Svizzera: lo sciopero fucsia
Riprendiamo dal comunicato stampa dell’unione sindacale svizzera la valutazione della giornata internazionale di mobilitazione e sciopero a Berna il 14 giugno 2011: un grande successo, circa 100.000 donne e uomini protestano per ottenere maggiore eguaglianza.”Questa giornata internazionale di mobilitazione e di sciopero è un segnale forte contro le discriminazioni salariali che ancora persistono nei confronti delle donne. Ora è necessario che lo Stato scuota una buona volta gli imprenditori perché cessino di discriminare le donne e aumentino in modo massiccio i loro salari. Quando la Costituzione federale e la legge sono così grossolanamente ignorate, non si può più stare a guardare senza far niente”: è la valutazione di Paul
Rechsteiner, presidente dell’USS.
In totale, più di 100.000 donne e numerosi uomini hanno partecipato , dalla mattina presto del 14 giugno, in tutto il paese a centinaia di iniziative piene di colore. In numerose imprese, hanno avuto luogo pause prolongate o discussioni sul posto. E si è manifestato anche nella piazza pubblica: contro le persistenti discriminazioni salariali, contro l’ineguale ripartizione del lavoro familiare e professionale, perché famiglia e professione siano conciliabili e per un sufficiente numero di luoghi di accoglienza destinati a bambine/i .
Molte iniziative si sono protratte fino a tarda sera e hanno preso le forme più varie fra azioni locali e manifestazione nazionale alle 14 con un cocerto di fischietti. A livello locale, mercati e carovane di automobili per l’eguaglianza dei salari, donne pittore che hanno rivendicato nel campo delle costruzioni condizioni di lavoro rispettose delle esigenze delle donne, aperitivi per l’eguaglianza…
L’alleanza di una cinquantina di organizzazioni facenti capo all’USS è all’origine di un vasto movimento di protesta “fucsia” (il colore della grande manifestazione di venti anni fa).
Christine Werder responsabile della giornata, valuta la partecipazione ottenuta come “l’impulso necessario a una nuova offensiva contro le discriminazioni di cui sono vittime le donne ed in particolare contro le discriminazioni salariali”. E’ sorta una “rete per l’eguaglianza” che porterà avanti le sue attività.
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