Udi: inaugurazione della nuova Sede Nazionale con l’Archivio Centrale in occasione dei 70 anni dell’associazione
Festa grande, il 16 settembre a Roma, per i settant’anni dell’Udi, ieri Unione donne italiane, oggi Unione donne in Italia. Una data celebrata con l’inaugurazione della Sede Nazionale e dell’Archivio Centrale in alcuni ampi locali dell’ex complesso del Buon Pastore (con accesso da Via della Penitenza 37) che in altra parte ospita la Casa internazionale delle donne di cui l’Udi romana La Goccia è stata un soggetto costitutivo.
Vittoria Tola (Responsabile nazionale dell’Udi), ha ricordato il percorso associativo di una delle maggiori associazioni di donne, a livello nazionale ed europeo, attiva dal 1944.
Il documento più antico è un verbale del 12 settembre di quell’anno, firmato da donne che si autodefiniscono ‘Comitato esecutivo’; quattro mesi prima, a Napoli, era nata la testata ‘Noi Donne’, successivamente diventata il giornale dell’Udi.
Dalla prima sede romana in Via della Colonna Antonina, Associazione nazionale e Archivio sono migrati, non senza collettive fatiche, a Via dell’Arco di Parma dove l’umidità del fiume, mettendo in serio pericolo il materiale, ha spinto socie e simpatizzanti a sensibilizzare le istituzioni per ottenere “…una sede più adatta all’iniziativa politica e più adeguata alla conservazione delle nostre preziose carte”.
“Tras-locare, andare da un nuovo luogo a un altro portando tutto o quasi con sé è un’operazione materiale e simbolica, pratica e affettiva, faticosa ed emozionante. Se poi si tratta di un luogo politico di donne con la loro antica sapienza dell’abitare (…), tutto diventa estremamente interessante da seguire, da conoscere, sostenere, festeggiare.”
Nell’occasione, sono stati esposti primi manifesti e prime bandiere dai tasselli colorati ricamati a vario punto con i nomi delle socie.
Commozione e applausi hanno suscitato Marisa Rodano ricordando “la riunione in cui decidemmo di fondare l’Associazione, festeggiare l’8 marzo e farlo con la mimosa”, e Marisa Ombra che ha portato se stessa a esempio di “come la politica delle donne faccia vivere felicemente e a lungo”. Il suo percorso, iniziato nei Gruppi di Difesa della Donna, si è intrecciato a quello dell’Archivio da quando Luciana Viviani ne ha proposto la costituzione nell’11° Congresso Udi (Maggio 1992). “Idea nata in un decennio complicato” ha detto, “Ero in parte contagiata dal femminismo diffuso, ero antifascista ed ero per la difesa della donna come soggetto pensato come tale e rispettato come tale. Fino a quel momento avevo pensato agli Archivi come un po’ noiosi mentre sono luoghi di una ricchezza straordinaria. Occuparci dell’Archivio era per me come per Luciana, Maria Michetti, Emilia Lotti e altre, il nostro modo di occuparci dell’Udi.”
Il lavoro, impostato da Linda Giuva, ha subito abbinato al tradizionale criterio cronologico quello tematico, innovativo ed editato Quadernetti, proposti da Maria Michetti, particolarmente utili all’utenza.
È stato riconosciuto ad Anna Rossi Doria il merito di aver trovato i fondi comunali necessari all’apertura di un Archivio diventato Patrimonio Storico e definito da Rosetta Stella monumento Udi.
Tra gli apporti istituzionali, Alessandra Cattoi e Gemma Azzuni hanno sottolineato il lungo e non facile percorso per salvare l’Archivio dalla pericolosa umidità del palazzotto all’Arco di Parma, vicino al fiume; Pia Locatelli ha ribadito la priorità, personale e politica, di partecipare a “un evento della storia e della storia delle donne”, auspicando una rapida e completa informatizzazione dell’Archivio; Rosa Callipari ha parlato di “memoria come patto politico condiviso”, di “nuove progettualità” e ricordato che il 2016 è l’anno in cui si celebreranno i settant’anni della Repubblica italiana e del voto delle donne (1946).
In merito, l’Udi ha realizzato un calendario 2016 dedicato alla conquista del voto e presentato il nuovo Sito.
Molti i ringraziamenti alle giovani donne entrate “nella grande storia dell’Udi”, da protagoniste di una società “in cui le donne rivendicano il diritto di decidere della loro sorte” come ha detto, nelle conclusioni, Rosangela Pesenti (presidente dell’Associazione nazionale archivi UDI).
Tra loro, Flavia Bonanni, “responsabile del sito Udi oltre che di tante altre cose”, e Valentina Mulà, “la nostra esperta di storia delle donne nella Seconda Guerra mondiale” e che ha esterrefatto per la sua bellissima voce nel concerto, con canti e danze, del Giardino della pietra fiorita, ensemble d’organetti e strumenti a percussione diretta da Alessandro Parente.
Il Maestro ha ulteriormente emozionato l’uditorio narrando episodi dell’adolescenza della madre legati al Monte Maio, vetta dei Monti Aurunci dove si svolsero, per mesi, terribili scontri tra Nazi-fascisti e Alleati, con migliaia di morti/e, stragi d’interi paesi e ‘marocchinate’.
Al proposito, Vittoria Tola ha ricordato che dalle interviste dell’Udi (conservate in Archivio), alle donne di quelle zone è iniziata la denuncia degli stupri ‘di guerra’ che dal 1949 (Quarta Convenzione di Ginevra, art. 27), al 1977 (Primo e Secondo Protocollo Aggiuntivo alla Convenzione), ha portato alla condanna di tutti “gli oltraggi alla dignità della persona, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti, lo stupro, la prostituzione forzata e qualsiasi offesa al pudore.”
In chiusura, il Maestro Parente ha promesso, tra ovazioni, di ‘regalare’ ogni anno un concerto nell’anniversario Udi come gesto di gratitudine e di sostegno alle donne dell’Udi.
Info: Sede Nazionale Archivio Centrale, via della Penitenza, 37-00165 Roma, 06. 68 65 884, fax 06. 6880 7103, www.udinazionale.org, e-mail: udinazionale@gmail.com.