Un gatto senza vanità
Opera mista, di prosa e poesia, Nicoletta Nuzzo insegue il suo spirito guida, a volte un alter ego: il gatto Ugo, nato in un paese di pianura e in attesa di destino su un tubo di scappamento.
Quale destino? “Che cosa si può aggiungere o cambiare un minuto al nostro destino?” si/ci chiede l’Autrice nell’altalenare tra versi e frasi dietro quel felino posto a Custode della soglia” come sottolinea in Prefazione Marina Alberghini avvicinando Ugo al gatto Bimbo nell’ultimo quadro di Paul Klee; “Custode della Soglia tra Nicoletta, amica e complice e il Mondo dell’Oltre, del Sogno, delle Presenze ispiratrici che si paga con la solitudine e che secondo Louis-Ferdinand Cèline era aperto solo alle donne, ai bambini e ai gatti.” (p. 5)
Libera. Poesia con rimando a Le onde di V. Woolf:
Allargherò le braccia
e ogni possesso scivolerà via da me come polvere di sabbia,
stringerò le braccia
e tutto sarà di nuovo vicino a me
come una coda che si fa cerchio. (p. 68)
Immobile davanti alla finestra, Ugo è una sagoma morbida che non svanisce, l’A. può guardarlo e amarlo: sei bello non è un problema, / non è vanità, / sei bello e basta, / il tuo esserci è denso e trasparente. (p. 69)
Lei: Ferma / ascolto il fiore che cresce / il sonno del gatto / il cammino / dei desideri. (p. 81)
Circola nelle pagine ammirazione e comprensione; i due si capiscono, anche negli assorti silenzi. Alla poeta capita di sentirsi un geroglifico muto che il dio [Thoth] dei segni scritti ha abbandonato (p. 55) mentre Ugo, per la contiguità gattesca con il misterioso e l’evocante che gli è valsa la sacralità egizia e un posto in ogni ambiente alchemico-magico-sapienziale.
Gatto magico: Ecco il corpo farsi cerchio / denso di viaggio / leggero di volo / la nube intorno / è di bellezza (p. 63)
Pagine deliziose che rinfrescano, in questi giorni torridi di agosto, germogliando mille istantanee della quotidiana convivenza tra umani e gatti, ma che riscalderanno nei prossimi freddi con sprazzi diurni e notturni di vita vissuta, sognata, mitizzata ma che non ha mai tradito le sue passioni: lettura, scrittura, poesia…e gatti.
Nelle prose, l’introspezione del sogno e dell’incubo, il continuo chiedersi io chi sono? Notevoli le pagine dedicate alle mani della madre (mani e parole, mani mai distratte, mani e armonia):
“….si fidava solo delle sue mani, a loro affidava il filo dei suoi pensieri, il ritmo delle sue giornate, con loro non si sentiva mai in difficoltà o sbagliata, ritrovava la sua spontaneità, tutto sembrava naturale e giusto, poteva stare in silenzio senza che loro si annoiassero (…) le sue mani avevano una memoria di ferro, perché nonostante le interruzioni non si disorientavano, e conoscevano una concentrazione tale da fare bene più cose insieme.” (p. 46)
Dall’opera d’esordio (Cronache di un gatto perfezionista, Manni 2006), al magnifico Ugo,non a caso pubblicato da Rupe Mutevole nella collana Trasfigurazioni, Nicoletta Nuzzo, nata a Galantina di Lecce e attualmente a Perugia, ha raccolto molti consensi e riconoscimenti in concorsi italiani, ultima la Menzione al Concorso internazionale Ipazia 2020.
In copertina, Angelo della morte, 2000 di Pina Nuzzo, acrilico su tela, cm60x73.
Illustrazioni interne di Marina Pacini.
Info: Nicoletta Nuzzo, Un gatto senza vanità, Rupe Mutevole, 2021.
In copertina, Angelo della morte, 2000 di Pina Nuzzo, acrilico su tela, cm60x73.
Illustrazioni interne di Marina Pacini.