Anche il Tribunale di Catania, dopo quello di Firenze, ha sollevato dubbi
di costituzionalità sul divieto di fecondazione assistita di tipo eterologo.La palla passa alla Corte Costituzionale dove tra pochi mesi ci sarà l’udienza per un’altra questione destinata a suscitare grande interesse, come nel marzo del 2009 quando vi fu la dichiarazione di incostituzionalità di quella parte della legge n.40 del 2004 che imponeva una procedura medica standard per ogni pataologia in
contrasto con il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.

Infatti, anche il Tribunale di Catania, dopo quello di Firenze, ha sollevato dubbi di costituzionalità sul divieto di fecondazione assistita di tipo eterologo. Il caso che ha portato a far decidere in questo senso è quello di una giovane donna, sposata da pochi anni, che per una grave patalogia può dare alla luce un bambino solo attraverso la ovodonazione che però in Italia è vietata dalla legge sulla
fecondazione assistita.

Il Tribunale ha accolto il ricorso dei coniugi siciliani assistiti dagli avvocati, prof. Marilisa D’Amico, Ileana Alesso, Massimo Clara, Maria Paola Costantini e Sebastiano Papandrea perchè il divieto di eterologa:

– non garantisce il diritto alla vita privata e alla autodeterminazione espressi
dall’art. 2 della Costituzione;
– tratta in modo diverso le coppie che hanno problemi di sterilità assicurando
minore tutela a quelle che hanno problemi più gravi, violando così i principi di non
discriminazione e di ragionevolezza, espressi dall’art. 3 della Costituzione.

Nel processo, dove sono intervenute a sostegno della coppia le Associazioni Hera di Catania, SosInfertilità di Milano, e Menopausa precoce di Ferrara, è stata anche richiamata la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasrburgo che aveva condannato la legge austriaca, simile a quella italiana.

– {{Fonte}}: infodiritti.it