Isis.
É analizzata la giurisprudenza dei Tribunali penali internazionali e l’esperienza della Corte penale Internazionale. Si analizza il doloroso ossimoro “stupri di pace” a opera delle cosiddette forze di peacekeeping.
Il volume è stato presentato lo scorso 30 marzo, presso la Camera dei Deputati, dal Centro riforma dello Stato, presenti autrici e autori. Presente Pia Locatelli (presidente della Commissione diritti umani della Camera dei Deputati), Maria Luisa Boccia (presidente CRS).
Vittoria Tola, Responsabile nazionale dell’Udi e coautrice, al suo intervento ha unito la lettura del contributo di Rosa Maria Villecco Calipari Vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati, impossibilitata a intervenire.
In occasione dell’audizione di febbraio, presso la Commissione Diritti Umani della Camera, sulle tematiche in oggetto, Simona La Rocca aveva avanzato proposte programmatiche per concretizzare azioni di contrasto al fenomeno (planetario). Isabella Peretti, anche lei co-autrice, ha posto l’accento sulla necessità di rompere il silenzio che pesa sugli stupri di massa e su ciò che significano per le vittime, soprattutto di donne e bambini, sottolineando la fondamentale importanza della ricostruzione storica e come sia importante un confronto anche per le nuove generazioni.
Pia Locatelli ha ribadito che il fenomeno si pone tra le espressioni del dominio, del patriarcato nella sua forma più violenta. Di omertà e silenzi ha parlato Maria Luisa Boccia dichiarando la difficoltà di una lettura tanto dolorosa anche se così bene affrontata: una sofferenza necessaria. La filosofa e femminista, ha evidenziato come il silenzio, quello delle istituzioni e della società, degli stupratori e delle vittime, costruisca barriere che cercano di ridimensionare i fatti e impedirne alle vittime la necessaria elaborazione.
Il rapporto non è mai banale tra il passato e il presente e Boccia ha sostenuto che la memoria non serve senza un atto politico quale questa pubblicazione può essere. Toccando il tema della giustizia e dell’impunità, Boccia ha citato il Tribunale delle Donne di Sarajevo, l’esperienza di quelle donne.
Stupri di guerra e violenze di genere offre degli strumenti per reagire al senso d’impotenza, scritto dal punto di vista di donne consapevoli, rifuggendo la vittimizzazione. Giornata intensa chiusa da Simona La Rocca con la sottolineatura che in quello stesso momento in troppi posti del mondo si consumano violenze inenarrabili nei confronti delle donne e dell’infanzia, con un rimando alla situazione delle migrazioni in atto. La parola di un libro può aiutare a rompere il silenzio perciò questo volume intende essere una RicercAzione.
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