“Un abbraccio forte. Bourbon Argos. Sto perlustrando il mare alla ricerca di esseri umani in pericolo!”
Questo è un messaggio del 3 giugno 2016, dalla nave di Medici Senza Frontiere, ricevuto dall’amica Paola Mazzoni che da quando è un’anestesista in pensione, viaggia.(La nave Bourbon Argos è stata costruita nel 2013, naviga attualmente sotto bandiera della Luxembourg, ha una lunghezza totale di 69m e larghezza massima di 15 m).Il 28 maggio Paola Mazzoni ci diceva su FB: “Sono 604, malnutriti, disidratati, isotermici. Giovanissime donne, senza genitori, stuprate dalle milizie libiche. Ed operai subsahariani picchiati a morte da militari che vogliono soldi. E poi ci sono i racconti sui barconi. Non è vittimismo è la tragedia che l’Europa non vuole vedere”. Poi ho saputo da lei, il 4 giugno 2016, che è stata intervistata da una giornalista vera, Arianna Giunti, per l’Huffington Post: Paola Mazzoni di Medici senza frontiere: “La nostra missione è dare una seconda vita ai migranti”. Racconta di lei “che per trent’anni ha salvato vite nei reparti di rianimazioni dei grandi ospedali romani e altri 15 li ha passati in giro per il mondo a cercare di strappare alla morte vittime di guerre e di stenti, di incidenti e catastrofi naturali in Afghanistan, Pakistan, Iran, Yemen, Haiti, Congo, Chad, Siria e Giordania. Paola è in pensione, ma a riposarsi non pensa affatto. Lo scorso 29 aprile, dunque, si è imbarcata a Cipro come volontaria.”Quando ancora lavoravo in ospedale – racconta ad HuffPost – l’emozione più grande che potessi provare era quando arrivava una persona che sembrava morta. Ma che poi grazie alle manovre di rianimazione riprendeva a respirare. La prima cosa che faceva era chiedere della sua famiglia. Oggi, in mare, questa emozione, è moltiplicata per 300, 400, 500 volte. Sono i sopravvissuti che ti dicono di aver avuto una seconda nascita nella loro vita”.Racconta Paola alla giornalista, con molta precisione, dove si trova chi trovano e cosa fanno in mare, su quella barca:”…Bourbon Argos. Ed è una nave speciale, la Bourbon Argos. Il suo equipaggio, composto da 26 persone, lotta contro il tempo per riportare il respiro sulle labbra di chi sta per morire. Fra di loro c’è Paola Mazzoni, medico urgentista esperta in rianimazione. Ho avuto l’onore e il privilegio di intervistarla. Dall’inizio dell’anno lei e l’équipe hanno salvato 1.800 vite”.
Quello che mi lascia senza fiato sono i commenti dei lettori e lettrici, arrivati alla fine dell’intervista, di una gravità di una pesantezza di una disumanità senza fine.Uno per tutti: “L’immigrazione dall’Africa dall’Asia e dal mondo islamico è devastante. Gli stuprati siamo noi, non più liberi di scegliere, con uno Stato che ci tassa e mette in testa alle liste pubbliche i più bisognosi, quindi gli ultimi arrivati. Dobbiamo sbarazzarci di tutti i politici di sinistra e del Vaticano, architetti delle scelte devastatrici che stanno facendo scomparire l’Europa bianca e di radici cristiane. Che l’immigrazione non è controllabile è l’ennesima menzogna dei crimjnali catto-comunista, Cina e Giappone e Russia l’immigrazione la controllano, eccome. Solo che noi, ammalati di buonismo, siamo impossibilitati a mettere in atto le necessarie politiche volte a bloccare l’immigrazione selvaggia. Questo giornale è un esempio quotidiano di apologia del buonismo autolesionista.”Vi consiglio di vedere ascoltare e leggere anche il video pubblicato su Internazionale il 1 giuno 2016: Sulla stessa barca, tre settimane in mare con chi soccorre i migranti dove Il fotoreporter Francesco Zizola ha passato tre settimane, dal 16 agosto al 4 settembre 2015, a bordo della nave di Medici senza frontiere (Msf) Bourbon Argos, documentando le operazioni di soccorso di quasi tremila migranti al largo delle coste libiche.Il video In the same boat (2015) include fotografie e filmati realizzati sulla nave di ricerca e soccorso di Msf. L’opera ha vinto nel 2016 il primo premio nella categoria Multimedia news story del Poy, il Pictures of the year international. Dal 2 giugno l’installazione sarà esposta al museo Maxxi di Roma nella mostra collettiva Extraordinary visions. L’Italia ci guarda, insieme al montaggio video di fotografie Romans of the decadence realizzato da Zizola nel 2011.Si, siamo sulla stessa barca, con mezzi molto diversi e come dice all’ inizio del post Arianna Giunti: “…Ricacciare indietro le lacrime e ricominciare da capo. Sempre e comunque.”
Grazie Paola, Medico Senza Frontiere, grazie a tutte le Donne e gli Uomini che non erigono Muri e Frontiere.
video foto riferimenti su http://www.agoravox.it/Migranti-Siamo-tutti-sulla-stessa.html