TRIESTE Degrado urbano e violenza. “… adottare idee e pratiche non solo perché sono buone da mangiare ma anche perché sono buone da pensare.” (Lévi-Strauss)
Abbiamo svolto a Trieste un incontro molto costruttivo, grazie a Paola Carboni, Sabina Passamonti, Gabriella Taddeo, Lucia Krasovec-Lucas, Maria Lippiello, Claudia Bouvier, Fabiana Martini e a tutte le donne presenti che in varie occasioni hanno preso la parola.
Come scrive Maria Lippiello è emersa “Una nuova visione dello stare insieme, perchè il NOI dovrà coinvolgere tutta la comunità nello stabilire la soglia minima accettabile del benessere come presupposto imprescindibile su cui innestare ogni progetto e azione. In giro c’è fermento e voglia di sperimentare, ma abbiamo bisogno di definire nuove regole, più semplici nel senso di attuabili con efficacia e in tempi brevi oltre ad essere puntuali sulle reali necessità di tutta la comunità, mettendo in pratica un processo di coveillance che garantisca un sistema di monitoraggio equilibrato e trasparente, aumentando così le responsabilità di tutti. In particolare, questo tipo di approccio potrà influire positivamente sulle criticità e sui conflitti in ambito urbano, che producono ripercussioni inevitabili anche nell’ambiente privato. Numerosi studi e ricerche a livello mondiale, come quelle di UN-HABITAT, hanno evidenziato la stretta relazione che incorre tra il degrado urbano e la violenza in senso generale, per cui si può dire che lo spazio e la res pubblica sono un “luogo” in cui sarà necessario sperimentare quanto prima nuovi metodi, per acquisire informazioni e conoscenze che potranno portare alla definizione di soluzioni davvero efficaci, a beneficio di tutta la comunità. La violenza e la discriminazione, nei confronti degli esseri umani ma anche riguardo al patrimonio collettivo materiale e immateriale, si possono arginare anche con l’adozione di un nuovo lessico capace di apportare nuovi contenuti: dovremo pensare a ri-connettere (rapportarsi, relazionarsi, abbattere i confini fisici e mentali) e a ri-parare (proteggere, difendere, correggere, preparare, allestire, apparecchiare), come azioni dinamiche e in continuo divenire come lo sono le nostre vite, le nostre esigenze e i nostri potenziali, senza dimenticare le radici e i valori di riferimento che hanno contribuito alla crescita di una comunità. Lo spazio in cui la collettività si esprime è il luogo privilegiato in cui attivare il cambiamento, culturale ed economico, e attraverso la sua accessibilità sarà possibile misurare il livello di democrazia in corso, espressa dalla qualità, dalla condivisione e dalla coscienza critica di ognuno. Sta anche a NOI il cambiamento, iniziare a pensare alle cose in modo totale, e, usando le parole dell’antropologo Lévi-Strauss, adottare idee e pratiche non solo perché sono buone da mangiare ma anche perché sono buone da pensare.”
Grazie dunque a tutte le donne degli Stati Generali, donne che sanno dialogare con altre donne in modo costruttivo e propositivo, parlano delle proprie esperienze come un momento di conoscenza ed apprendimento continuo. Grazie a Francesco Russo, Presidente del Consiglio Regionale e a Serena Tonel, assessora del Comune di Trieste.
A partire dalle esperienze delle protagoniste di “100 donne che cambieranno l’Italia” si sono toccati temi importanti che hanno stimolato la partecipazione delle donne e uomini presenti. Un programma di lavoro è stato delineato a Trieste, in collaborazione con le Istituzioni locali, verso #Matera2019 su temi fondamentali quali:
– il diritto alla città nella ri – progettazione degli spazi urbani intesi come spazio privilegiato in cui è forse possibile attivare il cambiamento, culturale, sociale ed economico, e attraverso la cui accessibilità poter misurare il livello di democrazia in corso, espressa dalla qualità, dalla condivisione e dalla coscienza critica di ognuna/o di noi;
– il tema della violenza ed il coraggio di parlarne attraverso le parole toccanti di Claudia Bouvier, una giovane donna;
– il tema della meritocrazia e il problema delle disuguaglianze in ambito universitario attraverso la testimonianza di Sabina Passamonti;
– il problema della disaffezione dei/delle giovani alla politica e l’importanza di mettersi in gioco per avviare il processo di cambiamento che tanto anelano;
– la rappresentanza delle donne in politica e la necessità di attuare Il Patto per le Donne, si è deciso di lavorare affinché in tutte le Regioni venga approvata la legge sulla doppia preferenza di genere. Maria Lippiello si è messa a disposizione per trasferire il modello campano.
Abbiamo anche tracciato tre ipotesi di protocolli di intesa da sottoscrivere per il viaggio intrapreso verso #Matera 2019, #Europa2019 e #Parma2020.
Prossimo appuntamento domenica 1 luglio a Vaccarizza, per una nuova installazione di #panchinarossa.