E’ indubbiamente ora che qualcuno torni a meditare sulla nostra vecchia Costituzione e faccia presente, con la dovuta fermezza, che viviamo nell’Europa occidentale del XXI secolo. Scrive {{Francesco Paolo Casavola}} sul {Messaggero}, in pieno marasma del
Vaticano e di gran parte della nostra classe politica agli ordini, versus le
pretese intemperanze di Andrea Rivera: “Abbiamo appena varato la Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell’Integrazione a cura del Ministero dell’Interno, in cui si legge che l’ordinamento proibisce l’offesa verso la religione e l’offesa al sentimento religioso delle persone, ed ecco che dal palco del Concertone in piazza San Giovanni si ode tuonare contro il Papa, il Vaticano”.

Riflettiamo allora proprio oggi su {{questo ennesimo documento-affermazione di diritti e dover}}i, tirato in ballo in un giorno che, per rispetto alla Chiesa, ai veri credenti e magari ai martiri, sarebbe molto meglio passasse in fretta e silenziosamente.

{{Il ministro Amato}} sembrava aver posto a suo tempo questioni assai precise in merito alla stesura: si doveva trattare di sfera internazionale, di ambito nazionale, di diritto familiare e di diritto individuale, di convivenza e di rispetto reciproco fra le nazioni, di ripudio delle armi di distruzione di massa e delle aggressioni, di sostegno alla diffusione della democrazia, di realizzazione delle decisioni delle organizzazioni internazionali, di accettazione dei principi dell’Unione europea e ancora, in ambito nazionale, di affermazione del principio di non discriminazione e di pari opportunità, di pluralismo religioso e di sviluppo di un sistema scolastico basato sulla “cultura della compresenza fra cultura nazionale, culture locali ed etniche e fedi religiose diverse”.

{{L’obiettivo era di ridefinire diritti e doveri uguali per tutti e tutte}} per
“fare società”, a discendere dalla Costituzione italiana del 1947 e da
diversi trattati internazionali in materia di diritti della persona, tanto
da indurci a importanti domande sul che cosa di innovativo, necessario,
utile e urgente possa avere in realta’ tanto solenne, ulteriore documento e sul bisogno tutto italico di normare, normare, normare, anche quando gia’ tutto e’ scritto e a grandi lettere.

{{Diritti e doveri, lavoro e salute, scuola e istruzione}}, ma anche e in modo
fondamentale, laicità e libertà religiosa: la Carta riaffermerebbe il
principio della “laicità dello Stato e del pieno riconoscimento della
libertà religiosa individuale e collettiva”. Laicità e pluralismo religioso,
diritto per ciascuno all’insegnamento nelle scuole della propria religione,
anche se sarebbe molto meglio parlare di studio di storia delle religioni,
senza imporre ad alcuno scelte complesse o assenze da scuola a volte
improbabili, e anche dignità della persona, con riferimento specifico alla
condizione della donna e ai minori, finendo per l’ennesima volta a parare
sul concetto di famiglia tradizionale {{e così, una volta di più si è persa
un’occasione}}: guai a parlare di pluralità di forme di famiglia, se non per condannare la poligamia, di condizioni di vita di gay, lesbiche e
transessuali, i cui problemi per esempio di ricongiungimento con il compagno o la compagna di una vita, paiono non competere a tanta apertura mentale e a tanta istanza di integrazione.

{{La Carta non è uno strumento normativo, ma non si esclude che alcune parti del testo potrebbero essere spunto di future modifiche di legge}}, con un problema non da poco che va delineandosi, rappresentato dall’impostazione concordataria non tanto della Carta quanto delle possibili future forme di {{“istituzionalizzazione”, per esempio, dei rapporti tra le Comunità islamiche italiane e lo Stato,}} facilmente non gradito all’unanimita’ delle nostre forze politiche e non solo.

{{E per tornare a S. Giovanni}}, non pare proprio siano contemplate sulla Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell’Integrazione censure al diritto di parola, di informazione e magari di satira.
_ Muovere critiche al papa equivale invece, a quanto viene grossolanamente e istericamente ribadito in queste ore dagli organi di stampa di Oltre Tevere, a fare terrorismo, mentre al papa, ai suoi cardinali, a vescovi, a preti e suore viene permesso di esprimere pluriquotidianamente giudizi di valore, sentenze, anatemi, offese che spingono al razzismo, all’omofobia e alla transfobia.

{{L’Italia resta, almeno per ora, una democrazia liberale europea}}, è bene ridirselo, nella quale la {{manifestazione del pensiero è ancora libera}}, un Paese laico e non l’Iran, dove vale la teocrazia e deve, come in tutto il resto dell’Occidente, essere perfettamente lecito esprimere critiche anche aspre nei confronti del Vaticano, della Chiesa cattolica e del Papato e anche critiche anticlericali molto più radicali di quelle espresse da Rivera, che peraltro si e’ semplicemente limitato a mettere in fila alcuni recenti fatti assolutamente incontestabili, quasi senza commento.
_ {{Se si comincia censurando le vignette religiose}} e si prosegue indignandosi per le certe accuse perfino ovvie se non purtroppo banali dove mai potremo incontrarci con altri? In Vaticano e a Montecitorio pensano forse ai roghi?

E’ indubbiamente ora che qualcuno torni a meditare sulla nostra vecchia Costituzione e faccia presente, con la dovuta fermezza, che viviamo nell’Europa occidentale del XXI secolo. Vogliamo progresso e integrazione multietnica e multiculturale, ma che tutto provenga da uno Stato che esca da umilianti sottomissioni per autonomia di scelte, laicita’ e dignità.

{
* CGIL Nazionale – Settore Nuovi Diritti}