Secondo dati Istat, quasi una donna su tre ha subito una qualche forma di violenza maschile. E’ vero anche che ogni donna impara giocoforza ad investire le proprie risorse personali per resistere alla violenza:magari per i figli, oppure perché condizionata dalla propria famiglia, dagli amici, dal timore di cosa potrà accadere.

Oppure, ancora, perché pensa che “lui” possa cambiare: speranza purtroppo spesso infondata.

Parlarne insieme significa potersi confrontare con altre donne, raccontare le proprie esperienze, narrare le proprie delusioni, le sofferenze, la paura, il senso opprimente della violenza.

I gruppi sono condotti da una psicologa dell’Associazione: esperta in metodi attivi per la conduzione e supervisione di gruppi e con una lunghissima esperienza con donne vittime di violenza. Tutto il percorso ruota intorno alla relazione e alla comunicazione all’interno del gruppo: elementi che permettono di comunicare e di ascoltare parole, pensieri,strategie, confrontando le proprie esperienze con quelle delle altre donne partecipanti al gruppo. Un percorso svolto nella sede del Telefono Rosa, in un luogo di relazione-intesa-fiducia dove ognuna può essere regista e protagonista del proprio cambiamento.

Sono previsti 6 incontri: più un incontro finale di restituzione e analisi dei feedback ricevuti durante il percorso. Ogni incontro avrà la durata di circa 90 minuticon cadenza settimanale (il giovedì, dalle ore 17 alle ore 18.30).

Le  partecipanti (tra le 6 e le 8 donne per ciascun gruppo) affronteranno i principali nodi problematici relativi alla violenza:conoscere quali effetti abbia la violenza sulla propria salute, anche fisica; apprendere nuove e/o differenti strategie per affrontare la quotidianità, essendo parte attiva del proprio cambiamento; avviare un percorso di consapevolezza del modo con cui valutare, decidere, gestire ogni decisione che verrà eventualmente presa; affrontare al meglio il tema della genitorialità, soprattutto quando questa viene messa in discussione proprio da parte di colui che usa o ha usato la violenza.

 

Uno spazio di confronto, quindi, in cui ci si potrà anche orientare sulle diverse opportunità del territorio, per poter individuare le risorse necessarie per la propria autonomia e tutela: senza nessun obbligo o sollecitazione verso decisioni che non provengano spontaneamente dalla donna stessa.