Tutte sappiamo che non può finire qui
L’avvio del processo agli 8 stupratori di Montalto di Castro, presso la sezione del Tribunale dei Minori di Roma, il 13 aprile ha segnato una data per la vittima, ma non la prima.Grazie alla mobilitazione delle donne in tutto il paese il comportamento mafioso di una classe dirigente, dal Sindaco in poi, è stata condannata materialemnente e moralmente.
Dalla sentenza che ha obbligato il primo cittadino a {{restituire alle casse del Comune i fondi sottratti per la difesa degli stupratori}}, a quella che ha invalidato la “messa in prova” degli autori del delitto, i riflettori accesi dalle donne hanno sortito il loro effetto.
E’ stata importante ed è importante per le vittime, e per questa vittima, sentire la mobilitazione di un movimento che sa essere più avanti delle leggi del Paese.
E tutte sappiamo che non può finire qui.
I presidi, la presenza fisica e le forme di sostegno simbolico è tutto ciò che fa la differenza tra la disperazione e l’ogoglio (è il V anniversario della morte di Carmela, suicidata a Taranto per le persecuzioni seguite alla sua denuncia).
In pochi anni la vergogna si è trasformata in voglia di ricominciare, il silenzio in parole politiche: ora è il momento di andare oltre.
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v. anche}
http://www.vivicentro.org/home/blog/2012041613165-stupro-montalto-di-castro-inizia-il-processo-antonella-paparelli/
https://www.womenews.net/spip3/spip.php?article10205
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immagine: foto di uno striscione esposto a Scampia – Napoli il 13 aprile}
http://udidinapoli.blogspot.com
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