Un solido tetto di cristallo splende sul nuovo Governo
Un solido tetto di cristallo splende sul nuovo Governo Draghi, confermandosi l’esclusione delle donne da un qualsiasi dicastero economico, con buona pace delle attese e delle politiche rivendicazioniste, quote o non quote, biologiste o meritocratiche, della maggioranza della popolazione italiana: le donne (dati Istat 2020: femmine 51,3%, maschi 48,7%)
Nessuna sorpresa. Il Governo Draghi supera di un soffio (35%), il Conte 2 (34,8%, tra ministeri e sottosegrariati). La strada è lunga.
Le nuove Ministre sono in tutto 8 (otto):
3 con portafoglio (su 10): Luciana Lamorgese – Interni; Marta Cartabia – Giustizia; Cristina Messa – Ricerca;
5 senza portafoglio (su 9): Maria Stella Germini – Affari generali e autonomie locali; Mara Carfagna – Sud e coesione territoriale; Fabiana Dadone – Politiche giovanili; Elena Bonetti – Pari opportunità e famiglia; Erica Stefano – Disabilità.
Nei Ministeri chiave, tecnici prestati alla politica in ambiti collegati, direttamente o indirettamente, alle relazioni con l’Europa: Daniele Franco – Economia; Giancarlo Giorgetti – Sviluppo economico; Stefano Patuanuelli – Politiche agricole; Roberto Cingolani – Transizione ecologica.
Lorenzo Guerini va alla Difesa; Enrico Giovannini alle Infrastrutture; Andrea Orlando al Lavoro; Patrizio Bianchi all’Istruzione.
Confermati Roberto Speranza alla Sanità e Luigi Di Maio agli Esteri.
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.
Ministri senza portafoglio: Massimo Gravaglia – Coordinamento iniziative turismo; Vittorio Colao – Innovazione tecnologica; Renato Brunetta – Pubblica Amministrazione.
Federico D’Inca terrà i Rapporti col Parlamento, mentre il nuovo Presidente del Consiglio terrà direttamente quelli con L’Europa non essendoci nomine in proposito.
Probabile, ma non sicuro, un numero maggiore di Sottosegretarie, specie avendo Draghi annunciato scorporamenti e accorpamenti (es. Cultura e Turismo).
Il nuovo Governo, che si dica di unità o di responsabilità nazionale, è già un unicum nella storia parlamentare per l’esiguità dell’opposizione rappresentata solo da Fratelli d’Italia (Meloni). Il Movimento 5 Stelle, il più numeroso alla Camera e al Senato, entra con 4 Ministri (riconfermati ma con diverso incarico); il Partito Democratico, la Lega e Forza Italia ne hanno 3 ciascuno (e per il PD non ci sono donne nei ministeri “pesanti”); Leu vede riconfermato il suo già unico Ministro (Speranza) e Italia Viva perde una delle due ministre che aveva nel Conte 2.