UDI di Napoli: riflessioni e preoccupazioni sull’autonomia differenziata
Da UDI di Napoli:
Desideriamo condividere la riflessione alla base della nostra partecipazione alla manifestazione nazionale del 16 marzo in opposizione al disegno di legge per l’autonomia differenziata.
Le donne, e le femministe, negli ultimi anni hanno assistito a una serie di iniziative locali tese ad approvare deroghe alla legge 194, di dubbia legittimità sul piano istituzionale, attraverso delibere e regolamenti regionali che interpretano parti della legge in modo restrittivo e che introducono soggetti ostili alla libertà femminile nel cosiddetto “percorso decisionale” dopo la richiesta, o nel suo contesto, dell’intervento di interruzione volontaria di gravidanza. Noi stesse in Campania ci siamo trovate di fronte alla pretesa di legittimare la presenza di associazioni pro-vita nei reparti ospedalieri e nei consultori. Grazie al nostro intervento e grazie alle norme vigenti abbiamo respinto e fatto annullare il provvedimento.
Lo scenario che si prospetta apre la possibilità che le limitazioni, di fatto, in molte regioni possano essere rese difficilmente contrastabili in un regime che prevede una sempre più disuguale gestione della sanità pubblica.
Il progetto di legge a firma Calderoli ha un significato opposto a quello che noi chiediamo: un percorso verso la piena esigibilità dei principi, fino ad ora nominali, della liberazione e dell’equità nel rapporto tra sessi.
Siamo fermamente contrarie a una redistribuzione ancora più iniqua delle risorse, stabilite sulla base del merito economico, troppo spesso basato sulla penalizzazione degli investimenti al sud e nelle isole.
Ma il motivo più forte, che ci determina ad avversare la gestione localistica dei diritti, riguarda l’inerzia nel contrasto a ai crimini maschili contro le donne, nel quale il tratto distintivo è l’uniformità, sul piano nazionale, della mancata applicazione della prevenzione e della salvaguardia. Siamo allarmate dalla possibilità di veder crescere la già praticata discrezionalità nell’applicazione della Convenzione di Istanbul.
Udi di Napoli