Troppe coincidenze tra le parole di certi politici e il manifestarsi della ferocia giovanile, spalleggiata da un’ineducazione mirata a formare manovalanza: criminale e politica insieme.
Giuseppe Sgrò, figlio della nostra amata Elena Coccia, ieri sera è stato aggredito brutalmente nel centro di Napoli, riportando lesioni importanti. Abbracciamo Giuseppe, Elena ed Enzo, suo padre. E’ stato colpito un uomo per bene e una famiglia per bene.
La preoccupazione per Elena e i sui cari si aggiunge a quella per la nostra Città dove altri figli e madri sono stati colpiti e dove tutti possono essere facili prede del mercato strategico della paura, della minaccia costante. Quando le cose stanno così è ancora più grave che venga colpito un uomo impegnato politicamente, per di più figlio di una storia politica e familiare come la sua.
Noi siamo preoccupate e non timorose, siamo abituate a a rispondere prendendoci cura, ma siamo allarmate dal disorientamento del potere di fronte a una fenomenologia violenta crescente.
Non conosciamo i motivi di quanto è stato fatto a Giuseppe, così come è inutile cercare motivi alla furia femminicida: vorremmo che venissero individuati i colpevoli e vorremmo sapere della loro giusta pena.
Noi non conosciamo i motivi o i moventi profondi dei crimini, siamo invece testimoni delle condizioni economiche e sociali nelle quali imperversano. Condizioni che dovrebbero suggerire guidare seri rimedi. Siamo sgomente per le straordinarie coincidenze tra le parole di certi politici e il manifestarsi della ferocia giovanile, spalleggiata da un’ineducazione mirata a formare manovalanza: criminale e politica insieme.
La parola emergenza non è mai adeguata se non per esprimere un dolore cui non eravamo preparate, ma pensiamo che sia del tutto inopportuno l’esercizio culturale che ogni volta usa il linguaggio del “già saputo” quasi sempre per suggerire che vittime e carnefici possano essere posti sullo stesso piano.
Diciamo questo perché sappiamo che Elena, come noi non è mai pronta alla barbarie e sappiamo che la sua passione politica è saldamente legata alla mitezza della ragione e del prendersi cura: quella cura che in modo testardo ci aspettiamo anche da chi ha il potere.
Le donne dell’ UDI di Napoli